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John Metcalfe
Il Cesso degli Angeli
27 Gennaio 2012
Dalla stampa
Se vogliamo città pedonali e ciclabili, si pone anche il problema dei gabinetti pubblici. I segreti del successo di Portland. The Atlantic Cities, 23 gennaio 2012 (f.b.)

Titolo originale: Why Portland's Public Toilets Succeeded Where Others Failed - Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

Per gli abitanti di Portland, Oregon, una capatina al gabinetto pubblico non è solo questione di bisogno: è un vero e proprio atto di orgoglio cittadino. Tutto per via del Portland Loo, particolarissimo gabinetto da strada brevettato, che ispira ai suoi appassionati un’adorazione tale da far pensare che l’abbia inventato Steve Jobs in persona. Un’adorazione che regge nonostante quel servizio attivo 24 ore su 24 sia progettato per essere il più possibile inospitale. Un gabinetto certo non fatto per essere amato, ma che a Portland è di sicuro il Numero Uno (probabilmente anche il Numero Due). Un più che prosaico ricettacolo di rifiuti umani che è dotato di proprio blog, account Twitter, pagina Facebook. Qualcuno che odia i gabinetti a giugno ne ha incendiato uno, solo per provocare un vero e proprio assalto a Facebook. “Portland Loo è rock! Quale altra città può vantare gabinetti pubblici a prova di incendio?” scrive Laura Mears, e aggiunge Charlie Clint “Lo raccomando a tutti quelli che incontro: straordinario quanto sia solido! (woo hoo)”.

Una recensione del nuovo gabinetto in Jamison Square pubblicata da Yelp è intitolata “Mitico” e trabocca di amore. “Credo proprio che passerò da lì a lasciarci un ricordino al più presto” scrive Andrew C. Il 31 gennaio l’amministrazione di Portland tiene a battesimo il quinto gabinetto della città, all’incrocio fra Couch Street e l’Ottava Avenue, con un inaugurale colpo di sciacquone. Arricchito dai lavori artistici della vicina scuola elementare Emerson, potrebbe anche diventare il più famoso di tutti. Ma come sono riusciti questi piccoli bugigattoli di metallo e plastica, che magari puzzano pure on po’ di orina, a diventare un oggetto di culto fra gli appassionati di Portland? Facile: non sono dei pasticci come successo in altre città. Basta pensare ad esempio ai gabinetti da strada autopulenti di San Francisco. Subito carichi di problemi di manutenzione, sin da quando si sono inaugurati nel 1995. Qualcuno non funziona proprio, altri puzzano al punto che qualcuno li ha paragonati alla carcassa di un bisonte morto da una settimana.

Poi ci sono i bagni automatici di Seattle: un vero disastro. L’amministrazione avrebbe speso meglio quei cinque milioni di dollari anche pagando l’ingresso con consumazione a un locale Starbucks. Erano progettati in modo che chiunque poteva chiudersi dentro, trasformandoli nel proprio reame. La spazzatura si accumulava sul pavimento rendendo inutile il sistema automatico di pulizia. Alla fine dell’esperimento, nel 2008, anche i tossici avevano smesso di usare i gabinetti di Seattle. Volendo li si può ancora comprare a prezzi stracciati su eBay. Quando qualche politico a Portland ha cominciato a pensare a un proprio esperimento di gabinetto da strada, la prima cosa è stata quella di dare un’occhiata alle macerie fumanti delle altre varie esperienze simili della West Coast, prendendo accuratamente appunti. “Abbiamo considerato quello di Seattle come percorso da non seguire” ricorda Anna DiBenedetto, collaboratrice dell’assessore Randy Leonard, padre spirituale del Portland Loo. “Siamo convinti che l’errore fatale lì sia stato il tipo di progettazione. Cercare comodità e riservatezza fa sì che la gente poi si senta autorizzata a comportamenti scorretti, quelli soliti nei gabinetti pubblici”.

Così nel 2006 l’assessore Leonard ha riunito un super elitario Gruppo Gabinetti, a cui apparteneva anche il progettista di punta Curtis Banger, per realizzare il modello perfetto per la gente. Si è lavorato senza sosta – salvo quando si andava in bagno naturalmente, anche se non era un bagno perfetto – per ideare uno spazio interno in grado di scoraggiare soste troppo lunghe, anzi di spingere ad andarsene il più in fretta possibile. E due anni più tardi, il duro lavoro ha finalmente partorito il primo Portland Loo del mondo, collocato nel Vecchio Quartiere-Chinatown. Nonostante fosse proprio di fianco a una stazione degli autobus Greyhound, ad oggi resta ancora lì: una resistenza che si può attribuire senza dubbio all’idea base di spazio difendibile. “La cosa che ci mette un passo avanti rispetto ad altri tipi di gabinetto, è aver capito quanto alla gente piaccia far cose tremende” nei bagni pubblici, spiega la DiBenedetto. Così il Portland Loo è attrezzato di una serie di accorgimenti proprio per controllare certa utenza degenerata:

• Niente acqua corrente all’interno: “C’è gente, i senza casa per esempio, che usa i lavandini per farci il bucato” spiega la DiBenedetto. Così niente lavandino, solo un cannello esterno da cui esce acqua fredda.

• Niente specchio: La gente gli specchi spesso li rompe. Anche più di frequente se non trova acqua corrente a portata di mano.

• Sbarre sopra e sotto: Fa sembrare il gabinetto una specie di gabbia per gorilla, ma si tratta di aperture che possono rivelarsi di grande importanza. Un poliziotto può guardar dentro in basso e verificare che non ci siano più di due piedi per volta. Attraverso le aperture i rumori si diffondono senza ostacoli, chi passa fuori sente sospiri e sciacquii di chi sta dentro, chi sta dentro ascolta i passi e le conversazioni. Insomma nessuno ha la tentazione di star da quelle parti a lungo.

• Rivestimento a prova di graffiti: Non ci scarabocchierà sopra nessuno, a quelle latrine.

• Pareti e porte di solido acciaio inossidabile: “L’abbiamo pensato con l’idea che qualcuno potrebbe prenderlo a mazzate” continua la DiBenedetto. “Se ci sono dei danni, si può sostituire l’elemento”.

Sinora, il gesto più frequente dei malintenzionati pare quello di spaccare il bottone dello sciacquone, probabilmente usando qualche genere di attrezzo. Tutte queste caratteristiche espressamente rivolte ad atteggiamenti psicologicamente tipici fanno parte della domanda di brevetto n. D622,408 S presentata da Leonard e registrata nel 2010. Il gabinetto ha anche il discutibile onore di essere il primo brevetto della città di Portland. Il primo esemplare è costato circa 140.000 dollari. Per quelli successivi si è scesi a 60.000, più 12.000 dollari l’anno di manutenzione ciascuno. Portland ne ha anche venduto uno all’amministrazione di Victoria nella Colombia Britannica, a poco meno di 100.000 dollari. E si spera di piazzarne altri con la ripresa economica. L’idea di veder spuntare Portland Loo agli angoli delle strade di tutta l’America entusiasma la DiBenedetto, che non è solo una dipendente espressamente pagata per promuoverli, i gabinetti, ma anche una loro soddisfatta utente. “Quando sono in macchina con degli amici e passiamo vicino a uno si dice sempre ecco un gabinetto!. Dentro si prova una sensazione strana, fredda, viene da pensare: Wow, sto troppo vicino al marciapiede, mi possono sentire tutti che faccio pipì, ma è straordinario lo stesso”

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