Laureatosi in architettura, fu stimato docente all’Università di Venezia ed uno dei più autorevoli dirigenti dell’INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica con Astengo, Renacco, Guiducci. La battaglia sul nuovo Piano Regolatore di Torino e sul consumo dei suoli in generale (il rapporto tra metri cubi edificati ed aree libere o destinate a servizi per la collettività) la condusse con grande decisione ed entusiasmo non solo nelle sedi istituzionali ma nei quartieri, nei consigli di fabbrica, nelle scuole di ogni ordine e grado suscitando anche qualche ironica riserva nel fronte amico, dove qualche compagno di complemento lo definì “urbamastico, urbamistico”.
Il “Grigia” non era credente, ma aveva molta considerazione nei confronti delle “moltitudini” per farle crescere, sollecitandole a «istruirsi, istruirsi ed ancora istruirsi», per dirla con Antonio Gramsci. Il suo laicismo non mancava mai di vederlo schierato evangelicamente dalla parte degli ultimi.