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Wendy Louise; Frew Dodson
L’Australia guarda oltre Kyoto col nuovo accordo
4 Dicembre 2007
Clima e risorse
Rivelato il patto segreto anti-Kyoto della "lobby del carbone". Sydney Morning Herald, 28 luglio 2005 (f.b.)

Titolo originale: Australia looks beyond Kyoto with new pact – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

È stato annunciato oggi dal governo federale un nuovo accordo fra Australia, Stati Uniti, India, Cina e Sud Corea per sviluppare nuove tecnologie per ridurre le emissioni di gas serra.

L’Australia entro quest’anno ospiterà il primo incontro di rappresentanti dei governi firmatari per negoziare i dettagli di un patto considerato dal governo Howard come alternativo al protocollo di Kyoto.

Ma i partiti dell’opposizione e i movimenti ambientalisti affermano che l’accordo è solo una copertura della riluttanza australiana a tagliare le emissioni, e che ignora il mercato esistente delle energie rinnovabili.

I critici sottolineano anche come Australia e USA – che hanno rifiutato di ratificare il protocollo internazionale di Kyoto per tagliare le emissioni – stessero facendo meno della maggior parte dei paesi in via di sviluppo per affrontare il proprio inquinamento da gas serra.

Scopo dell’accordo, secondo fonti governative, è lo sviluppo di tecnologie commercialmente valide entro il 2012, quando diventerà efficace il protocollo di Kyoto.

Queste soluzioni tecnologiche comprendono il filtraggio delle emissioni e l’interramento dell’anidride carbonica prodotta dalle centrali energetiche a carbone. Saranno anche stabiliti accordi di condivisione tecnologica ed esportazione. Nonostante l’Australia sia all’avanguardia in molte di queste tecnologie, allo stadio attuale nessuna di esse è commercialmente matura.

Il ministro degli esteri, Alexander Downer, dovrà discutere i particolari del patto con i suoi corrispondenti di India, Cina e Sud Corea, nell’incontro al vertice dei ministri degli esteri della Association of South-East Asian Nations di Laos.

Il direttore esecutivo della Australian Conservation Foundation, Don Henry, dice che gli USA “evitano il problema di fissare obiettivi di taglio delle missioni. La Cina mostra più serietà su questo aspetto, sia rispetto all’Australia che agli USA”.

Il ministro federale per l’Ambiente, Ian Campbell, ha dichiarato ieri che presto saranno annunciati i particolari dell’accordo. “È chiaro che il protocollo di Kyoto non porterà il mondo dove desidera”, ha detto il senatore Campbell.

”Dobbiamo affrontare i grandi emissori, dobbiamo impegnare le nazioni che non si sono impegnate su Kyoto, dobbiamo assicurarci di sviluppare tecnologie che amplino la produzione di energia, perché ne abbiamo bisogno di più”.

Cina e India hanno già fatto notevoli progressi verso la copertura del proprio fabbisogno energetico, e nello spostamento a fonti pulite come il vento.

L’Australia ha alcuni obiettivi fissati di energie rinnovabile a circa il 2% di tutta la produzione, ma il governo ha rifiutato di incrementarli.

Il leader dei Verdi, Bob Brown, afferma che alla base del nuovo patto stanno le lobbies del carbone USA e australiane.

Le cinque nazioni del patto segreto comprendono quattro dei maggiori produttori mondiali di carbone: Cina, USA, India e Australia. “È denaro del contribuente deviato, dallo sviluppo di tecniche per energie pulite e rinnovabili, verso il tentativo di bruciare carbone in modo meno sporco”.

COSA CI ASPETTA

● Le temperature in Australia cresceranno in media annuale di 1-6 gradi entro il 2070.

● Questo significherà più ondate di caldo, incendi e siccità, minacce alla produzione agricola, alle proprietà, alla vita.

● Gli insediamenti costieri saranno più vulnerabili ai cicloni, tempeste, inondazioni.

● Il mutamento climatico potrebbe far traboccare dighe, lasciarne in secca altre, aumentare i rischi di caduta di tensione elettrica a causa di picchi di domanda o incendi boschivi.

● Saranno messi in pericolo posti di lavoro nella pesca, agricoltura e allevamento. Ne soffrirà anche il turismo, con il rischio per ecosistemi come la Grande Barriera Corallina.

Nota: questo articolo del Sidney Morning Herald è stato ripreso dal sito sul riscaldamento globale Cimate Ark (f.b.)

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