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Stefano Boeri
“I governi favoriscano il mercato dell’affitto”
13 Dicembre 2015
Abitare è difficile
«Gli appartamenti vuoti non appartengono a grandi realtà immobiliari, ma a piccoli proprietari che in passato hanno investito nel bene casa e oggi, magari perché non si fidano del mercato dell’affitto o perché li considerano un investimento».

«Gli appartamenti vuoti non appartengono a grandi realtà immobiliari, ma a piccoli proprietari che in passato hanno investito nel bene casa e oggi, magari perché non si fidano del mercato dell’affitto o perché li considerano un investimento». La Repubblica, 12 dicembre 2015 (m.p.r.)

Milano. Architetto Stefano Boeri, cosa si può fare per curare i vuoti urbani creati dalle case sfitte?
«Prima di tutto bisogna prendere atto di un fenomeno evidente soprattutto in Italia, Spagna, Grecia e nell’Europa del Sud: gli appartamenti vuoti non appartengono a grandi realtà immobiliari, ma a piccoli proprietari che in passato hanno investito nel bene casa e oggi, magari perché non si fidano del mercato dell’affitto o perché li considerano un investimento, a volte scelgono di tenerli liberi. La soluzione è la costruzione di Agenzie della casa sostenute dalla pubblica amministrazione».

Cosa dovrebbero fare?
«Svolgere un ruolo di mediazione, dando garanzie ai proprietari e facendoli incontrare con una domanda di affitto che è fortissima e proviene soprattutto dalle giovani coppie e da chi ha redditi considerati troppo alti per entrare nelle graduatorie degli alloggi popolari, ma troppo bassi per il mercato».
È un modello che già esiste?
«In Danimarca esistono esempi molto buoni e anche in Francia e Spagna si sta tentando questa strada».

Ci sono altri modi di riuso?

«Il problema non riguarda solo le case, anzi. Ci sono negozi vuoti e soprattutto edifici di uffici non utilizzati che potrebbero essere trasformati in spazi misti: residenze e insieme luoghi di studio, lavoro, laboratori per giovani artigiani. Penso a loft che possano richiamare il modello storico di New York, ma anche ad alcune parti di Shanghai che stanno cambiando in questa direzione».
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