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Stefano Miliani
Il direttore dei musei statali? Un manager di McDonald's
15 Novembre 2008
Beni culturali
«Una miniera di petrolio a costo zero»: così Mario Resca, il nuovo, potentissimo Direttore generale. Senza commento. Da l'Unità, 15 novembre 2008 (m.p.g.)

Per “rilanciare” i musei e i siti archeologici lo Stato assume un manager. Di indubbia esperienza. In banche, in società finanziarie, nella moda, finanche in McDonald’s Italia. Scarsissima per non dire nulla invece l’esperienza nel settore in cui sarà il consigliere del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Il quale aveva preannunciato un concorso internazionale per esperti che si è guardato bene dal bandire.

Bondi ha scelto Mario Resca, 63 anni. Il suo identikit corrisponde esattamente al ritratto che temeva l’ex ministro, ex soprintendente e attuale direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci: un manager che si è laureato alla Bocconi quando lui auspicava uno storico dell’arte o un archeologo. Perché uno così ha per sua natura un’impostazione tutta economicistica. Se ad allenare la Nazionale di calcio mettessero qualcuno che non ha mai allenato una squadra voi cosa direste? Scoppierebbe una rivoluzione? Perché per i musei la regola non vale?

Annuncia Bondi: "Resca assumerà il ruolo di consigliere del ministro per le politiche museali, al fine di avviare la sua attività per il rilancio del settore museale nazionale".

Per fornirvi un ritratto, sintetizziamo quanto lanciano le agenzie di stampa. Che lo descrivono così: candidato nel 2003 alla direzione generale della Rai, indicato nel maggio di quest'anno come possibile amministratore delegato per Alitaia, ferrarese, Resca si è laureato in economia e commercio alla Bocconi di Milano (proprio quello che paventava Paolucci). Poi è entrato subito alla Chase Manhattan Bank, nel 1974 ha iniziato a dirigere la Biondi Finanziaria (gruppo Fiat). Poi, tra vari alti incarichi dirigenziali nel nostro paese e all’estero (Lancôme Italia, società del Gruppo Rcs Corriere della Sera e del Gruppo Versace), dal 1995 al 2007 è stato

presidente e amministratore delegato di McDonald's Italia. È consigliere indipendente dell'Eni dal maggio 2002. Ma la caratteristica principale è forse l'amicizia con Silvio Berlusconi. E nell’arte? Avrebbe collaborato con Sgarbi in una galleria di una nota località turistica alpina.

“Ha sicuramente un grande curriculum ma qualcuno avrebbe ragione a dire: che c'azzecca ?" , chiede ironicamente Gianfranco Cerasoli, segretario dei beni culturali della Uil citando Di Pietro. "Sono senza parole - commenta stupefatta Manuela Ghizzoni, della commissione Cultura della Camera per il Partito Democratico - Nulla da dire sulla competenza imprenditoriale dell'uomo di McDonald's Italia. Resta da chiedere a Bondi cosa c'entrino gli hamburger con lo straordinario patrimonio culturale italiano". Appunto. Il problema non è la persona. È il suo curriculum. O meglio: la politica culturale a cui pensano Bondi, e chissà, forse Tremonti.

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