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L’Altra Emilia Romagna è pronta per le elezioni regionali del 23 novembre
16 Settembre 2014
Articoli del 2014
Giovanni Alleva, Ivano Marescotti e Cristina Quintavalla, ex candidati della lista "L'altra Europa con Tsipras" informano che, almeno (per ora) in Emilia Romagna il tentativo di costruire un nuovo soggetto politico alternativo al devastante mainstream neoliberista può avere successo. Approvato un programma per le prossime regionali, «per un'alternativa al Pd e al sistema di potere emiliano-romagnolo».
Giovanni Alleva, Ivano Marescotti e Cristina Quintavalla, ex candidati della lista "L'altra Europa con Tsipras" informano che, almeno (per ora) in Emilia Romagna il tentativo di costruire un nuovo soggetto politico alternativo al devastante mainstream neoliberista può avere successo. Approvato un programma per le prossime regionali, «per un'alternativa al Pd e al sistema di potere emiliano-romagnolo».

Il manifesto, 16 settembre 2014

L’altra Emilia-Romagna è in cam­mino verso le ele­zioni regio­nali del pros­simo 23 novem­bre. Oltre due mesi di incon­tri, dibat­titi, assem­blee nella regione sono ser­viti a riag­gre­gare quel vasto reti­colo di comi­tati ter­ri­to­riali nati per L’altra Europa con Tsi­pras, che tene­vano accesi i motori, pronti a rap­pre­sen­tare agli occhi dei tanti che ci hanno soste­nuto e di quelli ancora delusi e ama­reg­giati, la pre­senza viva e reale della sini­stra radi­cale e anta­go­ni­sta e il suo impe­gno a costruire un’alternativa den­tro e fuori le isti­tu­zioni. Il Coor­di­na­mento regio­nale dei comi­tati ter­ri­to­riali dell’Altra Europa costi­tui­sce un valore aggiunto: mol­ti­plica le risorse e le ener­gie dei sin­goli comi­tati, sti­mola a vedere le que­stioni locali in ottica regio­nale, nazio­nale ed euro­pea, a pre­si­diare i territori.

Il pro­cesso è stato inclu­sivo e par­te­ci­pato, come ben rap­pre­senta l’Appello verso le ele­zioni regio­nali, che nell’Assemblea del 3 set­tem­bre è stato appro­vato all’unanimità e assunto come ana­lisi con­di­visa dei pro­cessi poli­tici ed eco­no­mici in corso a livello locale e nazio­nale. Oltre che dai comi­tati ter­ri­to­riali, espres­sioni di movi­menti e realtà asso­cia­tive impe­gnati nelle mol­te­plici ver­tenze aperte sui ter­ri­tori, l’Appello è stato con­di­viso dalle forze poli­ti­che presenti.

Si tratta di un risul­tato signi­fi­ca­tivo, per­ché rap­pre­senta ancora una volta la capa­cità dei Comi­tati dell’Altra Europa di saper leg­gere e inter­pre­tare il tempo pre­sente e di porsi rispetto a esso come alter­na­tiva credibile.

L’Altra Emi­lia– Roma­gna risponde infatti alla neces­sità di con­tra­stare il lungo governo Pd della regione, che voleva rap­pre­sen­tare la punta di dia­mante del modello di razio­na­liz­za­zione neo­li­be­ri­sta. È qui che sono state rea­liz­zate con incre­di­bile pre­co­cità le pri­va­tiz­za­zioni dei beni comuni pub­blici, dei ser­vizi, l’apertura ai «soci pri­vati», la pro­li­fe­ra­zione di società par­te­ci­pate, le ester­na­liz­za­zioni dei ser­vizi, i patti sociali con impren­di­tori e poteri forti come para­digmi di governo più democratico.

I risul­tati oggi deli­neano i con­torni di una este­sis­sima topo­gra­fia della crisi, che inve­ste l’economia, la società, la poli­tica, pun­teg­giata dalla chiu­sura delle tante realtà pro­dut­tive, un tempo flo­ride, dalla disoc­cu­pa­zione al 9%, dalla pre­ca­riz­za­zione della vita delle gio­vani gene­ra­zioni e non solo, dalle aggres­sioni all’ambiente e al ter­ri­to­rio, dalle nuove ed estese povertà.

Si tratta cer­ta­mente di una crisi sca­te­nata dal fal­li­mento dell’economia neo­li­be­ri­sta (5,3 miliardi di per­dite da parte delle circa 500 società par­te­ci­pate in Emilia-Romagna), dai vin­coli di bilan­cio impo­sti dalla Troika, assunti dai governi nazio­nali e tra­sfe­riti ai ter­ri­tori con tasse e ridu­zione dei tra­sfe­ri­menti (-16% in Emi­lia Roma­gna) e con l’imposizione di poli­ti­che di auste­rità (tagli alla sanità, al per­so­nale degli enti pub­blici ecc.), pagate a caro prezzo dai ceti meno abbienti.

I nostri obiet­tivi fon­da­men­tali riguar­dano la difesa e il raf­for­za­mento dell’intervento pub­blico, con­tro la pri­va­tiz­za­zione dei ser­vizi pub­blici e dei beni comuni, la difesa e l’estensione dei diritti, in primo luogo quello al lavoro, la difesa dell’ambiente e la con­ver­sione eco­lo­gica dell’economia, l’estensione della par­te­ci­pa­zione diretta dei cit­ta­dini alle scelte economico-politiche.

L’Altra Emilia-Romagna vuole met­tere in campo una sini­stra plu­rale, senza set­ta­ri­smi né fazio­sità, rispet­tosa dei pro­cessi e dei tra­va­gli in atto nella sini­stra stessa. Il timone, tut­ta­via è sal­da­mente alter­na­tivo al sistema di governo emi­liano– romagnolo.

Si tratta di una straor­di­na­ria occa­sione per sot­to­porre le cini­che poli­ti­che di auste­rità e di tagli della spesa pub­blica del governo Renzi al fuoco incro­ciato dei pre­cari, dei disoc­cu­pati, delle donne espulse dalla pro­du­zione, dei gio­vani che non stu­diano né lavo­rano, degli anziani con pen­sioni minime, costretti a raz­ziare tra gli scarti dei super­mer­cati, dei senza casa, dei non garantiti.

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