L'Alto Adige on-line, 10 aprile 2013
MERANO. A meno di un mese dall'incarico per la realizzazione del masterplan 2030, il documento di sviluppo urbanistico della città propedeutico al nuovo Puc, il Consiglio di stato allontana definitivamente il rischio di cementificazione di Maia Alta. Non stiamo parlando di briciole di ma 150 mila metri cubi sparsi e compresi tra le zone edificabili sopra Lazago, la via Castel Gatto e la via Winkel, praticamente il polmone verde di Merano. Con una sentenza definitiva l'organismo giuridico con sede a Roma ha sancito la legittimità delle scelte adottate a fine anni Novanta dal Comune contro l'aumento della cubatura nelle zone di completamento inserite nel piano urbanistico con la classificazione B6. Una sorta di difesa d’ufficio di quella serie di fazzoletti verdi che sono inseriti nell’assetto di Maia Alta, la zona più pregiata dal punto di vista edilizio di tutta la città di Merano.
Il Comune, in sede di approvazione di un Puc, che oggi è vicino a dover essere riesaminato per intero, aveva deciso di non allinearsi alle decisioni prese dagli altri Comuni altoatesini e di ridurre a 1 metro cubo per metro quadro la capacità edificatoria delle zone di completamento, contro una cubatura di 1,3 scelta dagli altri sindaci. Un taglio alla possibilità di cementificazione che ha di fatto salvato gran parte dei grandi giardini di Maia Alta e ha anche magari evitato domande di concessione edilizia in sanatoria per piccoli abusi compiuti in questi anni.
La decisione del Comune però non era passata inosservata, al punto che un comitato appositamente costituito - comitato Maia Alta il suo nome ufficiale - aveva deciso di prendere carta e penna, dotarsi di avvocato e ricorrere al Tar contro la riduzione di cubatura. Perso il ricorso al Tar il comitato, composto a differenza di quanto accade normalmente non per tutelare il verde ma per consentire al contrario maggior libertà d’uso del cemento e quindi aumenti di cubature, aveva opposto appello rivolgendosi al Consiglio di stato.
Nelle scorse settimane la sentenza finale che chiude ogni contesa: bocciato l'appello e successo della linea difensiva del Comune portata avanti dagli avvocati Karl Zeller e Luigi Manzi di Roma. La linea del Consiglio di stato difende una volta di più le prerogative del Comune, che per più d'una volta negli ultimi quindici anni si era visto calare provvedimenti dall'alto, con variazioni urbanistiche d'ufficio della giunta provinciale.
Era stato proprio il Comune di Merano, per primo a opporsi a questo modo di fare, portando, sempre con l’avvocato Karl Zeller, la Provincia davanti al Tar e ottenendo in quella sede confermata la propria autonomia decisionale in merito di sviluppo urbanistico della città.
postilla
Daremo più ampie informazioni sulla sentenza di Merano appena saremo in possesso. del testo. Vedi su eddyburg la sentenza del Consiglio di Stato su analoga questione, a proposito del comune di Monteroni (LE)