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Giovanni Losavio
Il Consigliere del Principe
27 Febbraio 2009
Beni culturali
La solidarietà di Italia Nostra e del suo Presidente a Salvatore Settis, Presidente del Consiglio Superiore dei bb.cc. conculcato nel suo diritto di critica. 27 febbraio 2009 (m.p.g.)

Il Ministro Bondi ha frainteso il ruolo del Presidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. Lo considera come il consigliere del principe, a lui legato da un rapporto di solidarietà e fiducia, tenuto dunque alla disciplina e a mantener riservato l’eventuale dissenso, perché risponde al ministro che lo ha prescelto tra le "otto eminenti personalità del mondo della cultura" da lui nominati. Non ha tollerato che Salvatore Settis, da uomo di scuola e studi, cittadino civilmente impegnato, esprimesse liberamente quel che pensa degli indirizzi generali del ministero (imputabili dunque alla responsabilità politica del ministro) e della amministrazione attiva delle istituzioni dei beni culturali e lo ha accusato appunto di infedeltà, invitandolo ad andarsene con uno scoperto scatto retorico ("non potevi trovare un espediente migliore per rassegnare le dimissioni", ha in sostanza dichiarato in un’intervista). E Settis, che non era certo tenuto a dimettersi per aver perduto la fiducia del ministro, ha creduto che la pretestuosa accusa di lavorare contro le istituzioni e di muoversi secondo logiche di schieramento avesse alterato irrimediabilmente il corretto rapporto funzionale tra ministro e presidente della più alta istanza consultiva del ministero. Determinazione dettata da viva sensibilità istituzionale e a Settis va la solidarietà di Italia Nostra che ne condivide i preoccupati giudizi sugli indirizzi generali del ministero. Ma il ministero si priva di una voce di alta competenza e di disinteressato impegno. Che tuttavia, sappiamo, Settis manterrà viva nella partecipazione, che ritiene doverosa, di cittadino e uomo di cultura alla tutela di patrimonio e paesaggio.

Settis è stato sostituito con sorprendente prontezza (nelle stesse ore in cui comunicava al Consiglio le sue dimissioni) da chi aveva saputo meritare la fiducia del Ministro, assicurando pubblicamente di condividere in tutto proprio le scelte che Settis aveva contestato (come l’affidamento della direzione generale per la valorizzazione a un manager aziendale, il commissariamento di Pompei e dell’archeologia romana, la convocazione dei Bronzi di Riace al G8 della Maddalena) e di giustificare i drastici tagli al bilancio del ministero. Un presidente dunque certamente "eminente personalità del mondo della cultura", ma che offre in più al Ministro la garanzia di un sicuro allineamento.

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