«Gli spazi privati abbandonati sono beni comuni; la proprietà ha tutela giuridica solo se ha finalità sociali» Fosse la volta buona per far vincere la volontà della Costituzione scritta su quella "materiale" costruita nel trentennio del neoliberismo all'italiana. Il manifesto, 30 aprile 2014
L’intenzione del comune è assegnare i propri spazi (tra cui 391 beni del Demanio di cui l’amministrazione ha fatto richiesta) attraverso bandi pubblici. Tutta da organizzare la ricognizione degli spazi di proprietà o assegnati in concessione ai privati in stato di abbandono. Si tratta di immobili destinati ad attività industriali o commerciali non più in uso (quartieri come Barra e Gianturco testimoniano la desertificazione industriale in atto); edifici a destinazione abitativa mai completati o abbandonati per incuria o costi di manutenzione; terreni incolti o incoltivabili; orti urbani non più curati. Il procedimento per l’acquisizione prevede che il sindaco inviti con atto notificato il proprietario a ricostituire una funzione sociale sul bene. Il proprietario deve rispondere entro 150 giorni, altrimenti si procede con la diffida a presentare le proprie deduzioni nel termine di 60 giorni. In caso di mancato riscontro, l’amministrazione deciderà, attraverso le consulte civiche, la destinazione del bene, procedendo all’acquisizione. Se lo stato di abbandono è accertato non è previsto risarcimento.