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Enrico Tantucci
Il bilancio del Comune appeso a Pierre Cardin
28 Novembre 2012
Venezia e la Laguna
Ecco a che serve cedere un'area preziosa della città, ipotecando il futuro d. tutti per consentire un gigantesco affare privato. Intanto il sindaco chiede a Ornaghi di secretare il progetto per sottrarlo al parere della soprintendenza. E gli intellettuali si appellano a Napolitano: come se la madre dell'agnello chiedesse giustizia al lupo.

Ecco a che serve cedere un'area preziosa della città, ipotecando il futuro d. tutti per consentire un gigantesco affare privato. Intanto il sindaco chiede a Ornaghi di secretare il progetto per sottrarlo al parere della soprintendenza. E gli intellettuali si appellano a Napolitano: come se la madre dell'agnello chiedesse giustizia al lupo. La Nuova Venezia, 28 novembre 2012


Il bilancio del Comune appeso a Pierre Cardin
di Enrico Tantucci

Via libera alla manovra di assestamento, ma i revisori dei conti evidenziano l’incertezza delle entrate. Conto alla rovescia per rispettare il patto di stabilità Nelle mani di Pierre Cardin, sperando che “confezioni” una vendita su misura per le esigenze di Venezia. Il bilancio 2012 del Comune - per quanto riguarda il rispetto del Patto di Stabilità - è “appeso” alla vendita entro fine anno dei terreni comunali di Marghera su cui dovrebbe sorgere, in parte, l’ormai famoso Palais Lumiére,che insieme ad altre poste - come l’area della Favorita al Lido, parte del complesso delle ex Conterie a Murano, la Biblioteca di Mestre di via Miranese tra le altre - dovrebbe fruttare complessivamente 46 milioni di euro, a cui vanno aggiunti altri 48 milioni di euro di fondi di Legge Speciale, previsti dall’emendamento alla Legge di Stabilità approvata alla Camera e ora all’esame del Senato, ma non ancora in cassa. E se il Consiglio comunale ieri ha dato il via libera a tarda sera all’assestamento di bilancio - illustrato dal vicesindaco e assessore competente Sandro Simionato - che fa, formalmente quadrare i conti, non sono mancate le critiche per l’azzardo a cominciare da quelle, le più significative del Collegio dei Revisori dei Conti nella loro relazione al documento contabile. A proposito delle “vendite” di fine di Ca’ Farsetti i revisori parlano di incertezza motivata dall’«esito - intrinsecamente incerto - delle dismissioni valorizzazioni/immobiliari programmate e dall’aleatorietà nei tempi di trasferimento dei fondi di legge speciale per Venezia». Un azzardo - se non vende e non incassa l’Amministrazione sarà costretta a uscire dal Patto di Stabilità - messo in evidenza ieri in aula da consiglieri di opposizione come Michele Zuin del Pdl, pur di fronte alla consapevolezza generale delle difficoltà di rispettare un Patto di Stabilità che “strangola” i Comuni, come ha ricordato Simionato. Dal piano delle alienazioni sono invece usciti il Centro di interscambio merci del Tronchetto, il Parco Vega e 100 alloggi di edilizia residenziale in terraferma, difficilmente vendibili. Inserito dalla giunta con un emendamento, proprio su indicazione dei revisori, un fondo di riserva per fare fronte alla probabile divisione patrimoniale che dovrà essere affrontata con il comune di Cavallino, dopo la separazione da Venezia e la relativa causa per il riconoscimento di una quota di beni propri. Avvolta nel mistero la sorte delle quote Save, che nel piano delle vendite non ci sono, ma che formalmente il Comune sarebbe pronto a cedere con la possibilità di riacquisto successiva e il mantenimento del proprio ruolo nel Consiglio della società. Conti messi a posto invece sul fronte della spesa corrente, nonostante l’ulteriore taglio da 3 milioni e 800 mila euro previsto dal decreto governativo sulla spending review sotto forma di taglio del debito. I soldi arriveranno per un milione da maggiori entrate previste dal Casinò, per un altro milione e 300 mila euro dal fondo di riserva e per un altro milione e mezzo da ulteriori tagli di spese su fondi comunali non ancora impegnati. La buona notizia è che il Comune, per la prima volta da molti anni, non è dovuto ricorrere alle plusvalenze per far quadrare i conti, ma l’incognita - come ha ricordato Simionato - riguarda i prossimi tre anni, quando agli enti locali saranno chiesti ulteriori tagli per 2,6 miliardi di euro, e sono già in ginocchio adesso. Nella seduta, il Consiglio comunale ha anche approvato altre delibere significative come quella sul riassetto patrimoniale e urbanistico del Tronchetto, che prevede anche una piccola quota di alienazioni comunali e quella che consente la gestione provvisoria del centro sportivo di Sant’Alvise sino a giugno, in attesa della nuova gara dopo l’allontanamento del gestore precedente, inadempiente.

