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Emanuele Montini
Le case mobili diventano immobili
1 Agosto 2013
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Un'altra perla nella collana di nequizie costituito dal decreto (dis)FARE. Mentre predicano la tutela dell'ambiente e del paesaggio e la lotta contro il consumo di suolo permettono ciò che nessun governo di destra aveva permesso. Ci sarà un senatore a Palazzo Madama?

Con il nuovo decreto del Fare, in discussione in questi giorni al Senato, si potranno realizzare case mobili, anche in aree vincolate, senza permesso di costruire.
E' paradossale che, in un momento nel quale praticamente tutte le forze politiche dichiarano che una delle priorità di queste Paese è quella dievitare l'indiscriminato consumo di territorio, il Governo e l'attuale maggioranza facciano a gara per massacrare le nostre coste e le zone d'Italia più suggestive.
Il tutto è avvenuto, come di solito succede, in un comma (4) nascosto dentro l'art. 41 del decreto legge c.d. "del fare", dal rassicurante titolo"Disposizioni in materia ambientale", salvo poi rivelarsi una disposizione devastante per l'ambiente stesso.
Il tema è presto detto: le case mobili o "mobil house" si potranno realizzare senza più la necessità del permesso di costruire. Questa disposizione non viene neanche integrata con disposizioni limitative in ordine alle dimensioni e ai materiali, cosicchè potremmo trovarci palazzine viola costruite a pochi metri dalla costa. Già perché, ed è qui una ulteriore assurdità di questa disposizione, queste case-palazzine mobili potranno essere realizzate all'interno delle strutture ricettive all'aperto (i campeggi, per intenderci) e ben sappiamo che i campeggi hanno la caratteristica di essere posizionati proprio nei punti più suggestivi del nostro Paese, lì dove la speculazione edilizia, fino ad ora, aveva avuto più difficoltà ad entrare. Questo grimaldello permette di mettere le mani su queste zone e di decretare la fine dei campeggi come li abbiamo sempre immaginati. Infatti quale sarà il gestore di campeggi che deciderà, avendone ora la possibilità, di dedicare alle tende le aree per la sosta anziché a dei suggestivi chalet dove alloggiare i propri clienti? Quale gestore non correrà subito a ordinare le sue casette prefabbricate nella prospettiva di affittarle a decine di euro al giorno contro la possibilità di fare qualche misero euro per l'utilizzo delle piazzole per tende?
Ed ecco l'obiettivo raggiunto: i campeggiatori si trasformeranno in fittavoli, i gestori si trasformeranno in albergatori e le nostre coste ed i campeggi si trasformeranno in piccole lottizzazioni.Se qualcuno ha cercato di difendere il provvedimento invocando il fatto che si tratterebbe di case-palazzine ma pur sempre mobili è stato smentito clamorosamente dalla modifica apportata in sede di conversione alla Camera, dalla maggioranza e dal Governo. Infatti una "manina" nella seduta notturna di commissione (Affari costituzionali e Bilancio) ha tolto la parola "posizionati" riferita a queste case prefabbricate, con la parola "installati", tanto se a qualcuno fosse rimasto qualche dubbio sulla vera intenzione di questa disposizione.

A nulla sono valsi gli emendamenti soppressivi e gli ordini del giorno (n. 9/1248 AR/160 Basilio - M5S) tutti inesorabilmente respinti.Ora il provvedimento è al Senato fino alla fine di questa settimana e speriamo che sia corretto eliminando questa dannosa disposizione, è l'ultima occasione per evitare l'ennesimo sfregio al territorio del Paese e la fine di quella che viene definita "la filosofia del campeggio", almeno in Italia.

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