Una fulminante invettiva contro le nuove modalità e procedure della cosiddetta politica.
LaRepubblica, 21 febbraio 2013
Terrificante l’idea che la politica “in streaming” possa prendere piede e dilagare, costringendoci a simulare competenza e esprimere giudizi sull’intero scibile tecnico-tattico della nostra faticosa comunità: dagli incontri al vertice alle minute faccende che per fortuna qualcuno ha l’incarico di affrontare anche per nostro conto, grazie a quel geniale espediente che è la delega politica.
Sappiamo bene di avere delegato spesso e volentieri chi difettava di competenza o ci rappresentava male o tradiva il nostro mandato; e che questo è il nodo della presente, drammatica crisi politica. Ma se il rimedio è improvvisarci tutti esperti di questioni inevitabilmente a noi ignote, mipiacciando e midispiacciando con velocità ebete, beh è un rimedio peggiore del male.
Non “il popolo del web”, che non esiste, ma una nuova casta veloce di polpastrello e avida di potere è destinata, in quel caso, a soppiantare la vecchia democrazia rappresentativa. Tutti gli altri - milioni di altri - saranno solo il pubblico (mipiacciante e midispiacciante) di un gioco ancora più ristretto e ancora più oscuro, disputato tra nuove consorterie presuntuose e, nella peggiore delle ipotesi, tra bande di fanatici o di manipolatori.