Oltre a spingere la Francia verso l’instaurazione di uno stato di emergenza che porta alla sospensione dei diritti civili e verso logiche di coinvolgimento degli altri paesi europei in atti di guerra, con il beneplacito formale degli organi della Ue, scatena antichi contrasti, rivalità e regolamenti di conti.
Il governo turco - che ha finora utilizzato la guerra al terrorismo per farla contro i Curdi che si battono contro l'Isis difendendo loro territori che la comunità internazionale continua a negargli, riconquistando città e posizioni che sembravano perse - ha deciso con un atto di guerra vero e proprio di abbattere un aereo russo.
Non si tratta qui di disputare di quanto e se il velivolo russo abbia violato lo spazio aereo turco. Si tratta di fermare una spirale che ci può portare verso il baratro di una guerra generale. La Turchia ha chiesto la convocazione immediata del Consiglio della Nato Nord. Dal canto suo Putin reagisce parlando di crimine e di conseguenze tragiche.
Chiediamo che l’Onu si occupi immediatamente della questione per fermare il crescendo dello scontro e le sue possibili ripercussioni militari su larga scala. L’Unione europea è chiamata direttamente in causa e deve svolgere finalmente un’iniziativa di pacificazione. Altrimenti assisteremo al trionfo contemporaneo delle strategie terroristiche e di guerra secondo una spirale che ben conosciamo e che ha già portato milioni di morti dalla prima guerra del Golfo, passando per la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia, fino alla tragedia siriana.
Un contributo decisivo deve e può giungere dai popoli di tutto il mondo, dai movimenti per la pace, da parte di tutti coloro che sono contro il terrorismo e la guerra, due aspetti della stessa barbarie.