UN-Habitat, L’acqua e gli insediamenti umani, in un mondo che si urbanizza (Capitolo 3 di: UN-Water Assessment Programme, Water,a shared responsibility, Secondo Rapporto Mondiale sull’Acqua, Città del Messico 22 marzo 2006, Executive Summary) – Titolo originale: Water and Human Settlements in an Urbanizing World – Estratto e traduzione per eddyburg_Mall a cura di Fabrizio Bottini
Le sfide poste dalla gestione delle risorse idriche variano enormemente a seconda del tipo di insediamento umano. La gamma dei tipi di insediamento va da quello sparso per abitazioni isolate delle zone rurali, attraverso villaggi e piccole cittadine, sino alle molto più dense e affollate città e mega-città. Metà della popolazione mondiale, e la maggior parte dell’economia mondiale, si collocano nelle aree urbane. Oggi, le grandi città presentano una sfida particolare, con ben 400 centri al mondo con popolazione superiore al milione di abitanti.
A livello mondiale esistono significative tendenze ad un aumento dell’urbanizzazione.
Nella maggior parte dei paesi africani e asiatici, le popolazioni migrano dagli insediamenti rurali verso quelli urbani. Di particolare rilievo sono le notizie di notevole crescita alle periferie di molte delle mega-città mondiali. Meno nota, ma non per questo meno significativa, la crescita di un gran numero di città medie e piccole, la maggior parte delle quali subisce la tensione di una rapida espansione. Nei paesi in via di sviluppo, col totale della popolazione in crescita, in genere la popolazione rurale si prevede in gran parte stabile in termini numerici, mentre ci si aspetta che quella urbana cresca rapidamente. Esistono comunque alcune differenze: l’America Latina è notevolmente più urbanizzata dell’Africa o dell’Asia, anche se quest’ultima possiede alcune delle più grandi città del mondo. Per contro, in alcuni dei paesi più sviluppati, dove la grande maggioranza della popolazione vive nelle città, ci sono segni di una controtendenza: le persone abbandonano le città per un livello di vita migliore nei centri minori circostanti.
Le aree costiere a bassa elevazione stanno diventando sempre più densamente popolate.
Non solo molte delle città e mega-città mondiali si trovano nelle zone costiere, ma anche le densità delle aree rurali in queste regioni stanno aumentando. Molte di queste località si trovano al di sotto, o molto prossime al livello del mare. Di conseguenza, la probabilità di inondazione è in crescita con l’aumento del livello del mare, e quello nell’intensità e frequenza delle tempeste. La vulnerabilità delle popolazioni in queste regioni pone altre sfide alle autorità civili responsabili.
I problemi posti dall’espansione di città e mega-città si mescolano all’inadeguatezza di gran parte dei terreni per l’insediamento umano.
Si tratta in particolare di un problema dei paesi in via di sviluppo. Le terre migliori e più adatte sono già occupate, mentre quelle rimanenti, in genere utilizzate da poveri, immigrati recenti, sono spesso le più a rischio di inondazione a fondovalle, o di frane sui fianchi delle alture. Si tratta anche di zone dove la realizzazione di servizi base come reti idriche e fognarie è più difficile e costosa. Il problema è esasperato dai tassi di incremento della popolazione, che superano di molto la capacità di assorbimento delle comunità. Le infrastrutture necessarie a servire i nuovi arrivi, semplicemente, non possono essere realizzate in tempi altrettanto brevi.
Dato che gli insediamenti umani sono i principali inquinatori delle risorse idriche, è essenziale una buona gestione delle acque pulite e di scarico per ridurre al minimo questo inquinamento, e i rischi per la salute.
L’espansione delle aree urbane e dell’agricoltura in genere offre nuove occasioni per le malattie. Ciò è destinato a continuare con la crescita della popolazione mondiale e l’aumento delle pressioni allo sviluppo agricolo, delle strade e sistemi di trasporto in aree precedentemente prive di insediamenti. Inoltre, con le industrie che tendono a concentrarsi entro o attorno alle città, e la produzione agricola principalmente nelle zone circostanti disponibili, devono aumentare le misure per contenere l’inquinamento e mantenere acque potabili sicure e strumenti di trattamento degli scarichi. Ciò è essenziale per assicurare la salute delle popolazioni, in particolare per gli abitanti delle grandi comunità urbane. Non affrontare questa sfida avrà effetti disastrosi sull’uleriore espansione delle città.
La gestione delle acque dovrà sempre confrontarsi col problema di realizzare un equilibrio fra i diversi utenti.
Si tratta di un problema sia delle grandi comunità urbane che di quelle piccoli e rurali. I bisogni di acqua della produzione agricola, energetica, industriale, sono spesso in concorrenza. Dunque, se sono di importanza prioritaria le questioni relative a una disponibilità adeguata di acqua da bere, per l’igiene e la salute, e a una gestione degli scarichi, si deve comunque trovare un equilibrio fra queste e altre necessità.
Gli insediamenti umani sono il contesto per l’azione.
La battaglia per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) riguardo ad acqua e scarichi dovrà svolgersi nelle città, cittadine e villaggi. È qui che si concentrano la gran parte della produzione industriale e delle attività economiche, e dove si prendono le decisioni critiche di governo. Con la crescita fisica e finanziaria delle città, rispetto ai più rarefatti insediamenti rurali, le sfide dell’acqua stanno diventando sempre più di carattere urbano. Le amministrazioni cittadine e municipali giocano un ruolo centrale nella gestione delle acque assicurandone la fornitura, rete fognaria e smaltimento. È di cruciale importanza il modo in cui gli obiettivi per la gestione delle acque si inseriscono nel quadro più ampio delle politiche ambientai ed economiche. A questo livello le iniziative strategiche si traducono in realtà, e necessitano di sostegno politico e amministrativo per risolvere conflitti e trovare consensi fra parti e interessi in concorrenza. Si devono coordinare e gestire le iniziative in queste aree, se si desidera un significativo miglioramento nelle vite dei 100 milioni di abitanti degli slum entro il 2020.
Nota: qui di seguito scaricabile la versione integrale originale dello “Executive Summary” del Rapporto (f.b.)