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Caterina Pasolini
L´abitazione è il primo diritto: impariamo dalla destra francese
1 Febbraio 2007
Abitare è difficile
Nell'intervista al ministro Ferrero, l'analisi del problema della casa in Italia, a commento dell'inchiesta di Repubblica. Da la Repubblica, 31 gennaio 2007 (m.p.g.)

«La destra francese è meglio di noi. Sul problema della casa è dieci anni più avanti dell´Italia che è immobile da anni. E se non affrontiamo subito il problema la situazione già drammatica diventerà ingestibile: una vera guerra tra poveri, tra italiani e immigrati».

L´insospettabile sponsor della politica neo gaullista è il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, di Rifondazione Comunista. Che con queste parole commenta l´inchiesta di Repubblica sugli immigrati costretti a dormire «a ore», a turno, pagando anche 400 euro per un cuscino a tempo determinato.

Italiani sfruttatori?

«In alcuni casi sì, ma soprattutto di memoria corta. Negli anni ‘50 a Torino erano loro gli operai che affittavano lo stesso materasso in tre dormendoci a turno, in base ai ritmi della fabbrica. E questo quando andava bene, perché spesso sul palazzo c´era un cartello: non si affitta ai terùn. E dei meridionali si diceva quello che si dice oggi degli immigrati: che spaccavano tutto, che cucinavano per terra».

Vero o falso?

«La realtà è che la convivenza forzata, il vivere in stamberghe senza luce, senza gas porta al degrado. Io so solo che quando gli immigrati hanno avuto anche un piccolo spazio ma tutto loro, l´ho trovato molto più pulito di casa mia».

Stamberghe, case ghetto perché?

«Due i motivi, la Bossi Fini che fa sì che una persona che lavora, che ha un reddito ma ufficialmente è clandestina, sia ricattabile sul problema casa e quindi sfruttata».

Colpe dello Stato?

«Abbiamo distrutto negli anni il patrimonio dell´edilizia pubblica. Nell´84 si costruirono 34mila alloggi popolari, nel 2004 neppure 2000. L´Italia ha solo il 4 % di alloggi popolari, la Francia il 20%, la Spagna investe 8 miliardi l´anno in questo settore».

Francia batte Italia, almeno sulle case?

«Sì, e per di più stanno discutendo un progetto di legge per cui la casa diventa un diritto soggettivo, come la sanità da noi, e hanno in progetto 150mila alloggi popolari. Da noi nulla e questo rischia di portare ad una guerra tra poveri».

Guerra tra poveri?

«Sì, è sulla mancanza di case, sui servizi il vero terreno di scontro sociale. Se non vogliamo che ci si avvii ad un razzismo dilagante bisogna intervenire. Se lasciamo marcire la situazione la pagheremo nei prossimi anni».

Allora costruite?

«Nella finanziaria non c´è una lira, ma ho chiesto di mettere il tema della casa al centro del tavolo del welfare».

E ora?

«Intanto oggi è in discussione l´approvazione del disegno di legge per il blocco degli sfratti per le fasce deboli. Nel disegno è previsto che entro due mesi ci sia un tavolo in cui le regioni ci facciano sapere il loro fabbisogno abitativo. Da lì la stesura di un piano di intervento concreto».

E per i ghetti?

«Nella finanziaria ci sono 50 milioni di euro per la politica di inclusione, per il superamento dei ghetti come via Anelli a Padova. Un lungo lavoro con regioni, comuni, servizi sociali per creare comunità, convivenza tra immigrati e italiani e non mondi di esclusi. Soldi che verranno spesi così anche per individuare i ghetti e trovare alloggi in giro per la città dove inserire le famiglie arrivate dall´estero; con l´intervento dei servizi, con mediatori culturali, assemblee di cittadini. Ovviamente il tutto con l´aiuto e la cooperazione economica di regioni e comuni».

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