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Manuela Pivato
L’arte a Venezia? È un diamante lilla e 8.500 aquiloni di bambù
5 Maggio 2017
Vivere a Venezia
Dalla miseria intellettuale dei ricchi mercanti costosi schiaffi alla miseria materiale del mondo. «Mostre, installazioni e performance nell’intensissima settimana della vernice Dalla gigantografia di 135 metri quadrati sui migranti al breakfast alla A Plus A».

Dalla miseria intellettuale dei ricchi mercanti costosi schiaffi alla miseria materiale del mondo. «Mostre, installazioni e performance nell’intensissima settimana della vernice Dalla gigantografia di 135 metri quadrati sui migranti al breakfast alla A Plus A». la Nuova Venezia online, 4 maggio 2017

VENEZIA. All’ombra generosa della Biennale arriverà il diamante più raro del mondo, di colore lilla e del valore di due milioni di euro, montato su un anello dal nome che pare quello di un sommergibile - LILAC TI22 - pezzo fortissimo della mostra “Antipode” alla Fondazione Querini Stampalia per soli cinque giorni, dal 9 al 13 maggio.
All’ombra (anche) godereccia della Biennale, l’arte sarà cucinata, servita e mangiata direttamente in galleria, alla A plus A, dove, dal 10 al 12 maggio, dalle 10 alle 12, “The Breakfast Pavillon” offrirà la prima colazione insieme agli artisti Olaf Nicolai, Anne Sophie Berger e Nicole Wermers.
Ogni scusa sarà buona per imbastire mostre, inventare happening, creare eventi, suggerire performance, esibire artisti, invitare gente e sperare di essere invitati, nel delirio che accompagnerà l’apertura della 57 esima Esposizione Internazionale d’Arte (10, 11 e 12 maggio la vernice, cerimonia di premiazione e inaugurazione sabato 13), massima rappresentazione di cultura che si fa salotto, estro e futuro, tutto insieme.
Fioriranno così cose curiose come “Univers” di Flavio Favelli, dall’8 al 14 maggio, un negozio metafisico in Fondamenta Sant’Anna, a Castello; o rassegne che hanno titoli da romanzo, come “Sono stato rapito centinaia di volte” dell’artista Gosha Ostretsov che evidentemente nel frattempo è stato rilasciato visto che lunedì 8 sarà nel giardino di Palazzo Nani Bernardo a ricevere i suoi ospiti.

All’ombra (anche) godereccia della Biennale, l’arte sarà cucinata, servita e mangiata direttamente in galleria, alla A plus A, dove, dal 10 al 12 maggio, dalle 10 alle 12, “The Breakfast Pavillon” offrirà la prima colazione insieme agli artisti Olaf Nicolai, Anne Sophie Berger e Nicole Wermers.
Ogni scusa sarà buona per imbastire mostre, inventare happening, creare eventi, suggerire performance, esibire artisti, invitare gente e sperare di essere invitati, nel delirio che accompagnerà l’apertura della 57 esima Esposizione Internazionale d’Arte (10, 11 e 12 maggio la vernice, cerimonia di premiazione e inaugurazione sabato 13), massima rappresentazione di cultura che si fa salotto, estro e futuro, tutto insieme.

Fioriranno così cose curiose come “Univers” di Flavio Favelli, dall’8 al 14 maggio, un negozio metafisico in Fondamenta Sant’Anna, a Castello; o rassegne che hanno titoli da romanzo, come “Sono stato rapito centinaia di volte” dell’artista Gosha Ostretsov che evidentemente nel frattempo è stato rilasciato visto che lunedì 8 sarà nel giardino di Palazzo Nani Bernardo a ricevere i suStrariperà, esonderà e occuperà un intero campo la più grande immagine mai esposta in laguna - 135 metri quadrati - del fotografo francese Gérard Rancinan, già vincitore di sei World Press Awards e protagonista della mostra “Revolution” negli spazi di Bel Air Fine Art vicino alla Guggenheim. Una fotografia sul tema dei migranti che, sorvolata da un drone, sarà srotolata l’11 alle 11, e si annuncia come pugno nello stomaco.

Tra un padiglione e un invito, s’intrecceranno cose delicate, come la mostra “Veni Etiam, Naturalia e Mirabilia”: il sogno dell’antico sapere - inaugurazione alle 18 del 9 maggio - in parte nello Studio Mirabilia di Gigi Bon, a San Samuele, e in parte in vetrina alla libreria Lineadacqua. O come le sculture fatte con corda di canapa e stoppa dell’artista Laura Rambelli che il 9 maggio, dalle 15 alle 18.30, al Museo Andrich di Torcello, sotto il titolo “Fatalità” si esibirà in una performance con la musica di Naomi Berrill e i costumi di Ilaria Biggi.

E ancora la mostra di Luca Campigotto “Iconic China” a Palazzo Zen, dal 10 maggio; l’installazione “Evocative Surfaces” di Beverly Barkat a Palazzo Grimani, con preview il 9; la mostra “Le Désir” alla Galerie Alberta Pane che inaugura il 12; i tappeti per “Woven Forms” a Palazzo Benzon, dal 9 maggio.

Poi c’è l’arte che si conta: le sette monumentali opere del giapponese Kan Yasuda adagiate sul praticello all’inglese dell’Aman Venice dal 10 maggio; i 650 tubi in alluminio di Emil Lukase e gli 8.500 aquiloni neri di carta e bambù di Jacob Hashimoto dal 12 maggio a Palazzo Flangini, aquilone più aquilone meno.

Strariperà, esonderà e occuperà un intero campo la più grande immagine mai esposta in laguna - 135 metri quadrati - del fotografo francese Gérard Rancinan, già vincitore di sei World Press Awards e protagonista della mostra “Revolution” negli spazi di Bel Air Fine Art vicino alla Guggenheim. Una fotografia sul tema dei migranti che, sorvolata da un drone, sarà srotolata l’11 alle 11, e si annuncia come pugno nello stomaco.
Tra un padiglione e un invito, s’intrecceranno cose delicate, come la mostra “Veni Etiam, Naturalia e Mirabilia”: il sogno dell’antico sapere - inaugurazione alle 18 del 9 maggio - in parte nello Studio Mirabilia di Gigi Bon, a San Samuele, e in parte in vetrina alla libreria Lineadacqua. O come le sculture fatte con corda di canapa e stoppa dell’artista Laura Rambelli che il 9 maggio, dalle 15 alle 18.30, al Museo Andrich di Torcello, sotto il titolo “Fatalità” si esibirà in una performance con la musica di Naomi Berrill e i costumi di Ilaria Biggi.

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