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Sandra Amurri
Il “canale parallelo”: trucchi e bugie
12 Agosto 2013
Venezia e la Laguna
Luigi D'Alpaos, tra i messimi esperti italiani di idrodinamitica e profondo conoscitore della Laguna di Venezia denuncia il tentativo di Paolo Costa di utilizzare il suo nome per avallare una scelta che sacrificherebbe l'ambiente lagunare pur di salvare i traffici della Grandi navi. Il Fatto quotidiano, 11 agosto 2013

Luigi D'Alpaos, tra i messimi esperti italiani di idrodinamitica e profondo conoscitore della Laguna di Venezia denuncia il tentativo di Paolo Costa di utilizzare il suo nome per avallare una scelta che sacrificherebbe l'ambiente lagunare pur di salvare i traffici della Grandi navi. Il Fatto quotidiano, 11 agosto 2013

Una delle tre proposte al vaglio del comitato ministeriale con l’obiettivo di mettere fine allo sfregio causato dal passaggio delle Grandi Navi nel cuore di Venezia è quella del presidente dell’Autorità Portuale, Paolo Costa: allargamento e approfondimento del canale Contorta-Sant’Angelo dal canale dei petroli fino all’attuale stazione marittima. Costo previsto: 170 milioni di euro. Consegna in un anno, dice lui.

Costa nella lettera pubblicata ieri dal Fatto in risposta ad Adriano Celentano, scrive testualmente: “Il come fare ce lo dicono Luigi D’Alpaos, Università di Padova, e l’Ismar Cnr, tutta gente che alla laguna ha dimostrato, non solo detto, di tenerci più di Lei (riferito a Celentano) e me”. Chiamato in causa, il professor D’Alpaos, ordinario di idrodinamica all’Università di Padova, esclama: “Trovo scorretto che si citi solo una parte di tre paginette, non di uno studio, scritte dieci anni fa quando Costa era sindaco di Venezia, e non si faccia riferimento ad alcune frasi fondamentali che evidenziano la necessità di tener conto anche di altri problemi che l’inserimento di un nuovo canale navigabile inevitabilmente creerebbe. Concetti che ho replicato in una nota inviata a Costa il 18 luglio scorso quando il mio nome fu di nuovo strumentalizzato affinché capisse bene, ma vedo che non è stato sufficiente.
Le Grandi Navi non debbono entrare nel cuore di Venezia, e per questo dovrebbe bastare il buon senso: si deve costruire un porto fuori dalla laguna. Poi di fronte alla necessità, in fase transitoria, si può trovare una soluzione ingegneristica, studiare interventi reversibili graduali inquadrabili nella legge speciale su Venezia e non come è stato fatto nel passato.
Sono onorato che si citi il mio dipartimento, seppure sia stato sempre stato tenuto al margine. Sarei tranquillo se fosse chiamato a dire la sua su questa vicenda. Invece viene tenuto all’angolo dai soliti noti, in questo caso le Compagnie di navigazione, alle quali è asservita la politica, perché fa ricerca, non business, non è formato da signor sì. L’iniziatore degli studi di idraulica lagunare, il professor Augusto Ghetti, ci ha insegnato a non essere mai consulenti del Principe. E infatti il Principe sceglie altri consulenti. Non è stupefacente che al dipartimento lavori un gruppo di ricercatori, massimi esperti in campo internazionale di idrodinamica lagunare e di morfodinamica e per i problemi di modellazione del Mose si sia preferito andare all’istituto DHI di Copenaghen oppure a Delft, in Olanda?
Il Cnr di Venezia (citato da Costa), essendo finanziato dal Consorzio Nuova Venezia (per la realizzazione del Mose) non è certo un esempio di coerenza. Prima di parlare bisogna formarsi delle idee e di fronte a fatti scientifici le idee debbono derivare dalle evidenze scientifiche. Mi scuso per la franchezza ma nella mia vita, compio 70 anni tra un mese, mi sono occupato a lungo delle questioni veneziane dicendo solo ciò che pensavo a prescindere dalle conseguenze che ne sarebbero derivate. Come testimonia il mio libro Fatti e misfatti di idraulica lagunare: potrei raccontare molto di più ma temo che mi farebbero inaugurare i Piombi (le famose galere della Repubblica)”.
In conclusione il progetto sostenuto da Costa è fattibile o no? “Cosa vuole, tutto può esserlo se si è convinti che sia il solo obiettivo. Ma l’unica soluzione è tenere fuori le grandi navi dalla laguna, e non continuare nella follia di adattare la laguna alle dimensioni delle navi. Poi si può parlare di soluzioni praticabili sul breve periodo. Ma per non creare danni irreparabili bisognerebbe costruire questo canale con saggezza, neutralizzarlo dal punto di vista morfodinamico per evitare la demolizione dei fondali, perché questi giganti quando passano producono anche correnti locali estremamente dannose per la stabilità della Laguna”.

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