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Giovanni Valentini
La finanza distruttiva
26 Aprile 2005
In giro per l'Italia
Prima d’andar via portano via tutto. Da la Repubblica del 26 aprile 2005

Dalla finanza creativa, alla finanza distruttiva. Distruttiva dell´ambiente, della natura, del paesaggio e quindi anche del turismo, ultima risorsa del povero Belpaese. Si sentiva la mancanza di un tocco di fantasia, di originalità, diciamo pure di spregiudicatezza e improvvisazione nell´azione di governo.

Ed ecco che il ritorno di Giulio Tremonti a palazzo Chigi, l´ex ministro dei condoni e dell´una semper, riporta il Berlusconi-bis alla realtà, alla concretezza dei progetti, alla fattibilità delle grandi e piccole opere che il centrodestra ha già realizzato sull´intero territorio nazionale, a dispetto dell´incredulità popolare e dello scetticismo della Corte dei Conti.

Ed ecco che il ritorno di Giulio Tremonti a palazzo Chigi, l´ex ministro dei condoni e dell´una semper, riporta il Berlusconi-bis alla realtà, alla concretezza dei progetti, alla fattibilità delle grandi e piccole opere che il centrodestra ha già realizzato sull´intero territorio nazionale, a dispetto dell´incredulità popolare e dello scetticismo della Corte dei Conti.

Con l´autorevolezza che gli deriva dal risanamento del bilancio pubblico e dal rilancio dell´economia, per cui appena qualche mese fa venne dimissionato dalla sua stessa maggioranza, ora il neo-vicepresidente del Consiglio si ripresenta come il salvatore del Sud, il profeta del Mezzogiorno derelitto e abbandonato. Altro che "asse del Nord", altro che rapporti privilegiati con Bossi e con la Lega. Il "mezzo ministro", come lo ha elegantemente appellato nei giorni scorsi il suo collega Roberto Maroni, sfodera subito un Piano straordinario per il Riscatto meridionale, senza alcun riferimento – beninteso - al sequestro sociale operato negli ultimi anni dal centrodestra e tantomeno all´occupazione militare della criminalità organizzata.

Vendiamo le spiagge, annuncia euforico Tremonti, laddove al posto degli arenili e degli stabilimenti bisognerebbe intendere più correttamente l´argenteria di famiglia o addirittura le mutande. Ma sì, vendiamoci anche le "gabine", come direbbe il leader dei cieloduristi, con tutti gli ombrelloni e le sedie a sdraio. Vendiamoci le vocali e le consonanti. La storia e la cultura. L´ambiente e il paesaggio. Diamo tutto ai privati in concessione centenaria, comprese magari le frequenze televisive che già non sono assegnate a Mediaset, così perfino i "terroni" potranno diventare ricchi come Berluscon de Berlusconi. Questo è il nuovo "vento del Sud".

Nel giorno in cui si celebra l´anniversario della Resistenza, la Costituzione e l´unità nazionale, il nostro vice-premier smentisce in un colpo solo tutte le divisioni e le polemiche, ripartendo dal fondo dello Stivale. Berlusconi non partecipa alla manifestazione di Milano? E lui, in compenso, si schiera sul fronte meridionale. Il turismo di massa sta arrivando dalla Cina e dall´India? E allora, iniziamo la stagione dei "grandi saldi": mettiamo in vendita l´acqua di mare, come voleva fare Totò con il Colosseo; costruiamo castelli di sabbia e affittiamo pure il solleone, per coprire i "buchi" prodotti dalla politica del Superministro dell´Economia.

Mancano i soldi per riparare le strade, per l´ordinaria manutenzione, per la pulizia urbana e per tutto il resto? Poco male. Bisogna costruire "aeroporti a quattro piste", come vaneggia testualmente il sottocapo del governo, per attirare "charter" di turisti cinesi e indiani, riempire alberghi e pensioni, invadere ristoranti e bar. La soluzione è semplice: basta emettere un bel pacchetto di "bond", modello Parmalat o modello Argentina, spiaggia-bond, spaghetti-bond o pizza-bond e il gioco (di prestigio) è fatto.

Di fronte alle ultime esternazioni di Tremonti, l´ironia può essere una magra consolazione, un piccolo conforto. Non si riesce a prenderlo sul serio. Veramente non si sa più se ridere o piangere. Ma purtroppo la realtà di questo governo-balneare – sarà proprio il caso di chiamarlo così d´ora in poi - supera ogni fantasia. I "nuovi barbari" sono alle porte. Ma,

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