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James K. Galbraith
Il Giorno della Marmotta
16 Agosto 2006
Scritti su cui riflettere
E' possibile che il "caso" dello sventato complotto per la strage degli aerei britannici del 10 agosto sia una bufala? E' possibile. The Nation, 16 agosto 2006 (f.b.)

Titolo originale: Groundhog Day – Scelto e tradotto per Eddyburg da Fabrizio Bottini

Dunque vediamo ... É agosto. Bush è a Crawford in “vacanze lavoro”. I sondaggi sono precipitati in cantina. Il Congresso è in rivolta. L’economia ristagna. Le prossime elezioni non si presentano bene. Cheney è via, in Wyoming, o dove altro se ne va. É il 2001. No, è il 2006.

Nel 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, Marx riporta che “Hegel ha scritto da qualche parte” come i grandi eventi della storia tendano ad accadere due volte, prima in forma di tragedia, poi di farsa.

L’11 settembre, diciannove dirottatori si erano impossessati di quattro aeroplani riuscendo a uccidere circa 3.000 persone. Il 10 agosto, ci dicono, le autorità britanniche hanno bloccato un complotto omicida-suicida mirato a distruggere dodici aeroplani, uccidendo tutte le persone a bordo compresi gli attentatori, potenzialmente con più vittime dell’11 settembre. Per dirla con un funzionario superiore della polizia Britannica “Doveva essere una strage di proporzioni inimmaginabili”.

Tutte le dichiarazioni ufficiali rilasciate sinora, ci portano a credere che quello del 10 agosto fosse un piano ampiamente studiato, ad uno stadio molto avanzato, sorvegliato da qualche tempo, che avrebbe potuto entrare in azione in pochissimi giorni. E forse il 10 agosto era davvero la cosa più grossa dall’11 settembre. O forse non lo era. Non lo sappiamo ancora. E forse non è troppo presto per porre le domande sulle quali basare il giudizio finale.

Dunque. Ecco qui un elenco di cose di cui vorremmo sentir brevemente parlare. Bombe. Prodotti chimici. Detonatori. Laboratori. Un luogo per le prove. Biglietti d’aereo. Passaporti. Testimoni. Vicini sospettosi. Genitori sospettosi. Amici sospettosi. Minacce. Confessioni. Lasciatemi chiarire questo: per definizione, non si può far esplodere un aereo con una bomba, se non si ha una bomba. In questo caso, ci viene detto che non c’erano bombe; invece, i cospiratori progettavano di portare a bordo le cose per fare una bomba: prodotti chimici e un detonatore. Il tutto sarebbe stato messo insieme a bordo.

Di quali prodotti chimici si trattasse esattamente, non è ancora chiaro. Si è parlato di nitroglicerina, ma è troppo probabile che esploda sulla strada per l’aeroporto. Si è parlato di TATP, fatto di acetone e perossido,ma ci sono due problemi. Uno, che il perossido richiesto è ad alta concentrazione: non la soluzione al 3% che si compra al drugstore. L’altro, che l’acetone è altamente volatile. Come sa chiunque voli, non si può aprire una boccetta di scioglismalto per le unghie senza che tutti in un raggio di dieci metri se ne accorgano subito. É possibile immaginare un bombarolo davvero competente e motivato che riesca a farcela. Ma è impossibile immaginare Quattro persone senza alcun addestramento, di età fra i 17 e i 35 anni, riuscire contemporaneamente nello stesso trucco.

Dunque, deve esserci stato addestramento. Ciò significa che ci deve essere un laboratorio, dei laboratori. Ci devono essere state delle bombe di prova. Ci devono essere vari pezzi e frammenti dei materiali usati per mescolare i prodotti chimici e farli esplodere. Ci deve essere un manuale. Ci deve essere un luogo per le prove. E ciascuno dei giovani arrestati deve essere stato in questi luoghi. Cosa piuttosto interessante, deve anche essere andato tutto senza nessun grave incidente, feriti o morti fra i cospiratori. Se è così, sono molto più competenti di quanto non siano mai stati i Weather Underground [ gruppo armato radicale USA degli anni ‘70] ai miei tempi.

Gli arresti sono stati compiuti di notte, e gli accusati presi a casa loro. Si è fatta irruzione nelle case, sono state perquisite. Per quanto ne sappiamo sinora, non sono state trovate bombe. Nessun prodotto chimico. Nessuna apparecchiatura. Nessun laboratorio. Nessun terreno di prova. Forse salteranno fuori più tardi, ma ancora non si sono visti, anche se le autorità sembrano ansiose di dire tutto quello che sanno.

