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Rita Corrado; Cassano Augias
Il paesaggio della nostra Costituzione
6 Agosto 2007
Difendere la Costituzione
Spirito libero, ampia visione culturale, coraggio intellettuale: ora ci sembrano Nostradamus. Erano i nostri Costituenti. Da la Repubblica, 9 maggio 2006 (m.p.g.)

Caro Corrado Augias, giorni fa, parlando di Costituzione, lei si è mostrato sorpreso che nel 1947 i costituenti avessero previsto e inserito nel testo (all'articolo 9) la «salvaguardia del paesaggio». L'Italia in quegli anni era molto povera ma perfetta nel paesaggio e certo non si poteva immaginare l'orrore dell'urbanizzazione selvaggia degli anni sessanta e successivi.
A proposito di questo suo stupore, volevo raccontarle del mio quando, leggendo su argomenti di tutela del Patrimonio, ho trovato alcune righe prese da un intervento di Gustavo Giovannoni, architetto urbanista che lavorò alla legge «Bottai» del 1939, legge in cui si parla di difesa non del Paesaggio ma delle «Bellezze naturali».
Giovannoni scrive: «Occorre anche la formazione di piani regolatori paesistici per prevedere ciò che sarà la campagna quando la fabbricazione si estenderà, o come appendice della città, o come sviluppo di un centro di villeggiatura. Tutto ciò veduto in tempo, e in tempo precisato e comunicato agli interessati». Negli anni Trenta aveva previsto come sarebbe andata!
Nel nostro Paese, come noi ben sappiamo, non mancano le persone capaci di prevedere e progettare per il bene comune, ma il problema è che non vengono ascoltate mentre le leggi sono fatte male e non vengono rispettate. Speriamo che questo nuovo governo abbia voglia e coraggio di occuparsene
Rita Cassano

Queste capacità di previsione vengono non da speciali doti profetiche ma dallo spirito con il quale ci si pone al servizio di un testo di legge, specie se fondamentale come la Costituzione. Gli uomini che hanno scritto la Carta entrata in vigore il 1° gennaio 1948 avevano notevoli qualità ma erano soprattutto animati, pur nella diversità delle rispettive tradizioni politiche e culturali, da uno spirito all'altezza delle circostanze.

Fu questo a fargli inserire nel testo la tutela dell'ambiente appaiato (art. 9, II comma) all'eredità storica di cui siamo fruitori: «La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Ernesto Bettinelli (diritto Costituzionale a Pavia) ha pubblicato per la Rizzoli un volumetto dal titolo "La Costituzione della Repubblica" (213 pagg. 7,00 euro) che fortemente consiglio specie in questa vigilia referendaria: un prezioso vademecum. Illustrando i 'valori' di cui la nostra carta fondamentale è portatrice scrive: «I valori dovrebbero evocare cose, situazioni misurabili, anche dal punto di vista materiale ed economico; si riassumono nelle condizioni essenziali per rendere possibile l'esistenza in generale e l'umanità in particolare: la convivenza, appunto».

Lì è la forza di un testo destinato a durare. Passo all'attualità per postillare che trovo invece insultante la modifica di un testo costituzionale nelle condizioni in cui è stata fatta dal passato Parlamento. Quei cambiamenti, voluti e quasi imposti dalla Lega a un presidente del Consiglio indifferente, cambiano 52 articoli ne aggiungono 3, stravolgono il testo a soli fini elettorali. Un vero assalto che Pietro Ciarlo (diritto costituzionale a Cagliari) ha definito frutto di «un potere arrogante e un servilismo diffuso, pseudo-federalisti uniti in un patto populistico». Meritano tutto il nostro convinto 'No'.

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