Tra le bizzarrie del duce dei grillini la sua concezione della democrazia è certamente quella più innovativa. E l'"innovazione" piace molto, di questi tempi.
Il manifesto, 14 gennaio 2014
Oggi, giunta finalmente al voto la legge sulle «depenalizzazioni» comprensiva dell’abolizione della vergogna italiana del reato di clandestinità, ecco la mossa a sorpresa, la votazione-lampo organizzata da Grillo e Casaleggio.
Su di loro si scatenò l’ira funesta del padre-padrone e del suo presunto ideologo internettiano. Se avessimo sostenuto l’abolizione del reato di clandestinità in campagna elettorale – sostenne allora il tandem – «avremmo avuto percentuali da prefisso telefonico». Siamo contrari «nel merito e nel metodo», aggiunsero per chiarire che quell’emendamento avrebbero dovuto rimangiarselo. In cima ai pensieri di questi perfetti imprenditori della paura, c’era, e resta, il calcolo elettorale, l’inseguimento delle pulsioni peggiori del populismo contro gli immigrati, il non schierarsi né a destra, né a sinistra, per guadagnare il massimo consenso dalla crisi dei partiti.
E visto che alla fine quelle poche migliaia di voti (circa 24 mila) in maggioranza (poco meno di 16 mila) hanno appoggiato l’abolizione dell’odioso reato (9 mila quelli che, invece, avrebbero voluto confermarlo), forse Grillo e Casaleggio dovranno rassegnarsi a cominciare a restituire una parte dei consensi sottratti alle destre leghiste. E magari domani vedersi sfuggire anche quelli avuti in dono dal Pd di Bersani. Se l’abile e astuta strategia di Renzi riuscirà a essere più efficace della propaganda grillina sul finanziamento pubblico e la legge elettorale, nemmeno le maglie strette del controllo della rete riusciranno a trattenere il bottino elettorale conquistato cavalcando la grande paura