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Ernesto Milanesi
Il giorno della verità per Casson
14 Giugno 2015
Articoli del 2015
«A Venezia, storica roccaforte, il Pd deve evitare a tutti i costi l’"effetto Moretti". Il capoluogo veneto sarà il vero termometro del turno di ballottaggio, giocato al Nord sul voto in libertà dei "grillini"».
«A Venezia, storica roccaforte, il Pd deve evitare a tutti i costi l’"effetto Moretti". Il capoluogo veneto sarà il vero termometro del turno di ballottaggio, giocato al Nord sul voto in libertà dei "grillini"».

Il manifesto, 14 giugno 2015

È il giorno della verità non sol­tanto per Felice Cas­son. L’ex pm e sena­tore “dis­so­nante” vuole scac­ciare l’incubo della scon­fitta 2005, ma il Pd deve evi­tare ad ogni costo l’«effetto Moretti» nella sto­rica roc­ca­forte e l’intero “popolo di cen­tro­si­ni­stra” può ricac­ciare l’assalto a Ca’ Far­setti della coa­li­zione di Luigi Bru­gnaro, fuc­sia di fuori e verde-nero nell’anima.

Cas­son non si è rispar­miato nel “secondo tempo” della cam­pa­gna elet­to­rale, con­clusa in piazza Fer­retto con lo spritz e la colonna sonora di Leo­nard Cohen. C’era anche Michele Emi­liano, nuovo pre­si­dente della Puglia, come testi­mo­nial: «Come l’amico Felice anch’io ero pub­blico mini­stero: incol­lavo vasi rotti, per­ché le indu­strie ave­vano già inqui­nato. Ho comin­ciato a far poli­tica per­ché volevo cam­biare il mondo. A Bari, deci­de­vano tutto quat­tro fami­glie. Vene­zia, con Bru­gnaro, rischia lo stesso». Sin­tesi efficace.

Vene­zia sarà comun­que il vero ter­mo­me­tro del turno di bal­lot­tag­gio, gio­cato al Nord sul voto in libertà dei “gril­lini”. In laguna sono uffi­cial­mente trin­ce­rati die­tro cin­que richie­ste pro­gram­ma­ti­che (gestione dei 3.300 dipen­denti comu­nali; mora­to­ria urba­ni­stica; stop al tram già costato 208 milioni; Grandi Navi fuori dalla città sto­rica; accor­pa­mento delle società par­te­ci­pate), tut­ta­via il tam tam della vigi­lia fa rim­bal­zare il soste­gno a Cas­son già espresso dalle firme di rife­ri­mento di Andrea Scanzi e Marco Travaglio.

Il voto di oggi a Vene­zia decide gli ultimi 15 seggi che garan­ti­scono la mag­gio­ranza ammi­ni­stra­tiva in aula. Cin­que sono già stati asse­gnati ai can­di­dati sin­daco (Cas­son, Bru­gnaro, Davide Scano del M5S, i civici Bel­lati e Zac­ca­riotto) e al primo turno sono stati eletti 5 con­si­glieri della lista Bru­gnaro, 4 con Cas­son, 3 del Pd, 2 del M5S e uno a testa di Lega e Fi.

Sfida aper­tis­sima a Rovigo: Nadia Romeo, 43enne del Pd, parte dal 24% nel bal­lot­tag­gio con Mas­simo Ber­ga­min (Lega-Fi) che inse­guiva con il 18% ma che conta sull’apparentamento con Paolo Avezzù di Tosi-Area popo­lare e Anto­nio Sac­car­din della lista “Mode­rati di cen­tro”. Ago della bilan­cia di nuovo i 2.589 voti M5S, ma anche i 1.380 della Sini­stra con Sel inchio­data a 541 preferenze.

Ma dall’Alto Adige si allunga lo spet­tro della prima intesa fra Lega e M5S: a Lai­ves, 17 mila abi­tanti, alla cla­mo­rosa scon­fitta della sin­daca e segre­ta­ria pro­vin­ciale Pd Liliana Di Fede era cor­ri­spo­sta l’impasse nume­rica della legge elet­to­rale a sta­tuto spe­ciale. Il nuovo sin­daco leghi­sta Chri­stian Bian­chi (ex Fra­telli d’Italia) ha però otte­nuto l’appoggio esterno dei due con­si­glieri gril­lini, soprat­tutto in alter­na­tiva al “com­pro­messo auto­no­mi­sta” Svp-Pd imploso nell’intera pro­vin­cia di Bolzano.

È pro­prio il Car­roc­cio a movi­men­tare le urne come a Faenza (58 mila abi­tanti nel Raven­nate) con Pie­tro Nenni che rischia di rivol­tarsi nella tomba. La Lega vanta un elo­quente 15,2% al primo turno, conta sul fronte di cen­tro­de­stra com­presa Forza Nuova al 3% e si appella espli­ci­ta­mente agli elet­tori di Grillo che al primo turno erano il 14%. Così Gabriele Pado­vani acca­rezza il sogno di vestire la fascia tri­co­lore, anche se Gio­vanni Mal­pezzi riparte dal 45% del primo turno. Un test dal mar­cato signi­fi­cato poli­tico, dun­que, nella regione sim­bolo del “buon­go­verno” ex Ds e del “modello” Uni­pol & Legacoop.

Si torna ai seggi anche a Man­tova: Mat­tia Palazzi (Pd, Sel, Popo­lari e Socia­li­sti) però non teme Paola Bul­ba­relli, stac­cata di 20 punti al primo turno. Invece Voghera (Pavia) avrà un nuovo sin­daco di cen­tro­de­stra per­ché per soli tre voti Pier Ezio Ghezzi non ha rag­giunto il bal­lot­tag­gio che vede in lizza il sin­daco for­zi­sta Carlo Bar­bieri e il leghi­sta Aure­lio Tor­riani. Con l’inevitabile spada di Damo­cle del ricorso che impone la veri­fica delle schede del 31 maggio…

Peri­fe­rici, ma altret­tanto signi­fi­ca­tivi, i destini dei muni­cipi di Arezzo e Lecco. In Toscana par­tita aperta fra Mat­teo Brac­ciali (Pd, 44,2% al primo turno) e Ales­san­dro Ghi­nelli (Fi-Lega-FdI, 36%). Nella città natale del ciel­lino For­mi­goni, il sin­daco uscente di cen­tro­si­ni­stra Vir­gi­nio Bri­vio (8.251 voti due dome­ni­che fa) deve veder­sela con il coe­ta­neo Alberto Negrini (5.582) che potrebbe ricom­pat­tare le anime del cen­tro­de­stra (4.253 voti al can­di­dato soste­nuto da Ncd e civi­che). Di nuovo: i 1.801 elet­tori del M5S fanno sem­pre la differenza…

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