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Sandro Roggio
La bellezza della Alghero-Bosa e la scelta del golf a Tentizzos
17 Agosto 2013
Sardegna
Un vortice di contraddizioni tra spot propagandistici e interessi immobiliari. Lo Stato si farà coinvolgere negoziando con Cappellacci le tutele del PPR di Soru?

La Nuova Sardegna, 17 agosto 2013
Sarebbe bello se la strada Alghero-Bosa conquistasse il riconoscimento Unesco. Una strada di altri tempi, adagiata naturalmente in quella morfologia complessa, senza le forzature per accorciare le distanze consentite dai mezzi che oggi bucano le montagne. E' uno spettacolo fantastico quello che offre, con i colpi di scena che si susseguono andata e ritorno. Naturalmente diverso in ogni stagione, ma d'estate è davvero difficile immaginare quanto è Sturm und Drang d'inverno. Lo sguardo senza ostacoli da una parte e l'incombenza dei rilievi dall'altra (l' autoradio che a tratti riceve solo emittenti spagnole ti ricorda la posizione). Non sono molte le strade che si dispiegano per decine di chilometri senza deluderti o annoiarti (va bene anche in auto per chi non ce la fa a piedi o in bicicletta).

Ma soprattutto non ti aspetti – com'è raramente – l'assenza di tappe edificate per cui questo luogo sembra indivisibile e irriducibile. Un' amica molto devota prova a convincermi che quel profilo impervio è una scelta del Creatore in un impeto di precauzione: la difficoltà di accesso – e i costi di urbanizzazione nolto elevati – ne hanno impedito la razzia, toccata a luoghi espugnabili a più basso costo. La Provvidenza contro la speculazione.

Eppure ecco il programma di Condotte Immobiliare di rompere l'incantesimo. L'impresa romana che detiene una grande proprietà nel percorso, vuole fare un campo da golf con annessi 70mila mc proprio lì a Tentizzos nel Comune di Bosa. Una frattura in questo punto (un sacrilegio – secondo la mia amica) avrebbe un effetto travolgente, perché tutto si tiene in un ecosistema così delicato, habitat ideale per i grifoni che rischiano a ogni volo una overdose di biodiversità nella quale stanno felici.

Il benemerito piano paesaggistico regionale vieta la trasformazione di questo luogo interno alla fascia costiera tutelata. Il sindaco di Bosa sarebbe orgoglioso dell'attenzione Unesco, ma è fatalmente attratto dal progetto di Condotte. E quindi azzarda la solita capriola: sì a Tentizzos patrimonio del Mondo – spot ambito – ma no alle tutele del Ppr che la Regione di oggi rinnega. Attenzione: la Val d'Orcia ha rischiato di essere esclusa dall'elenco Unesco per poche case a schiera nei pressi di Montalcino.

A Cappellacci dell'Unesco non gli importa niente, e lavora alacremente per derogare a domanda il Ppr: immaginando il salvacondotto discrezionale (come il guidaticum medievale ?) in Planargia e in Gallura, e per conseguenza ovunque: a chi saprà bussare forte sarà aperto. Un piano riconfezionato a domanda. Un disegno palesemente illogico anticipato da atti traballanti che si puntellano a vicenda e già impugnati dal governo per sospetta incostituzionalità. Nel quale la gerarchia degli interessi è capovolta a vantaggio di quello edilizio, ovviamente subordinato nel Codice dei beni culturali a quello paesaggistico.

Il programma del governo regionale si dovrebbe concludere in autunno. Solo se lo Stato, che rappresenta un interesse non solo locale per la conservazione del paesaggio sardo, deciderà di farsi coinvolgere nel vortice di contraddizioni.

Conterà molto nei prossimi mesi la risposta che sapremo dare. Il gruppo di cittadini, organizzato nel web (SalviamoTentizzosPerBosa) ma con i piedi in terra, dimostra in modo clamoroso quanta attenzione si possa suscitare su questi temi. Questa mobilitazione, al di fuori di processi partecipativi sollecitati e assistiti, sta contribuendo a spiegare l'inutilità del ciclo edilizio nelle coste che da decenni sottrae bellezza all'isola senza restituire quasi nulla. Dalla difesa di Tentizzos alla difesa delle regole senza eccezioni: è la risposta che la Sardegna darà se potrà contare su una informazione senza reticenze e se la politica farà la sua parte senza ambiguità.
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