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James Galbraith
Galbraith: «Basta ipocrisia e pregiudizi il piano di Varoufakis funziona Ue e Bce aiutino la Grecia»
7 Marzo 2015
Articoli del 2015
L'economista difende realismo e ragionevolezza di Tsipras e Varoufakis, critica Draghi e le istituzioni: «con visione storica si potrebbe pensare a una manovra per estromettere il governo greco e tornare a schieramenti più vicini al mainstream».

La Repubblica, 7 marzo 2015

«Mi sembra assurdo quest’atteggiamento prevenuto, che porta a comportamenti abbastanza paradossali. L’altro giorno a Nicosia Draghi si è abbandonato a uno sproloquio contro la Grecia proprio mentre accusava i governanti di Atene di parlare troppo. E lui allora? Adesso la Commissione accoglie con freddezza la lettera di Varoufakis». James Galbraith sarà anche un distinto economista bostoniano (ora insegna in Texas), ma di sicuro non ha remore nell’esprimere il suo pensiero. E quando gli si tocca la Grecia, e il suo amico-collega Varoufakis, si arrabbia veramente. «Avete visto? Il piano è arrivato, ora mi auguro che venga almeno discusso seriamente e senza prevenzioni».

Professore, questa vicenda è anche diventata una guerra di parole. Ma è proprio sicuro che Tsipras e Varoufakis non sbaglino nell’annunciare ad ogni piè sospinto che il loro Paese è in bancarotta ed è urgente un nuovo haircut? Non creano ulteriori e inutili tensioni mentre tutti stanno affannosamente cercando di trovare un accordo?
«Macchè. Yanis (Varoufakis, ndr) è anche troppo misurato. Ha solo agli occhi dell’Europa un torto: quello di parlar chiaro. E questa nei vertici ingessati ad alto tasso di ipocrisia cui gli europei sembrano abituati, è una grande novità e apparentemente una colpa imperdonabile. Invece alzare gli standard di sincerità di questi consessi è un merito, una cosa da cui tutti trarranno vantaggi. L’accanimento della Bce e anche della Commissione nel mantenere un alto livello di ansia e tensione non lo capisco proprio. E mi induce quasi a pensar male».

Cosa sospetta?
«Diciamo che non sospetto niente. Solo che uno con un minimo di visione storica potrebbe anche essere, lontanamente, indotto a pensare che ci sia una manovra per estromettere l’attuale governo greco e tornare a schieramenti più vicini al mainstream europeo, visto che l’alternativa di un’uscita della Grecia non conviene neanche a loro. Non sarebbe la prima volta nella storia. Nel 1955 gli americani manipolarono il Fondo Monetario e alla fine un golpe rovesciò Peron e i suoi descamisados. Ed è solo un esempio».

Cosa dovrebbe fare l’Europa?
«Non avere un atteggiamento costantemente negativo. E la Bce non deve minacciare la Grecia di escluderla dal quantitative easing. Al contrario, deve ripristinare subito il waiver , cioè l’accettazione dei buoni di Atene per rifinanziarla, senza rifugiarsi nello stillicidio dei fondi di aiuto o degli emergency liquidity agreement concessi qualche miliardo oggi e qualche miliardo domani. Insomma tutti devono confermare che stanno agendo genuinamente allo scopo di stabilizzare il Paese e aiutare Atene ad uscire dalla crisi. Evitando gli sbandamenti verbali di questi giorni che sono tremendamente controproducenti e del tutto inappropriati».

Lei tornerà ad Atene ad aiutare Varoufakis?
«Sì, partirò molto presto. I sette punti di ieri mi sembrano una buona base di partenza. Se ne aggiungeranno altri a breve. Vorrei che fosse chiaro a tutti che Syriza un accordo lo vuole, perché senza accordo ci sarebbero i controlli sui movimenti bancari, i fallimenti, alla fine l’uscita dall’euro. L’unica cosa inaccettabile era un’estensione secca delle condizioni fin qui applicate come quel 4,5% di surplus primario che era assurdo oppure le forzature sulle privatizzazioni, alle quali nessuno si oppone ma rischiavano di smantellare il patrimonio pubblico della Grecia senza un’adeguata contropartita. Bisogna lavorare tutti in buona fede e con un unico obiettivo in mente, evitando gli equivoci. La Grecia è un piccolo Paese che ha pagato un prezzo umano immenso, non è possibile che non si riesca a trovare unità e accordo politico per rimetterla in piedi».

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