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Italia Nostra al ministro Brunetta. Su Venezia occorre voltare pagina
9 Luglio 2010
Vivere a Venezia
La sezione veneziana di Italia nostra ha diramato un comunicato e un argomentato commento in risposta a un documento del plenipotenziario berlusconiano Brunetta

Nell’esercizio delle prerogative a lui concesse da un decreto della Presidenza del consiglio del 14 maggio 2010, il ministro Brunetta si accinge a riscrivere la Legge Speciale per Venezia. Ciò significa decidere in che direzione vanno spostati i finanziamenti nazionali destinati alla salvaguardia e allo sviluppo anche economico e sociale della città. In una parola, tenere i cordoni della borsa, ossia decidere il destino di Venezia per i prossimi anni.

Il ministro ha fatto stilare dal suo ufficio un documento in cui disegna le grandi linee degli interventi da lui pianificati. Ha poi convocato trentaquattro realtà veneziane, ha consegnato loro il documento e ha concesso otto giorni di tempo per elaborare commenti ed eventuali altre proposte.

Nella sua risposta, allegata al presente comunicato, il Consiglio direttivo di Italia Nostra, sezione di Venezia, fa notare che le priorità indicate nel documento seguono una scala di valori antiquata e superata, che mette in primo piano l’economia (anzi, un certo tipo di economia, fondata su turismo, portualità e industria manifatturiera) senza neppure nominare la qualità della vita, che invece costituisce il punto dal quale parte e deve partire ogni pianificazione territoriale moderna e volta al futuro.

La revisione della Legge Speciale per Venezia dev’essere, a parere di Italia Nostra, l’occasione per rovesciare una scala di valori che ha portato al degrado della laguna e del territorio circostante. Partendo dall’idea di “un ambiente sano e non privato della straordinaria bellezza di cui la natura, l’arte e l’antica sapienza tecnica l’hanno dotato,” si può e deve disegnare il quadro di un’economia sana e anzi florida e stabile.

Pertanto Italia Nostra suggerisce di usare i fondi della legge speciale per voltare totalmente pagina anziché proseguire, come il ministro sembra suggerire, sulle strade in cui il secolo scorso ha incamminato la città. Occorre capacità di visione e vero entusiasmo innovatore. Noi crediamo che il turismo, se non controllato, può creare un’economia drogata ai danni della residenzialità, delle attività specializzate e della stessa vivibilità del territorio. Anche uno sviluppo del porto commerciale fino a dimensioni planetarie contrasta con la fragilità e la bellezza del territorio lagunare, costringendo tra l’altro a ulteriormente scavare i canali artificiali che già ora hanno provocato il degrado della laguna e la sua trasformazione in un braccio di mare. Infine, lo sviluppo di attività industriali manifatturiere di tipo arcaico non farebbe che inquinare inutilmente l’aria e l’acqua, dovendo poi soccombere alla concorrenza di Paesi emergenti

Italia Nostra propone dunque di usare i fondi disponibili per una bonifica reale e completa di Marghera e della gronda lagunare. Propone forti incentivi fiscali per attrarre in quell’ampio e in sé bellissimo territorio imprenditori e aziende dedite alle attività del futuro, come la medicina avanzata, la biologia molecolare, le nanotecnologie e la ricerca scientifica e tecnologica in generale.

Il quadro disegnato è quello di una città popolosa e attiva, aperta a un turismo qualificato e controllato nei numeri, con centri di attività principalmente sulla terraferma, raggiungibile dagli abitanti con mezzi acquei veloci, comodi e panoramici e sottratti all’invadenza turistica.

Italia Nostra spera vivamente che il governo nazionale non sprecherà quest’occasione, forse l’ultima per alcuni decenni, di ripensare il destino della città alla luce di quanto il mondo intero si aspetta.

Il Comitato direttivo di Italia Nostra, sezione Venezia, 9 luglio 2010

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