Poi, per salire su un aeroplano, anche il più dedicato terrorista suicida ha bisogno di un biglietto, che in genere si deve comprare con del denaro. A quanto are, gli arrestati non hanno comprato nessun biglietto. Una cosa poco conosciuta della sicurezza aerea (negli Stati Uniti ad ogni modo) è che chi viaggia con biglietti di sola andata comprati all’ultimo momento subisce controlli particolari all’ingresso. Questi biglietti sono anche (molto) più costosi. Se non si vuole dare nell’occhio, si comprano biglietti di andata e ritorno, in anticipo, e si risparmiano soldi, come tutti. A dire il vero, se non si sanno già quelle cose, non si è pronti per uscire da soli di casa.

Ancora, per salire su un volo internazionale dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, in quest’epoca moderna di stati nazionali, c’è bisogno di qualcos’altro. É un documento che si chiama passaporto. A quanto pare, alcuni dei fermati non ce l’hanno. Chi non ha un passaporto, credo, può essere escluso con sicurezza dai ranghi dei potenziali terroristi suicidi sui voli GB-USA. Potrebbero, naturalmente, averne uno falso, o avere un ruolo collaterale: ma sinora non ci è stato detto di alcun documento contraffatto, o di operazioni collaterali. E per superare i controlli si dovrebbe usare una persona diversa per trasportare ciascun elemento chimico necessario. Per dodici voli, fa ventiquattro persone.

Per quanto riguarda i genitori sospettosi, o amici, o vicini, è tecnicamente possibile che la sicurezza dei terroristi sia eccellente al punto che non ce ne sono. E però, quando si tratta di giovani travolti dal fervore di un odio religioso, le probabilità sono estremamente basse. Di tutti i gruppi islamici, Hezbollah in Libano è l’unico che mantenga una efficace sicurezza militare, cosa che avviene isolando i combattenti il più possibile dalla popolazione civile. Ma questi giovani sono stati presi a casa; erano ben conosciuti, e a quanto pare nessuno sospettava di loro.

Per quanto riguarda le minacce: una battuta che girava all’aeroporto di Manchester il 10 agosto era che l’IRA almeno si sarebbe ricordata di fare una telefonata. Che senso ha un’esplosione suicida se nessuno sa perché? Abbattere dodici aeroplani è orribile per chi ci sta sopra (compreso il sottoscritto, tra l’altro), ma non inceppa gli ingranaggi del capitalismo occidentale. Deve far parte di una campagna molto più vasta, in corso, inarrestabile. Altrimenti, perché preoccuparsi? Un attacco episodico mostra la debolezza, non la potenza, di chi lo prepara, e alla fine rafforza non questi, ma i governi attaccati. Dopo l’11 settembre, i terroristi questo dovrebbero saperlo.

E infine, le confessioni. Sono stati arrestati ventiquattro sospetti, secondo alcune notizie. Diciannove hanno un nome. Per fortuna, i fermati sono stati catturati vivi. A differenza dell’uomo arrestato in Pakistan, dobbiamo presumere (credo) che non siano stati torturati. Quindi, avranno la possibilità di fare una libera dichiarazione sulle proprie intenzioni in sede di pubblico processo. Entro quel tempo le autorità avranno trovato laboratori, terreni di prova, biglietti d’aereo e passaporti. Saranno emersi anche testimoni credibili. Allora i giovani zeloti non potranno aspettarsi assoluzione o clemenza, e non avranno niente da perdere. Possiamo quindi aspettare con fiducia che affrontino i giudici e dichiarino esattamente quali fossero le loro motivazioni. Se lo faranno, mi mangio il cappello.

In breve: è possibile che questo caso salti? Potrebbe venir fuori che si è trattato di un eccesso di reazione, di uno sbaglio: o anche di una bufala? Si, potrebbe, e del resto non sarebbe nemmeno la prima volta. Non sto dicendo che andrà necessariamente così. Non sto accusando le autorità britanniche di malafede. Non sto sostenendo che il complotto è stato simulato: almeno, non da loro. Ma informatori furbi e politici nervosi sono una miscela esplosiva, che detona facilmente sotto pressione. Lo sanno tutti.

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