In Italia: la Lega di Salvini. Esplicitamente contraria all’Euro, ma anche alla Ue. Appunto. Inoltre: il M5s. Anch’esso esplicitamente ostile all’Euro-zona. Tanto che, nei mesi scorsi, Alessandro Di Battista, deputato del M5s, fra i più autorevoli, ha proposto un «cartello tra i Paesi del Sud Europa» per «uscire dall’euro» e «sconfiggere la Troika che ha distrutto l’Ue». Un aperto invito, dunque, a costruire la Ues. Rivolto, anzitutto, alla Grecia, governata da Alexis Tsipras e dal suo partito, Syriza. Che, come ha confermato Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze, aveva pianificato un programma per trasformare l’euro in dracma. E per liberarsi del controllo della Troika. Prima, ovviamente, della recente crisi. Che ha condotto la Grecia a scontrarsi con la Germania della Merkel. E con il “governo” della Ue. Anche se ora, ovviamente, questo progetto è divenuto impraticabile. Dopo il prestito-ponte erogato dalla Ue, per fare fronte all’enorme debito che opprime la Grecia. Mentre Tsipras ha estromesso dal governo Varoufakis e gli altri esponenti del partito, reticenti e indisponibili ad accogliere le pesanti condizioni poste dalla Ue. Nonostante tutto, pochi giorni fa, Tsipras ha ri-vinto le elezioni. Si è confermato alla guida del governo e del Paese. E la Grecia è rimasta nella Ue e nell’euro. Non certo per passione, ma per necessità. E per costrizione.
Ma l’Ues ha messo radici anche in Francia. A sua volta, Paese mediterraneo. Soggetto protagonista della scena europea, insieme alla Germania. Ebbene, com’è noto, in Francia, negli ultimi anni, si è assistito all’ascesa di Marine Le Pen, che ha spinto il Front National ben oltre il 25%. Al di là delle zone di forza tradizionali, nelle regioni “mediterranee”. Per affermarsi, Marine Le Pen ha moderato i toni - più che i contenuti - del messaggio politico tradizionale. E ha preso le distanze dal padre, Jean-Marie. Fondatore e “padrone” del Fn. Fino alla rottura. Sancita dall’espulsione del padre, avvenuta a fine agosto, per decisione del comitato esecutivo del partito.
Il Fn di Marine e Bleu Marine, la coalizione costruita intorno al partito, hanno, tuttavia, mantenuto i due orientamenti tradizionali forse più importanti. La xeno-fobia. Letteralmente: paura dello straniero. E l’opposizione all’Europa dell’euro. Così, i confini mediterranei della Ue oggi sono occupati dalla Ues. Che tende ad allargarsi rapidamente altrove. Nei Paesi della Nuova Europa. A Est: in Polonia, Ungheria. E a Nord. In Belgio, Olanda, Danimarca, Scandinavia. Per non parlare della Gran Bretagna. Dove l’euroscetticismo è radicato da tempo. La Germania, il centro dell’Europa dell’euro, intanto, si è indebolita. Messa a dura prova, da ultimo, dallo scandalo che ha coinvolto e travolto la Volkswagen. Un grande gruppo automobilistico. Ma, soprattutto, un marchio dell’identità (non solo) economica tedesca nel mondo. Intanto, la xeno-fobia si è propagata ovunque. Alimentata dall’esodo dei profughi degli ultimi mesi. Dall’Africa e dal Medio Oriente, attraverso l’Italia, la Grecia, i Balcani.
Così, 26 anni dopo la caduta del muro di Berlino, in Europa sorgono nuovi muri. Non solo simbolici. Marcano il difficile cammino di una costruzione che si è sviluppata senza un disegno. Politico. Culturale. Perché l’Europa “immaginata”, fra gli altri, da Adenauer, De Gasperi, Churchill, Schuman, l’Europa di Jean Monnet e Altiero Spinelli: è rimasta, appunto, “un’immagine”. Un orizzonte. Lontano.
D’altra parte, (come dimostra l’Osservatorio europeo curato da Demos-Oss. di Pavia- Fond. Unipolis, gennaio 2015), l’Europa dell’euro non suscita passione. Tanto meno entusiasmo. La maggioranza dei cittadini - in Italia e negli altri Paesi europei - la accetta, per prudenza. Teme che, al di fuori, potrebbe andare peggio. Così, il progetto europeo non cammina. Perché ha gambe molli e non ha un destino. Mentre il sentimento scettico si fa strada. In Spagna. In Italia. In Francia. In Europa. A Destra (e al Centro), ma anche a Sinistra. E alla Ue si sovrappone la Ues. L’Unione Euro-Scettica. Più che un soggetto e un progetto organizzato: una sindrome. Densa e grigia. Diffusa nell’area mediterranea. Oggi si sta propagando rapidamente altrove. Conviene prenderla sul serio, prima che sia troppo tardi. Prima che contagi anche noi.