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La Provincia ricorre al Tar contro le dighe mobili
21 Agosto 2005
MoSE
Prosegue la guerra contro l'illeggiitimo MoSE. Notizie dalla Nuova Venezia del 6 aprile 2004

VENEZIA. La Provincia va fino in fondo nella sua battaglia giuridico-politica contro il via libera alla realizzazione del Mose e dagli annunci è passata alle vie di fatto. Ieri, ha così depositato al Tribunale amministrativo il ricorso che impugna l’atto con il quale il Comitatone ha dato il via libera al progetto esecutivo dell’opera e, da subito, alle opere «complementari», già in cantiere. Contestualmente, però, è stato chiesto ai giudici di attendere - per decidere - l’esito del ricorso che Ca’ Corner ha presentato alla Corte europea. «Mi aspetto che vengano sospesi immediatamente i lavori», commenta l’assessore Ezio Da Villa, «sarebbe grave che proseguissero: chi pagherebbe se poi i giudici dovessero darci ragione, ritenendo illegittimo l’iter di approvazione?». La giunta provinciale, infatti, sostiene che la procedura attuata dal Comitatone abbia violato una serie di norme: italiane (non è stata ripetuta la valutazione d’impatto ambientale, dopo che la prima Via era stata annullata dal Tar, mentre per le opere complementari si è proceduto solo con una Via regionale) ed europee. A questo proposito, si contesta che non sia stata seguita la direttiva Habitat 1992 che tutela i siti di interesse comunitario, com’è certamente Venezia e la sua laguna, e dunque non si sia acquisita una specifica valutazione d’impatto ambientale europea. Infine, si contesta anche la violazione delle norme sulle opere pubbliche, che prevedono gare d’appalto a livello europeo, dal momento che qui il Consorzio Venezia Nuova opera in regime di concessione unica. (r.d.r.)

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