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Italia Nostra Treviso
Il processo di pianificazione urbanistica: come i cittadini possono intervenire
27 Gennaio 2013
Buone pratiche
Quando le buone pratiche nascono dal "basso": l'esempio della valutazione sul piano di assetto territoriale di Treviso. Scritto per eddyburg, 27 gennaio 2013 (m.p.g.)
Quando le buone pratiche nascono dal "basso": l'esempio della valutazione sul piano di assetto territoriale di Treviso. Scritto per eddyburg, 27 gennaio 2013 (m.p.g.)

La sezione Italia Nostra di Treviso, come contributo al processo di pianificazione comunale e a fronte di un PAT (piano di assetto territoriale) presentato dall’amministrazione decisamente sovradimensionato, ha sperimentato un semplice processo di valutazione del patrimonio edilizio non utilizzato qui descritto. Da una analisi pur non esaustiva sono emerse moltissime aree (circa 70) passibili di riutilizzo / riqualificazione, denominate “buchi neri”.
In allegato trovate sia l’elenco che la legenda, così come la planimetria di queste aree che interessano tutte le zone della città ed hanno una superficie notevole: le sole tre caserme segnalate ( Piave, Salsa, De Dominicis) delle quali una abbandonata e le altre due acquisite dal comune, hanno una superficie complessiva di circa 150.000 mq, mentre per rimanere al solo centro storico i tre maggiori complessi hanno una superficie di oltre 30.000 mq con una volumetria che raggiunge i 60.000 mc.
A partire da questa base conoscitiva Associazioni e cittadini affronteranno nelle prossime settimane un processo partecipativo alla redazione del PAT su di un piano meno superficiale e sbilanciato di quello previsto dagli attuali strumenti amministrativi.
Ci sembra un esempio di grande utilità che segnaliamo per la sua efficacia e sul quale vi terremo informati (m.p.g.)


Premessa conoscitivaIl Comune di Treviso ha sempre avuto (fin dal 1945: progetto adottato ma mai perfezionato) Piani Regolatori con una eccessiva capacità insediativa, soprattutto residenziale. Le previsione del PRG adottato nel 1967 ed approvato nel 1974 erano di circa 140.000 abitanti a fronte degli 90.446 esistenti al Censimento 1971 (massimo storico raggiunto). Nel 2001, nel nuovo PRG adottato, a fronte degli 80.144 abitanti censiti la capacità insediativa era di circa 135.000 unità.
Questo progetto di PRG è stato definitivamente approvato nel 2004: anno di entrata in vigore della nuova Legge Regionale sulla gestione del Territorio (L.R. n.11/2004); su questa contemporaneità il Comune di Treviso ha tentato per 8 anni di iniziare le procedure per redigere un PRG fondato sulle prescrizioni della nuova legge regionale. Solamente alla fine del 2011 ha dovuto arrendersi emanando il bando di appalto per l’aggiudicazione dei lavori di redazione del PAT (Piano di Assetto del Territorio)

Iniziative 2201-2005La sezione di Treviso di Italia Nostra ha promosso e sostenuto critiche alle previsione del PRG adottato riguardanti soprattutto la previsione di una tangenziale Est prevista su territorio particolarmente fragile (risorgive e corsi d’acqua) concretata con oltre 8.000 osservazioni e contro il cambio di destinazione d’uso dell’Ospedale Psichiatrico di S.Artemio, ormai praticamente dismesso, da zona per servizi a residenza (con previsione di vendita a privati= cordata d’acquisto già individuata).
La tangenziale Est è stata cancellata e l’area dell’Ospedale Psichiatrico è rimasta di proprietà pubblica (attuale sede dell’Amm.ne Provinciale).
La debolezza dell’Associazione non ha permesso, in quel momento, di affrontare il tema della eccessiva previsione insediativa e del conseguente consumo del suolo.

L’attualitàAlla fine del 2011 si è venuti a conoscenza che la Regione voleva che anche il Comune di Treviso adeguasse il PRG alla L.R. n. 11/2004: era giunto il momento di iniziare a studiare alcune scelte prevedibili: primo fra tutte l’incremento della capacità insediativa ed il conseguente uso/consumo di territorio agricolo.
La presenza nel territorio di alcune Caserme dismesse o in via di dismissione ci ha convinto ad iniziare una verifica di tutti gli edifici e di tutte le aree non più utilizzate al fine di individuare quelli che abbiamo chiamato “buchi neri”. La scelta del “nome” non è casuale e si è verificata di grande impatta mediatico: quelli esistenti nelle galassie “mangiano” la materia; i nostri “mangiano” la città.
L’indagine si è svolta sulla base delle nostre conoscenze, prima a tavolino ed in seguito con verifiche puntuali; prima redigendo un elenco impegnando due persone e successivamente interessando alla ricerca altre associazione o gruppi (i contributi non sono stati molti ma hanno permesso coinvolgimento e conferme).
Contemporaneamente abbiamo iniziato a chiedere che il Comune fornisse il dato di tutti gli alloggi risultati liberi/non occupati sulla base del Censimento della popolazione: soltanto da poco abbiamo ricevuto il dato di 4.800 alloggi non occupati pari a circa il 12% del totale, ben oltre alla percentuale “fisiologica” del 5-6%. Si deve inoltre tener presente che non sono compresi gli alloggi previsti negli S.U.A già convenzionati ma non ancora realizzati a causa della crisi.

Ci siamo posti infine il problema della comunicazione dell’indagine sui “buchi neri” che abbiamo volutamente (ma questo non è stato detto) tenuta incompleta partendo dalla considerazione che era preferibile non indicare tutto quanto avevamo individuato al fine di poter sostenere che la situazione era ancora peggiore.
Per avere un elemento di forte ed immediato impatto abbiamo messo in una planimetria del territorio comunale in scala 1.10.000 come premessa per una individuazione fotografica (da Google Map) di ogni sito individuato.

La prima presentazione pubblica del lavoro (elenco e planimetria) è avvenuta nel giugno 2012, in anticipo di quasi un mese rispetto alla prima convocazione indetta dal Comune per il cosidetto “coinvolgimento” previsto dall’art.2 comma c) della L.R. n. 11/2004.
In questo modo abbiamo immediatamente spostato l’attenzione sulla necessità di bloccare ogni ulteriore espansione: l’Amministrazione Comunale ha dovuto immediatamente recepire il messaggio. Ma abbiamo anche ottenuto la possibilità di coinvolgere i cittadini: con una serie di incontri è stato presentato alla Amministrazione e ai progettisti un documento di sintesi di richieste firmato da 26 associazioni e gru ppi: Oltre a questo abbiamo presentato 5 contributi su temi specifici da noi redatti ed altri 18 contributi presentati da associazioni e gruppi non individuati dall’art. 13 della L. 349/1986, che il Comune non voleva né invitare al dibattito, né ascoltare.
Nei prossimi giorni il progetto di PAT sarà presentato e discusso il Consiglio Comunale; sulla base dei ”contributi” presentati sarà possibile verificare quanto essi siano stati presi in considerazione e, quindi, predisporre una campagna di osservazioni specifiche e puntuali.
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Documenti allegati
Legenda buchi neri
Elenco buchi neri
Planimetria buchi neri

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