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Francesco Erbani
Italia Nostra: «Cecchi si dimetta dal doppio incarico»
8 Dicembre 2011
Beni culturali
Se qualche “tecnico” chiamato al governo lascia il suo posto originario per quacun altro forse è meglio per tutti, soprattutto per i beni culturali. La Repubblica, 8 dicembre 2011

I Beni culturali sono in fermento. Oggetto di contesa è la poltrona di Segretario generale, il vertice del ministero, fino a qualche giorno fa occupata da Roberto Cecchi, appena nominato sottosegretario. Sul sito web del ministero quel posto risulta vuoto. E a molti è apparso naturale che, ottenuto un ruolo politico, Cecchi presentasse le sue dimissioni. Un candidato alla successione sarebbe anche pronto: Antonia Pasqua Recchia, attuale direttore generale dei beni artistici e storici, paesaggistici e architettonici.

Ma a tutt´oggi le dimissioni, sollecitate anche all´interno del governo, non sono state presentate. Contro il doppio incarico si è espressa la Uil. Affinché Cecchi resti su entrambe le poltrone è intervenuto invece un altro sindacato, la Confsal-Unsa. Ieri ha scritto una lettera a Lorenzo Ornaghi e al premier Mario Monti la presidente di Italia Nostra, Alessandra Mottola Molfino, che dà per acquisite le dimissioni e che chiede al governo «una nuova fase»: sarebbe assolutamente urgente, si legge nella lettera, «che nel massimo ruolo tecnico del ministero, il segretariato generale, sia chiamato chi abbia le capacità per imprimere un decisivo cambio di passo, quando non un´inversione di rotta».

Cecchi non è mai citato, ma è evidente che la più antica delle associazioni di tutela del patrimonio in Italia si riferisce a lui quando chiede di voltar pagina. A Cecchi Italia Nostra imputa di essersi appiattito sul vertice politico del ministero, in particolare quando ministro era Sandro Bondi. Sul versante della tutela paesaggistica, per esempio, si è in una condizione di inerzia. Inoltre l´azione dei commissari, da Pompei a Roma (dove commissario è lo stesso Cecchi), «oltre ad altri gravi effetti negativi e sprechi di risorse, ha di fatto prodotto una smagliatura nella struttura ministeriale». Nell´area archeologica romana molti fondi sono stati destinati a indagare un presunto rischio sismico mentre, come ha mostrato il nubifragio di ottobre, c´è un serio problema idrogeologico. E altre risorse, tante, sono andate per la pubblicazione dell´ultimo rapporto che squaderna i meriti del commissario: 68 mila euro che, calcola Italia Nostra, sono molto di più dei 48 mila che in un intero anno si spendono per le missioni dei funzionari di soprintendenza. «Nei rapporti per Roma e anche nel piano di Cecchi per Pompei», dice Maria Pia Guermandi, archeologa, consigliere nazionale di Italia Nostra, «il ricorso acritico a strumentazioni tecnologiche copre la mancanza di reale innovazione scientifica».

E poi c´è l´appalto per il restauro del Colosseo, duramente contestato dall´Associazione restauratori. E ancora: la vicenda del Crocifisso attribuito a Michelangelo e acquistato alla cifra di 3 milioni 250 mila euro, un´opera, con ogni probabilità, "seriale" e di autore minore (su tutto questo sta indagando la Corte dei Conti). O la storia della commode, il prezioso mobile settecentesco di cui Cecchi ha autorizzato l´espatrio. E poi i conflitti con alcuni dei migliori soprintendenti (Elio Garzillo e Francesco Scoppola, per esempio), spesso sfociati in trasferimenti. Per Italia Nostra è indispensabile che il nuovo segretario generale «sia finalmente in possesso di un curriculum, oltre che di comprovate competenze, di specchiata trasparenza e quindi al di sopra di ogni sospetto».

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