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La battaglia di Venezia. Protesta e repressione
19 Settembre 2012
Vivere a Venezia
Nella pacifica e festosa Venezia, violenta l’aggressione contro chi protesta contro mercificazioni di un prezioso bene culturale. Articoli di Manuela Pivato e Giorgio Cecchetti, La Nuova Venezia , 17 e 18 settembre 2012. in calce i link ai filmati in youtube

17 settembre 2012

Battaglia navale in Bacino

Msc e Costa bloccate per ore

di Manuela Pivato

Un carosello di spruzzi, fumogeni, virate, moto d’acqua, topette all’attacco e poi messe in fuga dalle sciabolate d’aria di un elicottero della polizia. Una quasi battaglia navale in bacino San Marco dove, ieri pomeriggio, le barche del comitato No Grandi Navi hanno tenuto in scacco tre città galleggianti costringendole a rinviare di quasi tre ore la partenza da San Basilio. Davide contro Golia, un centinaio di gusci di legno e resina contro i grattacieli di Costa e MSC Crociere, i megafoni e i cartelli contro le navi più alte del campanile di San Marco. A fine giornata, chi bagnato fradicio e chi furibondo, il Comitato non si può lamentare.

«Ci sono stati momenti di tensione ma per fortuna non è successo niente di grave – spiega il portavoce del Comitato, Silvio Testa – Abbiamo ottenuto un grandissimo successo perchè queste immagini faranno il giro del mondo e tutto il mondo saprà il danno che ogni giorno subisce la città». Le immagini che stanno già facendo il giro del mondo sono quelle di un piccolo esercito arrivato nel primo pomeriggio a Punta della Dogana con ogni mezzo. Chi in bicicletta da Mira, chi in monopattino, chi in barca a remi, a vela o a motore. In trecento lungo le rive, un centinaio le imbarcazioni nel Canale della Giudecca dentro lo spazio delimitato dal nastro bianco e rosso della polizia che controlla chi è al timone e chi sta a bordo. Le forze dell’ordine non vogliono guai. Il Comitato No Grandi Navi vuole invece la massima visibilità possibile e la cerca in una domenica pomeriggio che prevede il passaggio di Costa Favolosa, Msc Opera e Msc Musica nell’arco di un paio d’ore. Inizia quasi come una scampagnata, con le magliette del Comitato infilate sui vestiti, la musica di Jovanotti, i cani, i palloncini. Arrivano i No Tav di Portogruaro, i No Dal Molin di Vicenza, quelli contro il rischio chimico di Marghera. Tanti No messi insieme che aspettano al varco navi le cui scialuppe sono dieci volte più grandi della barca più grande. La Costa Favolosa, che avrebbe dovuto passare in bacino San Marco alle 16.30, per prudenza resta agli ormeggi in Marittima. I crocieristi si consolano con un drink e il Comitato festeggia un risultato che sembrava insperato. Nell’euforia le prima barche iniziano a superare il nastro di delimitazione e la polizia stringe. La Questura manda una mezza dozzina di moto d’acqua che cerca di riportare le barche al loro posto lungo la riva ma la situazione è ingovernabile. Non appena, poco prima delle 19, si staglia la sagoma della Favolosa le barche del Comitato la circondano e partono i primi fumogeni. Da lassù, sull’ottavo ponte della Costa, il razzo dev’essere sembrato poco più di un moscerino ma quaranta metri più in basso, sul pelo dell’acqua, c’è chi se la vede brutta. Per disperdere la flotta arriva un elicottero della Polizia che scende a pochi metri d’altezza. Le pale appiattiscono la superficie del bacino, l’aria alza getti d’acqua che inondano le barche, volano insulti, qualcuno scappa, qualcuno insegue, i più coraggiosi restano per tentare il bis con l’arrivo della Msc Opera e magari poi con la Msc Musica. L’elicottero scende nuovamente e anche i più oltranzisti capiscono che tanto ormai è fatta. I 6 mila crocieristi torneranno a casa almeno con il dubbio. Il consigliere Beppe Caccia intanto annuncia un esposto alla Procura contro l’intervento dell’elicottero: «Una scelta criminale che ha messo a rischio l’incolumità di decine di persone oltre a quella dei monumenti della città».

18 settembre

GRANDI NAVI»LA PROTESTA FINISCE IN PROCURA

Decine di denunce tra i manifestanti

di Giorgio Cecchetti

Denunce e controdenunce. La manifestazione organizzata dal Comitato No Grandi Navi in bacino San Marco avrà una coda velenosa e toccherà alla Procura sbrogliare la matassa: il capo della Digos Ezio Gaetano ha preannunciato una quarantina di segnalazioni per interruzione di pubblico servizio, lesioni (quattro poliziotti sarebbero rimasti feriti con una prognosi di una decina di giorni ognuno), tentato naufragio e pericolo per la navigazione. Dall’altra parte il consigliere comunale Beppe Caccia ha annunciato che, oltre ad un’interrogazione urgente, presenterà un esposto «per le scelte estremamente pericolose compiute da Capitaneria di Porto, Autorità portuale e dalla Questura». E ci sono riprese tv, fotografie e testimonianze sulle spericolate manovre sia delle imbarcazioni della Polizia sia dell’elicottero. Le denunce della Digos devono essere ancora formalizzate e ancora non c’è il pm che dovrà occuparsene, comunque, ieri, il capo della Digos ha sostenuto che «è stata garantita la libertà di manifestare» e che le forze dell’ordine sono intervenute «per evitare che l’occupazione del canale potesse essere oltre che illegale anche pericolosa».

Stando alla ricostruzione della Polizia, sarebbero state poco più di una decina le barche che avrebbero sorpassato il limite prestabilito negli accordi tra Questura ed organizzatori della manifestazione, con la conseguenza che una trentina di persone verranno denunciate per interruzione di pubblico servizio e pericolo per la navigazione, mentre un’altra decina saranno segnalate anche per tentato naufragio e lesioni perché, a bordo di un topo, avrebbero speronato due volanti lagunari e ferito i quattro agenti a bordo. Caccia, invece, sostiene che sarebbero state le forze dell’ordine a tenere un atteggiamento di «incompetente arroganza, messa a servizio degli interessi di pochi padroni della crocieristica». Nell’esposto si legge che «per intimidire le imbarcazioni dei manifestanti hanno fatto volare un elicottero a pochi metri dalle teste delle persone e da monumenti patrimonio dell’umanità come la basilica di San Giorgio, e le lance della Polizia non hanno esitato a speronare sandoli e mascarete, mettendo a rischio l’incolumità di decine di cittadini». Tra i manifestanti non c’erano solo giovani ed esponenti dei Centro sociali, ma anche signori anziani e rappresentanti di Italia nostra. Uno di loro racconta: «Ero attraccato al pontile della Buncintoro con la mia barca e ho visto un gommone con due ragazzi che procedeva quasi sotto riva avvicinato a grande velocità da un’imbarcazione della Polizia, che ha girato intorno più volte, provocando onde piuttosto alte, le quali hanno rischiato di far ribaltare l’imbarcazione. Non contento, un poliziotto si è messo a urlare ai due giovani: «Mongoli, tornate a casa» . Un altro riferisce dell’elicottero che volava a meno di dieci metri sopra la sua testa e che sollevava colonne d’acqua, bagnando tutti. «Ci vorranno ore e ore di manutenzione, poi, per sistemare turbine e motori pieni di acqua salata e a pagare siamo noi», aggiunge.

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