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Il Comune "vende" anche le Procuratie di San Marco
5 Dicembre 2014
Venezia e la Laguna
Ulteriore porzione dell'incomparabile bene comune di Venezia e Laguna sacrificato a Mercato e Patto di stabilità. Un funzionario non eletto può svendere a pezzi una città senza andare in galera? Ci sono cittadini capaci di sollevarsi, o Venezia non è più una città?

Ulteriore porzione dell'incomparabile bene comune di Venezia e Laguna sacrificato a Mercato e Patto di stabilità. Un funzionario non eletto può svendere a pezzi una città senza andare in galera? Ci sono cittadini capaci di sollevarsi, o Venezia non è più una città? La NuovaVenezia, 5 dicembre 2014

Anche l’uso pubblico delle Procuratie Nuove - di proprietà delle Assicurazioni Generali, ma in questi anni sedi delle uffici giudiziari - sacrificate sull’altare del rispetto del Patto di Stabilità, che il Comune sta disperatamente inseguendo.

«Stiamo chiudendo un accordo bonario con le Generali - anticipa infatti il commissario straordinario Vittorio Zappalorto - rinunciando al contenzioso che abbiamo in atto proprio sull’uso pubblico delle Procuratie, che la compagnia assicuratrice invece contesta. Manterremo solo circa 800 metri quadri a uso pubblico e lasceremo invece oltre 3 mila metri quadri a disposizione delle Generali. In cambio la compagnia ci verserà alcun milioni di euro per la valorizzazione nel frattempo avvenuta dell’area immobiliare delle Procuratie».

Un ottimo affare, evidentemente, per le Generali, che non avranno più l’opposizione del Comune sull’uso dei prestigiosi spazi, dove in passato avevano anche elaborato un progetto per la realizzazioni di appartamenti di lusso, subito fermato e una “mancia” per il Comune nel tentativo di far quadrare i conti e recuperare entro fine anno i 60 milioni di sforamento tendenziale del Patto certificati anche dalla Corte dei Conti. Ma Zappalorto non applicherà - intanto, come chiedevano i Revisori a scopo preventivo, ritenendo ormai probabile lo sforamento del Patto - fin da novembre ai dipendenti comunali le penalizzazioni previste dallo sforamento del Patto del 2014.

«Le penalizzazioni le applicheremo solo quando il Patto sarà effettivamente sforato - ha dichiarato ieri Zappalorto - e stiamo appunto lavorando per evitarlo. Penso che entro Natale riusciremo a concludere la vendita alla Cassa Depositi e Prestiti di Palazzo Diedo e Palazzo Gradenigo, per una trentina di milioni di euro, superando le varie pastoie burocratiche. Abbiamo già incassato inoltre 10 milioni di euro di fondi pregressi di Legge Speciale dallo Stato. Un’altra decina milioni di euro dovrebbero arrivare appunto dall’accordo con le Generali per la valorizzazione e la rinuncia all’uso pubblico delle Procuratie Vecchie e da altri diritti di superficie similari».

Forti dubbi invece nutre il commissario sulla possibilità di avere dalla Regione gli 8 milioni di euro di fondi di Legge Speciale che pure Palazzo Balbi dovrebbe a Ca’ Farsetti e questo renderebbe da possibile a pressoché certa la vendita di Villa Hèriot, fortemente contestata.

«Temo che la Regione, che ha a sua volta i suoi problemi a rispettare il Patto di Stabilità - commenta Zappalorto - terrà per il momento quegli 8 milioni di euro per sé. Questo ci obbligherà a vendere Villa Hèriot entro l’anno, ammesso che si trovi un compratore interessato a chiudere in tempi brevi. Non sarà sicuramente la Cassa Depositi e Prestiti, ma eventualmente un privato». Il commissario non si fa illusioni invece sulla possibilità di ottenere ancora un aiuto dal Governo, attraverso un emendamento alla Legge di Stabilità da presentare in Senato da parte di qualche parlamentare. «Il Governo ha già bocciato alla Camera, dichiarandoli inammissibili, tutti gli emendamenti che erano stati presentati per alleggerire il Patto, a questo punto dobbiamo fare da soli, sperando di farcela».
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