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Ian Fisher
Il “Ciclone Silvio” d’Italia è in onda. Ovunque
10 Febbraio 2007
Articoli del 2006
L'imperversare del presidente del consiglio italiano sui media, visto dal New York Times, 28 gennaio 2006 (f.b.)

ROMA, 26 gennaio – Ora è ufficialmente impossibile evitare il viso confidenziale, sorridente e lisciato dal chirurgo di Silvio Berlusconi. Negli ultimi tempi è apparso in televisione quasi ogni sera, parlando di sua madre, delle sue idee sulla morale, dei suoi nemici, del suo giardino (smisurato: 100 ettari, come sottolinea), e anche di Erasmo.

”Erasmo diceva: Le migliori idee non vengono dalla ragione, ma da una lucida follia visionaria” ha dichiarato Berlusconi, primo ministro italiano, nel corso di un’intervista di un’ora e mezza trasmessa questa settimana da una delle tre reti televisive di sua proprietà.

Visionario o tendente alla follia, Berlusconi si è lanciato con l’abituale energia in un inconsueto blitz sui mezzi di comunicazione: una prolungata televendita rivolta agli elettori italiani, che i sondaggi mostrano stanchi di lui dopo cinque anni di governo. “Ciclone Silvio” ha strombazzato sulla copertina dell’ultimo numero il settimanale Panorama, pure di sua proprietà.

A poco più di due mesi dalle elezioni nazionali, questo teatro politico rappresenta, secondo molti, la lotta dell’uomo più ricco d’Italia, presidente del consiglio in carica per il periodo più lungo, per la propria sopravvivenza politica. Il copione prevede l’attacco.

Vigoroso sessantanovenne, dall’aspetto più giovane e con più capelli di quando è entrato in carica, grazie alla chirurgia estetica che ha discusso in pubblico, ha iniziato due settimane fa accusando il principale partito dell’opposizione di centrosinistra di affari poco trasparenti. Poi Berlusconi, più volte processato per corruzione ma mai arrestato, ha fatto una visita ai magistrati a questo proposito.

Immediatamente coi suoi alleati del centro destra – uno dei quali ha definito la visita in procura “di cattivo gusto” –sono ripresi i periodici battibecchi. Questa settimana Berlusconi si è impegnato in un altro bisticcio, stavolta col presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, sul desiderio da parte di Berlusconi di prolungare la durata del parlamento di due settimane oltre la data del 29 gennaio originariamente fissata da Ciampi per lo scioglimento delle camere. “Solo contro tutti” ha dichiarato il primo ministro settimana scorsa.

La questione è se, spingendo via tutti gli altri, Berlusconi possa guadagnarsi l’ammirazione – e i voti – degli italiani alle elezioni previste per il 9 aprile.

”Sta conducendo una campagna elettorale che dimostra leadership” dice Carlo Pelanda, professore di relazioni internazionali e collaboratore di due quotidiani conservatori italiani. “Se si analizzano le tendenze elettorali, non è vero che la sinistra stia crescendo. È vero che alcuni elettori di centro destra hanno perso un po’ di interesse per Forza Italia, e Berlusconi deve sollecitare l’entusiasmo della gente che gli ha dato il voto nel 2001”.

Almeno, anche i suoi molti nemici concedono che Berlusconi, a capo del partito Forza Italia, sta dominando il dibattito, e insieme a televisione, radio, giornali e riviste ci sono pure i manifesti per le strade. La sua accusa che il principale partito di opposizione, i Democratici di Sinistra, abbiano avuto un ruolo in una oscura acquisizione, sembra essere riuscito a mettere l’opposizione, non certo famosa per la sua unità anche nei tempi migliori, in ulteriore disagio.

