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Alberto Vitucci
Il giallo della scogliera bocciata da Lunardi ripescata 7 anni dopo
1 Novembre 2009
MoSE
Tagliano i fondi per opere essenziali e, per ingrassare il padrone della città, finanziano opere inutili e pericolose. La Nuova Venezia, 1 novembre 2009

L’ex ministro Lunardi l’aveva depennata perché «inutile e pericolosa». L’ex presidente del Magistrato alle Acque si era rifiutata di firmare il progetto. Ma la diga foranea del Lido adesso rispunta. E il Comitato tecnico di magistratura l’ha «resuscitata» approvandola 7 anni dopo la bocciatura.

C’è un piccolo giallo dietro la nuova opera che il Consorzio Venezia Nuova si appresta a realizzare in mare, fuori della bocca di porto di Lido. Il progetto originario del Mose non prevedeva queste «opere complementari», dighe foranee in massi e calcestruzzo orientate a scirocco. Aggiunte nel 2002 su richiesta del Consiglio comunale, che intendeva così percorrere una sorta di strada alternativa al Mose, chiedendo la riduzione delle maree con il rialzo dei fondali e le cosiddette opere di «dissipazione». Le dighe dovevano servire infatti per ridurre l’entità della marea entrante e dunque le acque alte di almeno 4 centimetri. In realtà, dicono a Ca’ Farsetti, sono state realizzate come protezione delle conche di navigazione costruite a Malamocco e riducono le acque alte solo di 1 centimetro e 3 millimetri. Alla fine nel Comitatone del 2002, il ministro Lunardi aveva dichiarato che la diga al Lido non si sarebbe fatta. Perché non utile ai fini della salvaguardia e dannosa per l’ambiente come rilevato dagli studi dell’epoca. E si sarebbe invece attuato il terminal dei petroli in mare, primo passo per ridurre l’inquinamento e anche le profondità dei fondali in laguna.

La riga sul progetto della scogliera al Lido era stata sostituita da un tratteggio. Troppe le controindicazioni, soprattutto per la modifica delle correnti e l’erosione, che si temeva avrebbe potuto danneggiare i litorali. Ma i dubbi evidentemente sono stati superati, e il progetto è stato ora portato al Comitato dal presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta e approvato, pur con l’indicazione di verificare i dubbi espressi dal Comune sull’efficacia dello sbarramento.

Quasi ultimata la scogliera a Malamocco, in corso i lavori per quella di Chioggia, adesso rispunta anche la diga del Lido. 43 milioni di euro la spesa prevista, per realizzare circa un chilometro di barriera verso sud est. Una cifra consistente, soprattutto in periodi in cui non arrivano soldi per la manutenzione della città e Insula, la società del Comune che si occupa del restauro di rive, ponti e fondamenta, rischia la chiusura. Tagli anche ai fondi ordinari del Magistrato alle Acque e ai contributi per i restauri ai privati, fermi da anni. Che il Comune ha annunciato di reintrodurre se da Roma arriveranno i 29 milioni di euro promessi da un anno, necessari a proseguire le opere di manutenzione dell’intera città. I lavori del Mose intanto proseguono, finanziati nel 2009 con 1200 milioni di euro, in totale circa 3500 in sette anni sui 4700 previsti.

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