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Giancarlo Bulla
La Regione boccia l’acquedotto della Costa.
10 Maggio 2006
In giro per l'Italia
"Sarrabus, senza la valutazione d’impatto ambientale il cantiere non sarà aperto". Da la Nuova Sardegna, 10 maggio 2006

VILLASIMIUS. Il nuovo acquedotto della Costa sudorientale non è più una certezza. L’assessorato regionale all’Ambiente ha detto che il mega progetto dovrà essere sottoposto alla Valtuazione d’impatto ambientale se il ministero dirà: "È un’opera autonoma rispetto alla diga di Monte Perdosu sul Flumendosa", come sostiene l’Eaf, che ha finanziato l’acquedotto.

"Si tratta - dice Stefano Deliperi, portavoce del gruppo di Intervento giuridico e degli Amici della Terra di un deciso stop ad un progetto che è sembrava ormai cosa fatta nel silenzio generale". Il progetto costerà sessanta milioni di euro ed è compreso nel primo programma di opere di interesse nazionale (la cosiddetta legge obiettivo) approvato dal Comitato per la programmazione economica. "Il complesso delle opere - sottolinea Stefano Deliperi - appare dal forte impatto ambientale sia durante l’esecuzione che una volta ultimato. Prevede, tra l’altro, alcuni grandi scavi in zone rocciose di grande importanza naturalistica, oppure la costruzione di condotte per settanta chilometri, e ancora dodici grandi serbatoio in calcestruzzo sulle altura lungo la costa tra Muravera e Villasimius in vicinanza del mare. Davvero troppo".

Le due associazioni ecologiste sostengono che parte delle opere ricadono all’interno di aree tutelate e nei siti di importanza comunitaria dei Sette Fratelli e della foce del Flumendosa Sa Praia. "L’acquedotto in progetto - dice Deliperi - non avrà una fonte idrica diretta, in quanto la diga di Monte Perdosu da cui l’acquedotto dovrebbe dipendere, non è stata ancora realizzata e nè finanziata. Quest’opera - conclude Deliperi - potrebbe pertanto non essere mai realizzata viste anche l’opposizione dei comuni del Gerrei e delle popolazioni interessate, e quindi l’acquedotto resterebbe di fatto senz’acqua". Per le due associazioni ecologiste, inoltre, la Regione fa bene a difendere il Flumendosa, che, a causa di troppi sbarramenti, porterebbe alla salinizzazione della falda. La costruzione della condotta potrebbe inoltre causare l’interruzione della circolazione sotterranea della falda e danni gravissimi ai pozzi che sono la fonte potabile del Sarrabus. Durante la crisi idrica che ha colpito la Sardegna alla fine degli anni ’90 e nei primi due anni del 2000, Muravera, San Vito, Villaputzu, Castiadas e loro località turistiche non hanno patito la siccità proprio grazie a quei pozzi oggi in pericolo. "Questo progetto - dice Stefano Deliperi - ha posto e continua a porre moltissimi interrogativi che soltanto il procedimento di valutazione di impatto ambientale potrebbe far considerare nelle dovute prospettive. Tutto dev’essere valutato attentamente, perché tutta la mega struttura potrebbe costare cara alla collettività sul piano ambientale ed economico- sociale". Il Via è stato richiesto anche dal senatore di Rifondazione Francesco Martone, con un’interrogazione al ministro dell’Ambiente presentata alla fine della scorsa legislatura, mentre gli ambientalisti hanno già ricorso alla Commissione Europea.

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