Secondo alcuni esperti, questa offensiva potrebbe essere il colpo da maestro di un esperto tattico, che rivela speranze di rielezione migliori di quanto non mostrino i sondaggi. “È un uomo d’affari troppo realista: se avvertisse davvero che la situazione è disperata, o irrecuperabile, probabilmente cercherebbe una strategia d’uscita” dice Franco Pavoncello, analista politico alla John Cabot University di Roma. “Agire così è significativo, secondo me, del fatto che sente di poter probabilmente modificare la situazione”.

Nicola Piepoli, presidente dell’Istituto Piepoli, specializzato in sondaggi, dice che anche lui non considera Berlusconi fuori gara, e crede che stia riuscendo a infondere energia nella base dei voti più conservatori. Però, aggiunge, i dati dei sondaggi non mostrano ancora uno spostamento a suo favore. “Aveva il 46% prima, e ha il 46% adesso” dice Piepoli, sottolineando come Berlusconi affermi di star superando la differenza rispetto all coalizione di centrosinistra guidata dall’ex primo ministro Romano Prodi.

In un paese tradizionalmente dominato dai partiti, e non dalle singole personalità, la campagna mediatica in stile americano di Berlusconi è tanto nuova quanto ubiqua. I critici sostengono che sta usando in modo scorretto la sua posizioni di capo del governo, che controlla la televisione pubblica, e di magnate della comunicazione che controlla le proprie reti. Secondo uno studio comparso sui giornali italiani, ha avuto più di tre ore di tempo televisivo in due settimane, mentre Prodi appariva per soli otto minuti.

Il tono della campagna è apparso chiaro sin dall’inizio, quando Berlusconi è comparso in un popolare talk show politico, attaccando a testa bassa il suo elemento di maggior debolezza politica: l’idea, diffusa anche fra molti alleati, di aver usato il governo per tener lontani i magistrati. Nel corso della trasmissione, è riuscito a ricordare agli italiani che alcuni degli scandali principali sono accaduti all’epoca dei governi di centrosinistra. Ma è andato anche oltre: si è definito un esempio vivente di “come politica e affari devono rimanere separati”.

”La politica” ha dichiarato di fronte a un interlocutore esterrefatto, “non mi ha mai aiutato negli affari”. Per attenuare i colpi sferrati nel primo spettacolo, più tardi è comparso in un programma dedicato al calcio (è proprietario non solo della rete che lo trasmetteva, ma anche della squadra di calcio del Milan). Mentre la sinistra annaspava per rispondere all’attacco, Berlusconi diventava una presenza quasi quotidiana per gli spettatori televisivi, dibattendo col capo dei Comunisti, Fausto Bertinotti, e con Francesco Rutelli, che guida il partito di centro sinistra della Margherita.

Lunedì, ha risposto alla più gentile delle interviste possibili da parte di uno dei più popolari personaggi della televisione italiana, Paolo Bonolis, mostrando immagini della famiglia, e di sé insieme a tre presidenti americani. “Ho fatto visita a Bush 20 volte” ha detto, mettendo se stesso – e così l’Italia – al centro del palcoscenico mondiale.

La sua battaglia col Presidente Ciampi sulla data di scioglimento delle camere è stata anche determinata, sostengono i critici, dal desiderio di rimanere visibile. Anche se ha sostenuto che il parlamento aveva lavori fondamentali da concludere prima delle elezioni, la campagna elettorale comincerà ufficialmente al momento in cui le camere vengono sciolte, e per legge i tempi televisivi saranno distribuiti equamente fra i due schieramenti sino alla data delle elezioni.

Prodi ha dichiarato che la battaglia di Berlusconi con Ciampi mostra come il primo ministro abbia bisogno di tempo televisivo extra per ribaltare “il giudizio degli elettori” su di lui. “Non vogliono regole” ha dichiarato lunedì riferendosi a Berlusconi e ai suoi sostenitori. “Vogliono un Far West dove l’unica cosa che conta è la possibilità di spendere denaro e comparire in televisione”. Berlusconi ha vinto la sua battaglia: Ciampi ha consentito di sciogliere le camere l’11 febbraio.

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