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Piero Mannironi
Il cuore di cemento di una giunta con i piedi d’argilla
3 Luglio 2010
Sardegna
I primi commenti sull’indecente iniziativa del presidente Cappellacci; in calce, la lettera dei ricercatori della Conservatoria. La Nuova Sardegna, 3 luglio 2010

Prima o poi si arriva sempre a una resa dei conti nella quale i fatti, le scelte e i comportamenti superano il fragile alibi delle parole e disvelano la vera natura delle cose. È così è stato anche per la giunta guidata da Ugo Cappellacci che, pur poggiando su piedi d’argilla, non ha mai saputo nascondere un cuore duro di cemento. In un singolare contrappasso, è così accaduto che, proprio in questi giorni, si sono concentrati eventi che hanno fatto affiorare crudamente la reale sostanza politica di questo esecutivo: l’offensiva (fallita) guidata dall’assessore Asunis su un “piano-casa 2” che creava percorsi agevolati per robusti investimenti immobiliari e la sforbiciata per “tagliare” ciò che viene ritenuto superfluo e far così quadrare i conti della Regione. Ebbene, in questo dimagrimento reso necessario per recuperare 380 milioni di euro, è stata cancellata anche la Conservatoria delle coste. Cioé quell’agenzia, nata dopo una lunga gestazione, che è stata considerata a livello internazionale come un gioiello, come l’espressione istituzionale di una filosofia politica che pone l’ambiente tra i valori primari di una cultura comunitaria.

E così, in una riunione di giunta, sono stati azzerati anni di lavoro, di riflessione e di progresso civile. È vero che la Conservatoria ha sempre avuto una vita difficile: è nata in un clima di diffidenza, se non proprio di ostilità, e fortissime sono state le resistenze che le hanno impedito di diventare adulta. Lo stesso ex governatore Renato Soru, che pure l’aveva pensata imitando l’esperienza inglese del National Trust e soprattutto quella francese del Conservatoire du littoral, si era dovuto muovere in un clima vischioso di tensioni nascoste.

Impossibile ora, in questi primi giorni d’estate, non declinare l’offensiva del “piano casa 2” con la cancellazione della Conservatoria delle coste. È il vero volto di una politica che ha selezionato molto chiaramente le sue priorità, ma ha soprattutto mostrato il suo vero Dna politico. E nella reazione inattesa del Consiglio regionale non è forse stato secondario il sospetto denunciato l’altro ieri dall’ex assessore Gian Valerio Sanna: il “piano casa 2” avrebbe aperto un’autostrada a operazioni come quella di Costa Turchese (targata Berlusconi) o di Teulada (Benetton e altri). Il sisma all’interno della stessa maggioranza è quindi intimamente politico. La cancellazione della Conservatoria delle coste è esattamente il rovescio del problema del “piano casa 2”. Proprio perché la Conservatoria è esattamente la negazione del dilagare del cemento sui litorali sardi. Ne consegue una valutazione forse un po’ velenosa, ma sicuramente fondata. E cioé che l’agenzia regionale, che doveva progressivamente creare lungo le coste una sorta di parco naturale asimmetrico e fruibile in un intelligente equilibrio tra tutela e sfruttamento dolce dell’ambiente, avrebbe potuto rappresentare un ostacolo, una fastidiosa complicazione per lo sviluppo di strategie edificatorie. Per questo era meglio liquidarla alla prima occasione. Tutto questo mentre nella vicina Corsica la tendenza è diametralmente contraria: il centrodestra, da decenni al potere, è stato clamorosamente spazzato via nei mesi scorsi dopo aver cercato di imporre il Padduc, una legislazione derogatoria che, in nome dello sviluppo economico, avrebbe consentito la cementificazione di tratti di costa. E dire che l’operazione era sponsorizzata dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy in prima persona. Non basta, i tribunali amministrativi francesi stanno bocciando tutti i piani urbanistici che cercavano di “bucare” la severa Loi littoral. È accaduto nei giorni scorsi a Pianottoli-Caldarello e a Bonifacio.

Ora, dunque, la Conservatoria delle coste viene cancellata. Senza uno straccio di dibattito, senza un minimo di confronto. Un atto politico molto eloquente.

E intanto fanno sentire la loro voce i collaboratori della Conservatoria. «Noi - scrivono in una lettera aperta - non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare a quest’opportunità lavorativa e vogliamo realizzare, con i fatti, un’idea concreta di sviluppo nella ferma convinzione che rappresenti l’unica strategia possibile per la Sardegna». «Conservare il patrimonio costiero della Sardegna - dicono ancora - vuol dire seguire una scelta strategica capace di riattivare realtà fortemente compromesse dalla crisi che stiamo vivendo, attraverso un investimento a lungo termine che mantenga e valorizzi beni ambientali, storico-culturali e umani».

LETTERA APERTA PER LE COSTE DELLA SARDEGNA

Siamo i collaboratori dell’Agenzia Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna. Siamo ingegneri, architetti, geologi, progettisti europei, biologi marini, naturalisti, esperti in turismo e comunicazione.

