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Marco Gasperetti
Il via libera alla «Tirrenica» ricompatta il fronte del no
3 Aprile 2006
In giro per l'Italia
Come ci ha insegnato Occam, quasi sempre le soluzioni più semplici sono anche le più efficaci e logicamente sostenibili. Dal Corriere della Sera, 3 aprile 2006 (m.p.g.)

Il tracciato adesso c'è. Dopo anni di polemiche e battaglie politiche, la commissione ministeriale per l'impatto ambientale ha promosso il tratto costiero della Livorno-Civitavecchia sponsorizzato dalla Regione Toscana ed ha bocciato l'ipotesi collinare sostenuta dal ministro Lunardi.

Habemus autostrada? Niente affatto. Perché se è vero che dopo 36 anni il «tracciato» è stato scelto, l'autostrada «Tirrenica» (cioè il prolungamento della A12 da Livorno a Civitavecchia), buco nero della viabilità europea, resta un'ipotesi lontana. E non solo per mancanza di finanziamenti (servono almeno 2,5 miliardi di euro), ma perché il sì al tracciato costiero non mitiga le proteste di ambientalisti e comitati, appoggiati da residenti, vip, agricoltori e viticoltori che da sempre si battono per l'ammodernamento della vecchia Aurelia e sono pronti a scendere in piazza.

Non mancano i sostenitori dell'autostrada, amministratori regionali, comunali e imprenditori locali, guidati da nomi illustri come Giuliano Amato, residenza ad Ansedonia. «È un vantaggio, la Tirrenica separerà il traffico locale da quello pesante. Bene il no al tracciato di Lunardi, ma attenzione a non deturpare le zone più belle della Maremma, come il Fontanile dei Caprai vicino a Capalbio».

L'effetto comitati, come per la Tav e i rigassificatori, scatterà dopo le elezioni. Una settimana di tregua, poi sarà battaglia, durissima e trasversale. Nel cartello del «no» all'autostrada non ci sono solo Verdi. Contrari sono il produttore televisivo Marco Bassetti, marito di Stefania Craxi, il fisico Gianni Mattioli, lo storico Nicola Caracciolo, imprenditori e agricoltori. Sostengono le ragioni del no pure i senatori diessini Franco Bassanini ed Esterino Montino, che hanno casa a Manciano e Orbetello.

«Anche se il guaio più grave lo ha fatto il ministro Lunardi, puntando al percorso collinare con viadotti e gallerie che avrebbero deturpato una delle parti più belle della Maremma — spiega Bassanini — sono contrario pure all'ipotesi dell'autostrada costiera. Basta la messa in sicurezza dell'Aurelia».

Non ha dubbi neppure Montino: «Il tratto dell'Aurelia tra Civitavecchia e Tarquinia diventerà a quattro corsie. Battiamoci perché i lavori proseguano sino a Grosseto. Senza nuovi tracciati». E Pancho Pardi (casa all'Argentario), il professore-contestatore (è un geografo), ribatte: «L'Aurelia ha bisogno di essere sistemata in due brevi tratti, a sud di Ansedonia e tra Tarquinia e Civitavecchia. Il resto sono soldi sprecati».

Vittorio Emiliani, domicilio a Capalbio, già direttore del Messaggero, è presidente di uno dei comitati (quello della Bellezza) che da anni combattono i progetti dei due tracciati. «Questo progetto, come quello di Lunardi, è grottesco, non c'è un euro disponibile, eppure si insiste per costruire un'autostrada che non serve a niente. Basterebbe mettere in sicurezza i tratti peggiori della vecchia Aurelia, tra Orbetello e Civitavecchia, non più di 22 chilometri. Si spenderebbe la metà e l'impatto ambientale sarebbe minimo».

L'architetto Valentino Podestà, maremmano d'adozione, è convinto che l'autostrada provocherebbe danni irreparabili. «Non è un problema di tracciato — dice —. Quello costiero voluto dalla Regione e approvato dalla commissione non è migliore del progetto collinare di Lunardi. Entrambi deturpano, distruggono aree di grande impatto ambientale, minacciano il Parco naturale dell'Uccellina, rischiano di abbattere per sempre casali e aziende agricole. Ci batteremo per salvare la Maremma dal cemento».

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