Missili sulla Torre Cardin
di Alberto Vitucci

. Non bastavano gli esposti alla Procura presentati a Roma da Italia Nostra, gli appelli all’Unesco e al Quirinale firmati da grandi architetti. Adesso sul futuro del Palais Lumiere, il grattacielo alto 250 metri da realizzare a Marghera, si addensano nuove nubi: la Soprintendenza veneziana ha chiesto con una lettera al ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi di esaminare il progetto per esprimere il parere. Una mossa che potrebbe rallentare i tempi del progetto che sta molto a cuore a Regione, Provincia e Comune. Quest’ultimo ha già messo in bilancio 40 milioni di euro che Cardin dovrebbe sborsare per l’acquisto dei terreni, la Regione vede nel grattacielo «nuovo sviluppo». Il sindaco Giorgio Orsoni ne ha parlato con il ministro Ornaghi, raggiunto a Padova a un convegno mentre parlava di paesaggio. «Gli ho chiesto cosa c’entra Marghera con la conterminazione lagunare», dice Orsoni. Che da buon avvocato fa anche balenare la possibile richiesta danni se il ministero dovesse causare ritardi per richieste ritenute «illegittime». Ornaghi però su questa vicenda si è mostrato molto prudente, visto anche l’esposto depositato da Carlo Ripa di Meana e dal presidente nazionale di Italia Nostra Marco Parini. I due chiedono di indagare su presunte pressioni che sarebbero state fatte dagli enti locali e dal ministro per l’Ambiente Corrado Clini sull’Enac, in un primo tempo contraria all’edificazione di un edificio troppo alto sulla direttrice di atterraggio degli aerei. Non ci sono soltanto le dimensioni, ma anche le ricadute sul territorio e la questione estetica. «Un gigante squarciato», l’ha definito Paolo Portoghesi, ex presidente della Biennale. Ma la macchina è lanciata. Il progetto elaborato dallo studio Altieri di Thiene - di proprietà dell’europarlamentare di Forza Italia Lia Sartori e dall’architetto Dario Lugato, lo stesso del nuovo hotel Santa Chiara a piazzale Roma e della mai nata villetta dell’ex ministro Brunetta a Torcello - non è ancora definito nei dettagli ma in tanti si sono già espressi favorevolmente. Dovrà ora superare l’esame di Impatto ambientale dal ministero dell’Ambiente con il parere espresso dalla Regione e dal presidente della commissione Via, il commissario straordinario del Passante e della Pedemontana Silvano Vernizzi. Che gli ambientalisti hanno accusato di conflitto d’interessi, essendo lui anche il dirigente dell’assessorato Infrastrutture retto da Renato Chisso. Giudizio sospeso, dunque. In attesa di vedere come finirà il contenzioso tra gli il ministero e Ca’ Farsetti.

Altri articoli sulla Torre Cardin in http://archivio.eddyburg.iti

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