Da sabato le superfetazioni stradali ai Fori romani saranno chiusieal traffico Il sindaco: «Passeremo da 1.200 veicoli all’ora a 40». Per festeggiare l’evento una lunga notte di festa tra spettacoli, performance e cultura. La Stampa, 29 luglio 2013, con postilla
Il parco archeologico più grande del pianeta e un Colosseo liberato dalla morsa delle auto. Era il sogno di Antonio Cederna. E non solo. I Fori imperiali pedonalizzati, primo atto del sindaco di Roma Ignazio Marino, li volevano anche due suoi illustri predecessori, Ernesto Nathan e Luigi Petroselli. Dopo decenni e decenni di dibattiti e di tentativi, sabato tre agosto alle 5.30 scatterà la pedonalizzazione: via le auto private e una festa notturna, la Notte dei Fori, per celebrare quella che per romani e non solo sarà una vera rivoluzione. Di viabilità ma anche di prospettiva, di visione della città.
«Mi ritengo fortunato per poter dare avvio a qualcosa sulla quale si riflette da moltissimi anni - sottolinea Marino in una conferenza stampa con l’assessore alla cultura Flavia Barca- a chi protesta chiedo: può il Colosseo essere una rotatoria?». E Marino non vuole fermarsi qui. «Andremo avanti e nei tempi più brevi possibili arriveremo ad una pedonalizzazione completa. Sarà una passeggiata nella storia», spiega. E snocciola i numeri del sondaggio lanciato per capire il gradimento dell’iniziativa senz’altro coraggiosa. «Abbiamo provveduto a chiudere il sondaggio che abbiamo lanciato il 25 luglio. Il 75% si è detto favorevole alla pedonalizzazione – dice - A rispondere in tutto sono state 24 mila persone e di queste la maggior parte è tra i 40 e i 49 anni. Più del 40% ha dichiarato di transitare abitualmente con il proprio mezzo sui Fori e oltre il 50% è consapevole delle conseguenze della pedonalizzazione». Lo stesso Marino su twitter racconta: «Da giovane parcheggiavo anche io a Piazza del Popolo, ora chi si sognerebbe di farlo?».
Insomma, sembra dirci il sindaco, le cattive abitudini, come quella di scorazzare con l’auto sotto il naso del Colosseo, si abbandonano subito. «Vogliamo restituire il Colosseo non solo ai romani ma a tutto il pianeta», chiosa e già sogna non solo la chiusura totale al traffico ma come valorizzare il patrimonio storico-archeologico. La pedonalizzazione, fa notare il sindaco di Roma, «è solo l’inizio di un percorso che dovrà portare a competizioni internazionali per scegliere qual è la strategia migliore per proseguire gli scavi archeologici. Sotto questa striscia di asfalto che divide in due il Foro romano dai Fori imperiali ci sono il Foro di Cesare, di Augusto, di Nerva e Traiano. Credo che abbiamo la responsabilità non di possederli, ma di valorizzarli». «Dobbiamo aprire un dibattito internazionale sulle scelte da compiere - aggiunge Marino - se ad esempio riportare alla luce i resti o utilizzare strategie differenti che mettano in risalto la stratificazione architettonica dei secoli». Per ora tutto è pronto per dire addio al traffico privato. E per festeggiare l’inaugurazione della pedonalizzazione sabato 3 agosto arriva la “Notte dei Fori”, una specie di Notte bianca in miniatura all’ombra del Colosseo, con acrobati, artisti di strada, musica, teatro ma anche danzatori, video e foto proiettati sui monumenti e un funambulo che camminerà su un filo teso sopra le rovine romane. La serata sarà dedicata a Renato Nicolini, l’ideatore dell’Estate Romana scomparso l’anno scorso, e per ricordarlo i lampioni su via dei Fori spegneranno le loro luci e gli spettacoli si fermeranno poco prima della mezzanotte. Poi la festa ricomincerà. E i romani da quella notte inizieranno ad abituarsi a guardare i Fori e il Colosseo da un’altra prospettiva. Che non sarà quella dei finestrini delle loro auto.
Finalmente si comincia. Eliminare lo smog, il frastuono e l’ingombro del traffico è un primo passo significativo per realizzare «il parco archeologico più grande del pianeta», e per restituire ai cittadini romani la dignità della loro storia e agli abitanti attuali e futuri del pianeta una patrimonio che è di tutti . Ma oltre alla morsa del traffico c’è quella del cemento. Si dovrà affrontareil problema di liberare quello che sarà il parco archelogico dallo stradone militare (non è forse in contrasto, almeno ideale, con l'articolo 11 della Costituzione?) che ne ha interrotto la continuità. Bisognerà allora rivolgersi a tecnici delle demolizioni e per operare una rimozione della superfetazione. Poi, più (e invece) di concorsi internazionali occorrerà costituire un pool di archeologi che esplorino e analizzino i differenti strati della storia del sito e saggiamente suggeriscano al decisore come restituire alla conoscenza e alla meditazione di tutti ciò che la storia ha lì accumulato. E magari includendo nel numero dei decisori anche il sovrano, il popolo. Il quale, come testimoniano i risultati del referendum organizzato dal sindaco, sembra interessato al miglior uso del patrimonio avito.