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Vincenzo Tiana
Il paesaggio è un bene comune e non una merce
28 Marzo 2014
Sardegna
Una buona notizia in un comunicato stampa del presidente regionale Legambiente Sardegna, 28 marzo 2014. con postilla

Vivo apprezzamento per la decisionedella giunta regionale di accantonare la proposta del PPS perche’ avrebbe compromesso fortemente il paesaggio della Sardegna

E’ sicuramente un atto di grande significatopolitico e programmatico che il primo atto della giunta regionale presieduta daFrancesco Pigliaru riguardi la salvaguardia del paesaggio della Sardegna, conla decisione di mettere da parte gli ultimi provvedimenti sul PPR della passataAmministrazione Regionale. E’ molto positivo che da subito sia stato approvatoun provvedimento di cancellazione dell’ultima delibera del 14 febbraio edassunto l’impegno ad esaminare a breve la revoca anche della delibera del 25ottobre, a seguito degli opportuni accertamenti procedurali.

Manifestiamo da subitola disponibilità al confronto, con l’augurio che al più presto si giunga all’annullamentodella delibera del PPS del 25/10, come abbiamo ripetutamente richiesto, peraprire una nuova fase che passa per il miglioramento del PPR del 2006, con lacorrezione di tutti gli errori materiali senza stravolgimenti, per darecentralità alla pianificazione innovativa dei Piani Urbanistici Comunali. Voltare pagina rispetto alle disposizioniderogatorie e di stravolgimento della tutela contenute nella proposta del PPS èmolto importante per affermare nei fatti che la salvaguardia dei paesaggi dellecoste e delle zone interne deve costituire la risorsa strategica per promuoverelo sviluppo sostenibile della Sardegna. Negli ultimi anni la Sardegna si ècaratterizzata nel panorama nazionale e internazionale per l’azioneresponsabile nella tutela del paesaggio e nel governo del territorio. Infattil’adozione nel 2006, da parte della Regione Sardegna, del Piano PaesaggisticoRegionale ha rappresentato un evento di rilievo nazionale. È stata infatti laprima volta che una Regione italiana ha approvato un Piano ai sensi del Codicedei Beni Culturali e del Paesaggio (DLgs 42/04), che fa proprie le indicazionidella Convenzione Europea citata.

Il Piano PaesaggisticoRegionale, divenuto esecutivo nel settembre 2006, ha definito il paesaggio comela principale risorsa territoriale della Sardegna e rappresenta oggi ilriferimento principe per il governo pubblico del territorio. Il Piano sipropone di tutelare il paesaggio con la duplice finalità, da un lato diconservarne gli elementi di qualità e di testimonianza e dall’altro dipromuovere il suo miglioramento attraverso restauri, ricostruzioni,riorganizzazioni, ristrutturazioni anche profonde, dove risulta degradato ecompromesso. Il Piano ribadisce che la costa è un bene comune e non una merce.Sancire con la delibera odierna che il PPR del 2006 è ancora in vigore permettealla Sardegna di presentarsi sulla scena internazionale con un capitale moltorilevante: il suo paesaggio eccezionale, il suo ambiente caratteristico. Questesono le nostre possibilità per misurarci col mondo, far diventare questo patrimoniouna molla per innescare un nuovo sviluppo. Dobbiamo respingere chi pensa ditornare indietro a politiche speculative. Sulla pianificazione delle areerurali esiste un forte allarme. La normativa di deregolazione per permetterel’edificazione nelle zone interne e in tutte le aree rurali ed agricole,riducendo la portata del lotto minimo e permettendo qualsiasi tipologia slegatadall’attività agricola, suscita un vivo allarme per la compromissione delpaesaggio rurale identitario. La diffusione e dispersione edificatoria nellecampagne, oltre ad essere estranea alla storia, può produrre effetti disastrosidal punto di vista ambientale. La qualità territoriale verso cui puntare rendenecessaria una vera e imponente opera di manutenzione e restauro della fasciacostiera, che può creare migliaia di posti di lavoro nuovi. Per fare questo èindispensabile passare dalla giusta azione di tutela a quella di gestione delbene paesaggistico.

Postilla

Un primo passo nella direzione giusta. Ma stupisce (e preoccupa un po') che si sia proceduto solo alla cancellazione della delibera del 14 febbraio, palesemente priva di qualsiasi leggittimità, e non si sia proceduto anche alla revoca della delibera del 25 ottobre (approvazione del Piano paesaggistico dei sardi, di Cappellacci), rinviando per questo agli «opportuni accertamenti procedurali» Non vorremmo che il rinvio nascondesse una trattativa per un'approvazione bipartisan di un ammorbidimento del Piano paesaggisico della giunta Soru, tuttora vigente.


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