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Francesco Erbani
Le associazioni insistono "No al supermanager"
10 Dicembre 2008
Beni culturali
Continua la protesta sull'ultima, nefasta proposta di riforma del Ministero Beni Culturali, Da la Repubblica, 10 dicembre 2008 (m.p.g.)

Una modifica c’è stata. Ma non è sufficiente a rendere accettabile la riforma che Sandro Bondi vuole attuare per il Ministero dei beni culturali. Ed ha sbagliato il Consiglio superiore a dare ad essa il via libera. È la posizione dell’Associazione Bianchi Bandinelli e di chi ha promosso l’appello, sottoscritto da settemila persone, contro la nascita di una Direzione generale con poteri sia sulla valorizzazione del patrimonio sia sulla tutela (poteri poi ridimensionati e ora senza ingerenze sulla tutela) e che verrebbe affidata a un manager, Mario Resca, affiancato da Vittorio Sgarbi.

Ieri all’Accademia di San Luca è stato presentato l’appello firmato da storici dell’arte, direttori di musei - molti gli stranieri - semplici cittadini, allarmati per la concezione mercantile del patrimonio che sarebbe propria della nuova Direzione generale e soprattutto del direttore designato. Silvia Ginzburg ha raccontato come, grazie anche ai siti di Repubblica e dell’Unità, l’afflusso delle sottoscrizioni sia stato impetuoso. «I firmatari hanno capito qual era lo spirito di questa riforma e quali rischi corra in generale una cultura che non sia televisione», spiega la Ginzburg, che ha denunciato anche le pressioni subite in molte soprintendenze affinché non si sottoscrivesse l’appello (l’on. Carlucci ha chiesto le dimissioni dei funzionari firmatari). Marisa Dalai Emiliani (che al Consiglio superiore ha votato no anche alla seconda versione del decreto) ha denunciato una riforma avviata senza consultazione con gli addetti ai lavori: «Mi preoccupa il fatto che la nuova Direzione generale abbia competenza su tutto il patrimonio e non più solo sui musei, come nella prima redazione».

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