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Francesco Dal Mas
Isola preda di un magnate. E i veneziani la ricomprano
10 Maggio 2014
Venezia e la Laguna
«L'azione più singolare, e quanto mai vitale nella sua partecipazione popolare, la stanno compiendo, in questi giorni i duemila veneziani, e non solo, che stanno animando l'asta per evitare che l'isola di Poveglia finisca in mano ad un riccone». L'Avvenire, 10 maggio 2014 (m.p.r).

«L'azione più singolare, e quanto mai vitale nella sua partecipazione popolare, la stanno compiendo, in questi giorni i duemila veneziani, e non solo, che stanno animando l'asta per evitare che l'isola di Poveglia finisca in mano ad un riccone». L'Avvenire, 10 maggio 2014 (m.p.r).

La Serenissima non si salva solo col Mose, il sistema delle dighe mobili. Proprio in queste ore si è conclusa la posa dei cassoni alla barriera di Lido. Per salvarla non basta neppure delocalizzare le grandi navi dal bacino di San Marco a Marghera, col rischio magari che si trasferiscano ad Atene, come hanno anticipato minacciato compagnie croceristiche. L'azione più singolare, e quanto mai vitale nella sua partecipazione popolare, la stanno compiendo, in questi giorni — e da pochi giorni, non quindi con i lunghi cronoprogrammi degli interventi pubblici in laguna — i duemila veneziani, e non solo, a cominciare dal sindaco Giorgio Orsoni, che stanno animando l'asta per evitare che l'isola di Poveglia finisca in mano ad un riccone.

Loro hanno raccolto 160 mila euro, ma sono in trepidazione perché lo Stato che vuole alienare il bene per fare cassa ha ricevuto un'altra offerta, di 4 volte superiore, pari a 513 mila euro. "User 10801" è la sigla che cela probabilmente un'immobiliare. Popilia, com'era anticamente denominata Poveglia per i suoi pioppi, è diventata, dai tempi dell'invasione longobarda del VI secolo, una specie di Lampedusa dei nostri giorni, un centro di approdo e di reinsediamento delle popolazioni in fuga dall'entroterra. L'isola è tra le più isolate - e non è un gioco di parole - della laguna. Priva di abitanti, non raggiunta dai mezzi pubblici, è abbandonata a se stessa, ovvero affidata al demanio statale.

Già nel 1997 il Centro Turistico Studentesco e Giovanile avanzò un piano per la realizzazione di un ostello della gioventù. Due anni dopo il Ministero del Tesoro escludeva Poveglia dai beni da alienare. Ma l'anno scorso è stata di nuovo messa in vendita per essere recuperata a fini turistici. Poche settimane è nata, all'improvviso, per iniziativa di alcuni volontari, l'associazione "Poveglia - Poveglia per tutti" con l'intento di evitare che questo patrimonio venga privatizzato. Dell'antica pieve di San Vitale resta soltanto il campanile, risparmiato dalle soppressioni napoleoniche. C'è un ex convento, c'è pure un'ex polveriera, trasformata poi in "convalescenziario". Tutto ex, purtroppo: anche questa struttura è abbandonata, da almeno trent'anni. Riusciranno i veneziani a respingere gli attacchi del moderno Napoleone? Il 13 maggio, alle ore 13, il confronto, a colpi di mille euro, tra l'associazione e l'investitore sconosciuto, su una piattaforma virtuale gestita dal Demanio.

Lorenzo Pesola e Giancarlo Chigi, i promotori della raccolta, sono fiduciosi, nonostante la distanza. Raccolta a parte, contano già su una disponibilità di 200 mila euro da parte dei generosi donatori, numerosi dei quali rilanciano. E ce ne sono in arrivo anche da fuori laguna, dall'intera Europa. L'ultima spiaggia— anche sedi lidi a Poveglia non ce ne sono — è che non essendo congrue le offerte al valore dell'isola, la gara venga annullata e l'azionista Orsoni riesca a convincere il demanio a garantire per il futuro ciò che la storia ha fino ad oggi assicurato: l'interesse pubblico del sito. A questo punto potrebbe scattare da parte del Comune la prelazione. Un acquisto a prezzo ridotto o forse un canone annuale. E per l'associazione sarebbe già una vittoria. Anzi, "la" vittoria.

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