Solo due anni fa frequentavamo master e dottorati in tutta Europa, facevamo le nostre esperienze internazionali con un’idea in testa: quella di poter tornare in Sardegna per mettere a disposizione le nostre competenze e applicarle nella nostra terra.

Ci è stata data la possibilità di farlo attraverso il programma Master and Back, uno strumento messo a disposizione dalla Regione Sardegna a favore dei giovani sardi altamente specializzati, per evitare la dispersione di risorse umane e contenere la disgregazione sociale in atto sulla nostra Isola.

Abbiamo scelto di mettere la nostra professionalità a disposizione della Conservatoria delle Coste, accettando un contratto da precari, rinunciando a lavori da professionisti meglio retribuiti. Lo abbiamo fatto perché crediamo profondamente nell’idea di sviluppo che la Conservatoria oggi rappresenta, basato sulla gestione integrata delle aree costiere, sul riuso dei beni in stato di abbandono, sulla valorizzazione delle risorse locali, sul coordinamento con le principali iniziative in campo mediterraneo ed internazionale. In una parola: su un’idea di sviluppo sostenibile. Lo stesso sviluppo sostenibile di cui il più delle volte non si comprende il reale significato.

Oggi apprendiamo dalla stampa che l’Agenzia con la quale collaboriamo, per decisione della Giunta, verrà “cancellata”. La Conservatoria viene quindi considerata un ente superfluo da “tagliare” per favorire “scelte strategiche poste alla base dell’azione di governo per lo sviluppo, le infrastrutture, il contrasto alla povertà, le politiche per il lavoro”. La realtà è esattamente opposta.

Conservare il patrimonio costiero della Sardegna vuol dire seguire una scelta strategica capace di riattivare realtà fortemente compromesse dalla profonda crisi che stiamo vivendo, attraverso un investimento a lungo termine che mantenga e valorizzi i beni ambientali, storico-culturali, e umani che rappresentano i fattori produttivi primari della nostra economia.

Per questo è importante la creazione di posti di lavoro nel Sulcis legati alla realizzazione del primo ostello ecosostenibile della Sardegna, la cui riqualificazione è affidata ad imprese sarde e per la cui gestione si stanno tenendo i corsi per formare i giovani del territorio attraverso tirocini di alta formazione all’estero e renderli competitivi con il mercato europeo.

Non è di secondaria importanza il programma di sviluppo per l’Isola dell’Asinara, nella quale l’Agenzia sta realizzando un polo sperimentale sul turismo ad “impatto zero”, attraverso il recupero dei beni dismessi e la creazione di centri di turismo alternativo. Nel borgo di Cala d’Oliva, entro quest’autunno partiranno i bandi pubblici per la realizzazione di un ittiturismo, di un albergo diffuso e di un ristorante a filiera corta basato sull’offerta e sulla promozione di prodotti locali.

Portiamo avanti diverse azioni di educazione e di sensibilizzazione ambientale con scuole e comuni per la fruizione responsabile delle nostre spiagge affinché i sardi conoscano, apprezzino e si riapproprino del loro territorio.La manovra proposta dalla Giunta, finalizzata ad una “maggiore razionalizzazione della spesa” limiterà in realtà l’accesso diretto a fondi nazionali ed europei che hanno permesso di attivare il recupero delle torri costiere del patrimonio regionale, il progetto FOR ACCESS per la fruibilità delle fortificazioni costiere, il progetto PERLA per la sicurezza della balneazione e l’accessibilità alle spiagge, e il progetto GIRA per rilanciare l’economia dell’astice a Castelsardo, del polpo a San Vero Milis, e del riccio di mare a Buggerru ed Arbus rivolto a tutti gli operatori della pesca di questi territori costieri.

Le funzioni dell’Agenzia “saranno assegnate a servizi della presidenza o di alcuni assessorati”. Questa scelta è, a nostro avviso, un mezzo attraverso il quale si interromperebbero inevitabilmente le dinamiche che hanno permesso alla Conservatoria di diventare un esempio di efficienza e produttività, una fucina di idee che coniugano la tutela ambientale e lo sviluppo economico riconosciuta ed apprezzata a livello nazionale ed internazionale.

Noi, collaboratori dell’Agenzia Conservatoria delle Coste, non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a questa opportunità lavorativa, e vogliamo realizzare, con i fatti, un’idea concreta di sviluppo nella ferma convinzione che rappresenti l’unica strategia possibile per la Sardegna.

Claudia Dessy (geologo), Nicola Lecca (architetto), Matteo Lecis Cocco-Ortu (ingegnere), Elisa Mura (pianificatore), Noemi Murgia (turismo sostenibile), Antonello Naseddu (architetto paesaggista), Barbara Pintus (progettista europeo), Manuela Puddu (ricercatore), Tiziana Saba (biologo marino), Gabriele Sanna (naturalista), Maria Pina Usai (architetto).

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