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Michela Barzi
Ithaca. Più abitanti, meno parcheggi
4 Marzo 2015
Dalla stampa
«Insomma il "ragazzo del parcheggio"' a partire da un gesto simbolico e dal proprio esempio, ha dimostrato cosa vuol dire amministrare una città di trentamila abitanti ribaltando il paradigma dominante basato sul mezzo motorizzato individuale
». Millennio urbano, 3 marzo 2015


Svante Myrick aveva 24 anni quando è stato eletto alla guida dell’amministrazione di Ithaca, una città dello stato di New York che deve la propria notorietà alla Cornell University che qui ha sede. Cresciuto senza il padre (nero), dalla madre (bianca) tra mille difficoltà economiche, il quasi ventottenne of color deve molto del proprio impegno politico alla lettura dell’autobiografia di Barack Obama.

In una lunga intervista recentemente apparsa sul Washington Post, Myrick ha elencato le linee guida del proprio mandato, giunto quasi al termine, dalle quali si può desumere un’idea piuttosto chiara di città, che passa anche da piccole ma significative rivoluzioni in campo urbanistico. Esse riguardano sostanzialmente i cambiamenti che vanno intrapresi in relazione al flusso in controtendenza che dal suburbio americano sta convogliando nuovi abitanti nelle aree urbane centrali. Il tutto si traduce in più densità edilizia anche a costo di derogare le regole sui posti auto, una presenza che dal secondo dopoguerra è diventata dominante non solo nelle città americane.

Myrick , da Millennial qual è, vede nell’urbanistica non solo un argomento di tendenza, «una moda passeggera buona per gli hipster», ma il punto centrale del proprio operato di sindaco. Se la sua generazione sta tornando a far crescere la popolazione delle città («Quante persone conoscete che sono desiderose di vivere in un sobborgo?» si chiede) la risposta non può che essere un tessuto urbano più denso, che consenta alle persone di camminare anziché usare l’auto e che faccia del parcheggio una presenza tendenzialmente inutile nel paesaggio urbano. Egli è convinto che la sostituzione del paradigma suburbano dipendente dall’auto con uno stile di vita basato sulla connettività del tessuto urbano «sia un cambiamento permanente. Al contrario penso che ciò che abbiamo vissuto negli ultimi 50 anni sia stato un passaggio temporaneo. Le città europee, che ammiriamo e dove amiamo andare in vacanza sono piene di persone e di luoghi, non di parcheggi».

Il giovane sindaco crede innanzitutto al potere dell’esempio: appena entrato in carica ha venduto la sua auto e da allora si reca ogni giorno nel suo ufficio a piedi o con l’autobus compiendo un viaggio di oltre tre chilometri tra andata e ritorno. «E’ importante che la gente mi veda sull’autobus o a camminare con il mio zaino sulle spalle da e verso il municipio, davanti al quale c’è un posto auto a me riservato.»

Myrick decise ad un certo punto di trasformare il parcheggio più ambito della città in qualcosa d’altro. «Abbiamo preso alcune panchine da uno dei nostri parchi cittadini e abbiamo utilizzato un albero che doveva essere abbattuto per farne delle fioriere. Abbiamo aggiunto un cartello che diceva “e amici.” Così la scritta ora è “per il sindaco e amici”. Abbiamo trasformato il parcheggio riservato al sindaco nel più piccolo parco nella città. E’ davvero molto piccolo, ma è stata la prima di altri grandi cambiamenti che abbiamo introdotto.» aggiunge, riferendosi alla diminuzione del tasso di disoccupazione – il più basso di tutto lo stato di New York – e al miglioramento del bilancio municipale.

Il simbolico mutamento del parcheggio in un piccolo spazio per la sosta delle persone, anziché delle auto, ha innescato una riflessione nella cittadinanza sul modo in cui ci si muove in città. Myrick sottolinea come lo spazio pubblico sia stato progressivamente dedicato alle auto anziché alle persone: « E’ dal 1950 che togliamo spazio alle persone per darlo alle auto. Così lo spazio per i parcheggi è andato crescendo tra un edificio e l’altro, al punto che ora, se si vuole andare a fare la spesa, si deve guidare, perché andarci è troppo lontano da raggiungere a piedi».

I vantaggi che una città più densa e percorribile a piedi può garantire sono anche di tipo economico. A differenza di un edificio, un parcheggio non genera entrate per le casse comunali, mentre se si tratta della sede di un’attività economica la convenienza nel fare a meno dello spazio dedicato alle auto passa anche dall’incremento delle prospettive occupazionali.

Insomma il «ragazzo del parcheggio», come lo chiamano amichevolmente i suoi concittadini, a partire da un gesto simbolico e dal proprio esempio ha dimostrato cosa vuol dire amministrare una città di trentamila abitanti (la cui significativa particolarità è di avere una popolazione studentesca pari ai due terzi i propri residenti) ribaltando il paradigma dominante basato sul mezzo motorizzato individuale. Un’idea di città calibrata dagli spostamenti a piedi del giovane sindaco, cresciuto in un villaggio rurale dove ci sono più mucche che abitanti, le cui gambe riescono a concretizzare la «misura d’uomo» di tradizione europea a cui egli si ispira.

Riferimenti
J. Guo, The future of urbanism according to the 27-year-old mayor of Ithaca
, The Washington Post, 27 febbraio 2015.

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