«Non lo ammetteranno mai, ma le autorità americane hanno fatto alla Volkswagen ciò che le autorità italiane hanno fatto all'Ilva: le hanno beccate a inquinare». Il Fatto Quotidiano, 23 settembre 2015 (m.p.r.)
Italiani state sereni. Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha diffuso una minacciosa nota per dirci che «sta chiedendo, attraverso i suoi uffici, rassicurazioni a Volkswagen Italia sull’effettivo rispetto della normativa in materia di emissioni e inquinamento». Galletti chiede all'oste se il vino è buono perché nessuno gli ha spiegato che il governo americano non ha chiesto rassicurazioni ma, attraverso “i suoi uffici”, ha preso delle Volkswagen e le ha smontate. Ma Galletti non lo può fare, perché se smontasse le Volkswagen dovrebbe anche andare a vedere che cosa succede a Taranto, e invece è così contento di starne fuori e di non essere nemmeno invitato ai vertici di palazzo Chigi sull’Ilva.
Il ministro dell'Ambiente ha un'idea tutta sua dell'ambiente. Quando arrestarono i Riva e misero l'Ilva sotto sequestro (peraltro solo teorico) applaudì il pugno di ferro del suo predecessore Corrado Clini che trattò i pm come teppisti con pervicacia, prima di essere arrestato. Anche il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi denuncia un certo strabismo. Il 20 luglio scorso ammonì la magistratura di fare il proprio lavoro «avendo chiaro l'impatto delle decisioni che prende». Ieri non ha sgridato il governo americano, se l’è presa con la Volkswagen: «Se le accuse fossero confermate, sarebbe un grande danno di immagine il non aver ottemperato alle regole». Strano, quando erano i Riva a non ottemperare il danno di immagine era tutto per la magistratura.
Tra i tanti errori gravi, la Volkswagen ne ha fatto uno veniale che ci regala momenti di ilarità: non ha finanziato partiti e giornali italiani come Emilio Riva buonanima. Non ha nemmeno agevolato reportage su funzionari e soprattutto funzionarie della Environmental Protection Agency per vederli sputtanati con titoli come La zitella rossa che licenzia 11mila operai Ilva, dedicato a una Gip di Taranto. Così quelli che inveivano contro la magistratura tarantina adesso possono dare sfogo alla loro natura vendicativa e manettara. Matteo Salvini naturalmente è il battistrada. Compitò su Twitter: «Un giudice di Taranto decide di sequestrare 900 milioni alla famiglia Riva, quella delle acciaierie e dell'Ilva, ma a pagare saranno 1.500 lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, soprattutto al Nord. Italia paese di merda». Ieri mica ha detto «America paese di merda!». Anzi, era contento: «Volkswagen falsificava dati su emissioni. Beccati, 'correttezza' tedesca...».
Non lo ammetteranno mai, ma le autorità americane hanno fatto alla Volkswagen ciò che le autorità italiane hanno fatto all'Ilva: le hanno beccate a inquinare. Titolo del Foglio (noto organo giustizialista) di ieri: Volkswagen truffa i consumatori? Don't worry, arrivano i nostri. Spiegazione: «Un regolatore americano dà lezioni di ecologia a Berlino». Appunto, il colosso tedesco non ha truffato i consumatori, ha inquinato, con emissioni di ossido di azoto 40 volte superiori alla norma. Se invece è un magistrato italiano che becca l'Ilva che inquina Il Foglio non perdona: Il pregiudizio ecologista della magistratura non è sostenibile. I giudici sono diventati agenti destabilizzanti dell’economia (titolo di luglio).
Non possiamo neppure sperare che a difenderci intervenga un giudice americano, o almeno europeo. Ci ha provato la Commissione Europea, aprendo due anni fa una procedura d'infrazione contro il governo italiano per non aver difeso i tarantini dall'inquinamento dell'Ilva. La procedura è ancora aperta, nessuno ne parla perché disturba il manovratore che deve salvare l'acciaieria di Taranto senza tanti impicci ecologisti. Poi sapete com'è, l'Europa non è trendy. E infatti Matteo Renzi, tra le cui capacità spiccano a pari merito l'intuito demagogico e il cattivo gusto, li ha così mandati al diavolo: «Se l'Europa vuole impedire di salvare i bambini di Taranto ha perso la strada per tornare a casa. Io sono più fedele agli impegni con quei bambini che a qualche regolamento astruso dell'Ue». Dove si capisce la differenza. Se c'è chi inquina, Obama lo mette sotto inchiesta, il governo italiano difende i posti di lavoro.