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Paolo Baldeschi
Le Apuane e lo scandalo del Piano Paesaggistico
6 Marzo 2014
Paolo Baldeschi
Il Coordinamento delle attività estrattive lapidee del Parco delle Apuane, a fronte delle prescrizioni del nuovo Piano paesaggistico ... >>>

Il Coordinamento delle attività estrattive lapidee del Parco delle Apuane, a fronte delle prescrizioni del nuovo Piano paesaggistico ... >>>

IIl Coordinamento delle attività estrattive lapidee del Parcodelle Apuane (d'ora in poi Coordinamento), a fronte delle prescrizioni del nuovoPiano Paesaggistico che ha avuto una prima approvazione dalla Giunta regionale,in un comunicato alla stampa (Repubblica, Firenze, 20/2/2014) si è addiritturaappellato al Presidente della Repubblica.: "invitiamo Giorgio Napolitano.. a recarsi a verificare e a conoscere le ragioni delle famiglie dei 5000lavoratori, senza contare l'indotto, e delle imprese tutte, affinché sulla basedella Costituzione della Repubblica Italiana 'fondata sul lavoro' vengapreservato il lavoro della comunità dell'Apuo-Versiliese". Dall'altraparte, vi è chi sostiene che l'occupazione legata alle attività estrattive e dilavorazione del marmo sia di circa un migliaio di addetti e anche su questecifre - importanti - bisognerà trovarsi d'accordo. Il Piano Paesaggistico proibiscel'apertura di nuove cave o l'ampliamento di quelle esistenti in tuttol'Appennino al di sopra di 1200 metri elimita l'apertura di nuove cave sulla dorsale carbonatica delle Apuane.

Il Coordinamento, oltread appellarsi al Presidente della Repubblica che ha onorato con la croce dicavaliere 12 uomini della Cooperativa Condomini di Levigliani come ci ricordail comunicato, ma che si trova lontano, dovrebbe preoccuparsi di quello chesuccede in casa propria, a cominciare dalle criticità segnalate nella relazione"Le attività di ARPAT nei processi di coltivazione deimarmi e dei materiali lapidei" presentata da Gigliola Ciacchini,responsabile del Dipartimento ARPAT di Massa Carrara in un convegno del7/12/2013 svoltosi a Campiglia Marittima: "Già la gestione delle acque dilavorazione porta spesso a segnalare irregolarità per la mancanza di raccoltadelle acque a piè di taglio, per l’assenza o il mancato utilizzo degli impiantidi depurazione, che spesso sono descritti solo sulla carta, per la presenza difango in tutta l’area di cava in inverno o di polvere in estate"... "Lagestione dei rifiuti è critica, normalmente si trovano rifiuti abbandonati incave dismesse, senza che nessuno abbia provveduto a far attuare i piani diripristino, almeno nella parte minima dell’allontanamento dei rifiutipresenti"...." Lo smaltimento del fango di depurazione delle acque(detto localmente marmettola) come rifiuto è ancora una eccezione,."(Relazione p. 5) ecc., ecc.

Ciò che emergedalla relazione è una diffusa e impunita inosservanza di regolamenti eprescrizioni. E, in aggiunta, dovrebbe il Comitato leggere attentamente la Lettera aperta del 9/2/2013di Franca Leverotti - consigliere nazionale di Italia Nostra- al Presidentedella Regione Toscana in cui sono esposte puntualmente le criticità - per usareun eufemismo - connesse a processi di estrazione e lavorazione su cui la stessaARPAT ammette di non potere esercitare alcun controllo preventivo. Fra tuttequelle che compromettono l'acqua, il bene più prezioso: l'inquinamento dellafalda dovuto sia alle attività estrattive, sia allo sversamento dai piazzalicontaminato con sostanze di ogni tipo; l'inquinamento dei corsi d'acqua; l'esaurimentoe l'inquinamento di sorgenti. Senza contare un diffuso deterioramentoambientale, (anche nelle zone di specifica protezione) che pregiudica lacrescita di attività alternative nel Parco.

Chi ha ragione? Il coordinamento delle attivitàestrattive, il Piano Paesaggistico o il combattivo comitato "Salviamo leApuane"? Come ho accennato, sarebbe necessario mettersi d'accordo sualcuni dati verificabili senza eccessiva difficoltà. Prima di tutto su quantisono gli occupati (direttamente o indirettamente) nelle attività di estrazionee lavorazione del marmo. Il ricatto occupazionale, tanto più efficace inmomenti di crisi, deve essere smontato sia sul piano dei dati reali, sia,soprattutto, nel fornire alternative di sviluppo e di occupazione. Ed è qui cheuna critica o comunque una stimolo, non tanto al Piano Paesaggistico, maall'intera politica regionale coglierebbe nel segno. La Regione in casi in cuisi oppongono diverse posizioni legittime (non mi riferisco tanto alle prese diposizione del Coordinamento, quanto alle preoccupazioni delle piccole imprese),dovrebbe farsi carico di attivare processi di partecipazione, ampi, coordinatie coinvolgenti le vere comunità locali, cominciando col fornire le informazioninecessarie e farsi garante della loro qualità. Molto meglio di quanto sipresume possa avvenire in un'azione di lobbying condotta a livello politico,soprattutto come pressione su assessori e consiglieri regionali e su un Presidente noncertamente rafforzato dal fatto di dover prendere decisioni e, si spera,mantenere ferma la barra, quando già si respira aria preelettorale.

L'area apuana èattualmente interessata da 662 ravaneti che coprono unasuperficie di più di 10 milioni di mq e da 785 cave attive, inattive oabbandonate, mentre la produzione di marmo statuario o ornamentale è stata ingran parte sostituita da quella del carbonato di calcio, utilizzato comemateria prima per fare plastiche, gomme, pneumatici, isolanti, vernici, colle,carta, prodotti chimici, farmaceutici, cosmetici. LeApuane, un monumento paesaggistico unico al mondo, un patrimonio che appartieneall'intera collettività, non può essere abbandonato alle rendite diposizione delle imprese concessionarie, agli interessi egoistici delleassociazioni di categoria e alla cattiva tutela di amministratori compiacenti.uanti sono gli occupati nelle attività estrattive e di alvorazione delmarmo, quani nell'indotto. Cinquemila lavoratori (escludendo l'indotto) senmbrauan cifra da ve555
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