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Sandro Roggio
L'abusivismo costiero avanza con buona pace dei comuni
20 Novembre 2010
Sardegna
46 anni dopo la “legge ponte urbanistica” gli apostoli della modernizzazione reinventano la lottizzazione abusiva; l’abusivismo invece, in Italia, è sempreverde. La Nuova Sardegna, 20 novembre 2010

Sempre più spesso si legge che la Magistratura indaga su lavori nelle coste sarde. Come se vi fosse una ondata di aggressioni al territorio che i comuni non fronteggiano. Non sorprende che i cantieri al mare siano guardati con sospetto (gli espedienti per eludere norme e scansare autorizzazioni non si contano, la posta è rilevante).

Il caso più recente è quello di Malfatano - Tuerredda, uno dei luoghi che rischiamo di perdere. Diffidenza opportuna per un progetto che appartiene a quella 'fase grigia' che precede la legge salvacoste. Quei 140mila mc in un posto fantastico, con vincoli archeologici e paesaggistici, sono stati proposti in più comparti per ovviare alla valutazione d'impatto. Come non andare a vedere con cura contenuti e tempi delle autorizzazioni? O le varianti al piano originario ? Colpisce quella spostamento di quote con destinazione alberghiera a vantaggio delle case da vendere: una scelta (d'interesse pubblico?) che il comune di Teulada annuncia con giubilo. Mille grazie dagli investitori Marcegaglia, Benetton, Monte dei Paschi, Caltagirone, ecc., per i benefici prodotti all' impresa immobiliare.

Brutte notizie sul fronte dell'abusivismo edilizio. Crescono nelle aree urbane gli abusi vari. E si moltiplicano gli abusi ricchi: isolati e/o associati in forma di 'lottizzazioni'. Case da adibire alla villeggiatura che passano per attrezzature agricole ma con vistamare, piscina e prato verde.

L'ultimo caso, notevole, è segnalato a Olbia (la notizia di indagini su “La Nuova Sardegna”). Olbia è in un contesto di rara bellezza, continuamente erosa: può soccombere per sottovalutazione dei rischi, e anche per una insufficiente dotazione di uomini e mezzi – come si dice per le emergenze. Nella capitale del turismo ti aspetteresti grande sollecitudine data quella crescita clamorosa. Gli abusivi in questione – secondo le cronache – sono forestieri che hanno comprato da sardi una sessantina di ettari (l'estensione di un paese, come non mi era mai capitato di leggere) frazionati in tanti pezzi in barba alle leggi. Nessuno si è accorto che lì, a due passi dalla città, stava sorgendo una curiosa comunità di contadini residenti tra Bergamo e Berlino.

Eppure questo modo di fare è ormai tra le truffe note dappertutto e solo qualche sprovveduto non vede che il trucco è sempre lo stesso, come nel gioco delle tre carte nella rambla di Barcellona o nei vicoli di Napoli.

La letteratura è piena di sentenze che spiegano il reato e i suoi modi tentacolari, evidente prima di materializzarsi nelle case già nella fase del frazionamento ( la lottizzazione “cartolare”) quando si capisce che sta sorgendo un quartiere. Vorrei vederla la faccia di un sindaco che legge sul giornale il titolo “scoperta una lottizzazione abusiva” e si accorge che riguarda la sua città. Quella faccia stupita incentiva i contravventori.

E' comprensibile che il Comune di Olbia non si sia reso conto dell'abuso, per mancanza di uomini e mezzi – appunto. Però è bene notare che qualcosa non va, e riguarda la debolezza del messaggio. E' risaputo che la strumentazione di cui il Comune dispone è molto ma molto arretrata. E di recente, dal municipio, l'avviso della ennesima variante al PdiF (sta per piano di fabbricazione). La più vecchia tra le tipologie di piani urbanistici che viene da una legge dello stato ancora fascista. Ecco: la città sarda con la maggiore crescita di case ha un piano aggiustato strada facendo e mai adeguato alla evoluzione delle leggi degli ultimi decenni. Per questo quell'avviso di variante al PdiF suona strano, sa di antico, di colpevolmente inadeguato. Come leggere che un ufficio pubblico, nell'epoca della informatizzazione, aggiusta le vecchie macchine da scrivere e compra pacchi di carta carbone. Non siamo messi bene, i due esempi non sono soli (c'è roba per tutti i gusti) in in intreccio di disorganizzazione, connivenze, indifferenza. E' troppo sperare in un treno dei desideri... che all'incontrario va ?

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