Titolo originale: This government is rapidly demolishing the housing industry – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini
Nel travagliato settore della casa, con una produzione crollata ai minimi storici, il termine “smantellamento” pare particolarmente rilevante in ambito pubblico così come privato fra i principali interessati. Descrive bene l’atteggiamento complessivo del Ministero per le Aree Urbane [ Department for Communities and Local Government – CLG] che sino a non molto tempo fa fissava i propri obiettivi per la realizzazione di case attraverso piani regionali. Poi, con nuovo ministro Conservatore, Eric Pickles, si è deciso di eliminare tutto quanto e di far tornare al tavolo da disegno le amministrazioni locali.
Via gli obiettivi coordinati, e per certi versi anche via le procedure urbanistiche attraverso le quali venivano autorizzate le nuove abitazioni. Risultato? Centinaia di progetti rinviati, o del tutto eliminati, e decine di migliaia di case in meno. Conseguenze per gli assegnatari, 4,5 milioni di persone nelle liste d’attesa municipali per l’abitazione sociale, e tante giovani coppie sempre più ansiose di accedere alla prima casa, che a quanto pare non possono pensarci più.
Chi poteva essere ragionevolmente convinto che con un governo di coalizione, temperato dall’influenza dei Liberaldemocratici, si adottassero strategie pragmatiche, ha invece capito di avere a che fare con ministri ideologizzati, per cui la parola “pianificazione” suona come un insulto.
Gli addetti al settore ricordano bene come un alto esponente del ministero abbia dichiarato nel momento di entrare in carica: “Al governo mi comporterò esattamente come all’opposizione”. E pare che sia proprio questo il problema, ovvero non riflettere sulle conseguenze di affermazioni che forse si conquistano i titoli dei giornali, ma che possono dare ulteriori colpi al già fragile settore, agli enti per la casa, ai costruttori, ad amministrazioni locali che vorrebbero fare la loro parte nella realizzazione di case di cui si sente un disperato bisogno.
La Home Builders Federation, che rappresenta i grossi operatori, ha fatto dei calcoli secondo cui sono 60 le amministrazioni che hanno rinviato i progetti, in attesa di chiarimenti da parte del ministero retto da Pickles, o si rifiutano di rivedere i programmi per la casa o modificare i piani di localizzazione adottati. La National Housing Federation (NHF), che rappresenta gli enti senza scopo di lucro, valuta che siano 85.000 le nuove abitazioni per cui si sono bloccati i progetti dopo la perentoria eliminazione di Pickles del sistema di programmazione regionale.
Quello che preoccupa di più la NHF è chei tagli di 450 milioni di sterline alla governativa Homes and Communities Agency fanno intravedere un riduzione del 40% al bilancio per i prossimi anni. La federazione traduce tutto questo in 284.000 posti di lavoro in meno, fra persi e non creati, mezzo milione in più nelle liste d’attesa.
Gli investimenti governativi per la casa avrebbero comunque subito un taglio, indipendentemente dallo schieramento vincitore delle elezioni. Ma perché agire con tanta ideologica fretta, spinti da un viscerale disgusto per tutto quanto riguarda i programmi per la casa, la dimensione regionale, e a quanto pare anche la stessa pianificazione urbanistica? Costruire un simile contesto di incertezza non solo mette a repentaglio posti di lavoro, redditi, sistema di finanziamento delle costruzioni, ma anche le speranze di chi cerca casa.
La pianificazione ha sempre funzionato in Gran Bretagna. Con le green belt, con la cura e salvaguardia delle nostre città grandi e piccole, in genere siamo sempre riusciti ad evitare lo sprawl sul modello del nord America. O quasi. In epoca Thatcheriana, uno dei predecessori di Pickles si è divertito a minare il sistema, consentendo quell’ondata di centri commerciali extraurbani che ancora oggi degrada le campagne. Significa questo, lo “smantellamento”. Non è una bella cosa, comunque lo si voglia presentare.
Nota: su Mall_int naturalmente English version e nella varie cartelle del sito in italiano molti altri contributi sul dibattito britannico e internazionale (f.b.)