Cominciamo innanzi tutto col rimettere le cose coi piedi per terra. Nel corso del Convegno indetto del «Comitato per Fiesole», l´11 marzo scorso, allo scopo di dibattere i problemi urbanistici sorti in quella cittadina negli ultimi anni, è stata avanzata da più parti la proposta di costituire un Coordinamento dei Comitati di base che lottano in Toscana per 1´ambiente, il territorio, il paesaggio e la vivibilità dei grandi centri urbani. L´incontro organizzato a Firenze per il 25 marzo (ore 10, via dell´Agnolo, 5), dovrebbe servire a questo. E anche, ovviamente, a meglio precisare caratteristiche e obbiettivi di tale coordinamento.
Tutto qua. E´ un bene o un male che tale Coordinamento si realizzi? Quel che intanto di certo possiamo dire è che le situazioni di disagio, di tensione e di conflitto, e anche i veri e propri scempi sono più numerosi di quanto non si dica. Certo, non più numerosi che nel Veneto o nel Lazio o in Calabria. Ma il fatto che le risposte in Toscana siano più frequenti e appassionate non dovrebbe fare che piacere: sono infatti, la vivente testimonianza, che lo stato della società civile è migliore qui che altrove.
Dunque, io penso che sia un bene che tale Coordinamento si realizzi. Darà più forza a ognuna delle singole battaglie che attualmente si combattono. Affiancherà le organizzazioni ambientalistiche nazionali nella realizzazione dei loro programmi.
Consentirà uno scambio rapido delle informazioni. Renderà possibili grandi iniziative comuni. Metterà di fronte alle Istituzioni, locali e centrali, un interlocutore più autorevole.
A questo proposito. E´ del tutto scontato che il Coordinamento non possa non vedere nelle Istituzioni, locali e centrali, degli interlocutori, non certo degli avversari. Sarebbe auspicabile che avvenisse anche il contrario. Nella mia esperienza personale questo purtroppo non è accaduto. E´ bastato scrivere un articoletto, moderato nelle argomentazioni e nei toni, per scatenare un putiferio. A chi tornasse a ripetere che da parte di iniziative come la nostra non c´è che arroganza e negatività, sono pronto a esibire pubblicamente un nutrito dossier, fatto di prese di posizioni roventi, volantini (anonimi e no), articoli, tanto più indecenti in quanto siglati da firme autorevoli, tutto originato da una semplice «presa di parola». Episodi analoghi hanno riguardato parecchi dei singoli Comitati di lotta. Dunque, per abbassare i toni, bisogna essere in due. Noi lo faremo.
La Toscana è un bene prezioso, universale. In quanto bene, oggi è innegabilmente oggetto di una bramosa campagna di conquista. E´ la legge del mercato; un bene, quanto più è prezioso, tanto meglio si vende. E la speculazione è risalita impetuosamente dalle coste verso la collina e gli Appennini. Questo è lo stato della cose, con cui tutti ci misuriamo.
Sappiamo che le Istituzioni regionali toscane sono impegnate in uno sforzo per sostenere il confronto su questa base, su cui non è possibile chiudere gli occhi. Il PIT ne è certamente un´espressione. Il dibattito ferve, ma andando per ora molto sulle generali, pare a molti di noi che esso si presenti debole da un duplice punto di vista: non elabora un sistema di vincoli all´altezza della situazione; e non fa del paesaggio un bene da tutelare a prescindere (a prescindere da qualsiasi altra considerazione di tipo «sviluppistico»). Non voglio fare riferimento in questa fase a citazioni troppo impegnative, ne si direbbe, a giudicare dall´intervista resa recentemente al «Corriere della sera», che il Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, nutra al proposito preoccupazioni analoghe (ovviamente, a livello nazionale). Tenendo presente questa ampia base di attenzioni, ma al tempo stesso con grande spirito di prudenza, cerchiamo di fare una cosa nuova, che fonda insieme le presenze militanti di base con una forte intelligenza specialistica e disciplinare. Com´è noto, i «laboratori» sono una nostra passione. Questo toscano presenta le condizioni per diventare esemplare.