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Al confine fra Israele e Striscia di Gaza nelle ultime ore tre palestinesi sono rimasti feriti da proiettili veri esplosi dalle forze di sicurezza israeliane. Secondo fonti mediche, citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, due giovani sono stati raggiunti da spari alla gamba negli scontri vicino alla città di Jabalia, nella zona nord della Striscia; mentre un terzo giovane è stato raggiunto da spari a est di Gaza City, vicino al quartiere di al-Zaytoon. Diverse altre persone, inoltre, avrebbero riportato sintomi di soffocamento a causa dell'inalazione di gas lacrimogeni lanciati dai soldati israeliani.
A livello diplomatico, l'Onu è in pieno stallo. "Non ci sarà alcuna commissione di inchiesta" ha assicurato il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, alla radio militare, definendo "ipocriti" gli appelli per una commissione d'inchiesta. "Devono capire che non ci sarà nulla di simile". Il Kuwait, che rappresenta in Consiglio Onu i Paesi arabi, aveva proposto la dichiarazione con la richiesta di avvio di un'indagine indipendente, ma la bozza di documento esprimeva anche "grave preoccupazione per la situazione al confine" e riaffermava "il diritto alla protesta pacifica" e il dolore del Consiglio "per la perdita di vite di palestinesi innocenti". Gli Usa hanno sollevato obiezioni bloccandola.
L'Autorità nazionale palestinese ha ribadito la necessità di una protezione internazionale e ha chiesto una riunione urgente della Lega araba a livello di rappresentanti permanenti per discutere di quelli che denuncia come crimini di Israele contro i palestinesi. Lo riferisce Diab al-Louh, ambasciatore palestinese al Cairo e rappresentante permanente della Palestina presso la Lega araba, spiegando che l'incontro è stato chiesto dal presidente palestinese Abu Mazen e dal ministro degli Esteri palestinese Riyad Malki a seguito della grave violazione del diritto umanitario internazionale.
Si accendono nel frattempo i toni fra Israele e Turchia. Parole di fuoco che arrivano da Ankara e rimbalzano da Gerusalemme con ancora maggior vigore. Recep Tayyip Erdogan aveva definito "un attacco disumano" la repressione israeliana delle manifestazioni palestinesi. Dopo l'elogio pubblico del lavoro svolto dall'esercito israeliano, torna a parlare Benjamin Netanyahu, replicando al presidente turco. "L'esercito più morale del mondo non accetterà lezioni da qualcuno che per anni ha bombardato indiscriminatamente popolazioni civili" ha affermato il premier israeliano. "A quanto pare, così ad Ankara celebrano il primo aprile". Israele colpisce civili innocenti, Benyamin Netanyahu "è un terrorista e un occupante", è la replica di Erdogan. "Non serve che dica al mondo quanto sia crudele l'esercito israeliano. Possiamo capire cosa fa questo Stato terrorista guardando la situazione a Gaza e a Gerusalemme", ha detto parlando al congresso del suo partito Akp nella provincia meridionale di Adana. "Hey Netanyahu! Sei un occupante. Ed è come occupante che sei su quelle terre. Al tempo stesso, sei un terrorista".