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Sandro Roggio
In Sardegna un presidente doubleface
5 Febbraio 2012
Sardegna
Questo Cappellacci: ai convegni dei magistrati afferma che il PPR di Soru è un orgoglio per la Sardegna, che lui lo difende accanitamente, e poi… Scritto per eddyburg.it, 5 febbraio 2012

Ė da oltre un anno che chiedo sui giornali sardi che Cappellacci spieghi cosa intende fare sul Ppr. Senza successo: non risponde a nessuna domanda sul governo del territorio dopo avere fatto intendere chissà che cosa. Questa estate sembrava imminente la conclusione del percorso iniziato un po' tempo fa per rendere inefficace il piano paesaggistico – come pensano molti – , per apportare qualche indispensabile puntualizzazione – come dice il presidente della Regione. Non si capisce cosa ci aspetta, dopo i botti di ferragosto: l'annuncio della catarsi urbanistica sarda, la fine di un'epoca iniziata nel 2004. E che ci aveva dato un po' di lustro però, compensando l'idea della Sardegna solo Billionaire, tutta palcoscenico per cafoni ricchi, almeno in quelle due settimane-choc per l'ecosistema insulare (di cui dicono, in modo inequivocabile, i depuratori in tilt).

Cappellacci simula, va avanti nel solco della commedia berlusconiana doubleface. Pensa alle maniere spicce per togliere vincoli paesaggistici, e insieme si destreggia nella costruzione di un modello teorico per elevarle al rango di antidoti al maleficio-Ppr. C'è agli atti la versione volgare: lo slogan nei comizi con B. “scaldate i motori delle betoniere”, destinato alla platea di intenditori. Evidentemente insufficiente. Perché qualcosa bisogna pur dirla alle persone per bene che hanno votato la destra e ora cominciano a dubitare. Ed ecco la parata “Sardegna nuove idee”, parodia della partecipazione, cortina per celare i movimenti che contano e disorientare con il messaggio “siamo tutti ambientalisti”. Una lunga fase che si è conclusa questa estate con il tripudio di pagine di pubblicità sui giornali (che hanno messo in conto ai contribuenti). Per rassicurarci: il nuovo piano sarà come come lo vuole la gente, niente a che vedere con ciò che dicono i detrattori di sinistra, come scrive il Quotidiano vicino al governo regionale Ma intanto sono pronti a festeggiare tutti quelli che vedono nel Ppr disarmato la nemesi storica di Soru, Tuvixeddu come la campagna di Russia per Napoleone.

La domanda: a che punto siamo dopo sei mesi dalla fanfara e a tre anni dall'insediamento della prima giunta Cappellacci ? E' urgente sapere. Perché la promessa di un nuovo Ppr ha fatto sì che i comuni costieri smettessero o rallentassero le attività di adeguamento dei piani comunali a uno strumento in procinto di essere cancellato o tramortito. Roba che non dà l'idea del partito del fare preoccupato per la sorte della Sardegna. Uno stato di incertezza nelle regole allontana gli investitori buoni e accende la fantasia dei maneggioni. Per questo è bene parlare chiaro, oltre le tattiche politicanti. Smettendo la catena solidale tra piani casa, leggi sul golf e nuovo Ppr, basata sul sostegno reciproco tra strumenti difettosi, confidando che uno aggiusti l'altro per strada. Provvedimenti diversi: in marcia divisi per colpire uniti, con eccesso di prosopopea e noncuranza di Codice dei beni culturali e Costituzione

Ė successo infatti, e si tratta di una circostanza essenziale, che due delle tre punte della strategia siano malferme per l' impugnativa del governo Berlusconi prima e poi del governo Monti. Che ha intravisto nella legge sul golf seri difetti, e per estensione nel piano casa ultima versione e che riguarderà il nuovo Ppr se scantonasse abusando delle prerogative. La due deprecabili leggi, assumendo sembianze e competenze improprie, prefigurano un inammissibile arbitrio: la giunta regionale autorizzata a modificare il piano paesaggistico per individuarvi, a sua discrezione, le aree – verosimilmente preziose – per campi da golf e case. Senza sentire lo Stato che quel piano ha condiviso, perché lo Stato ha competenza primaria in materia di paesaggio, e sui beni paesaggistici è chiamato dal Codice dei beni culturali a concorrere, in ogni regione, alla loro individuazione (ed eventualmente alla loro soppressione). C'è un ostacolo nella missione contro il Ppr. Lo Stato dovrebbe cambiare giudizio e contraddire, senza fatti nuovi, il valore già riconosciuto a beni paesaggistici individuati sulla base di approfondite analisi: improbabile capriola, forse auspicata e sollecitata da faccendieri in disarmo. Cappellacci ha però diritto a esprimere un'altra idea di governo del territorio, come succede in un Paese normale. Se rinunciasse al ruolo dell'ambientalista che ogni tanto gli piace assumere nei convegni, seguirebbe un dibattito interessante e senza pregiudizi.

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