«Dfs ha acquisito un’area accoglienza dove arriveranno i bus dei turisti che poi saranno accompagnati anche allo store. Sarà interessate scoprire come i turisti del Fontego sbarcati al Tronchetto arriveranno via acqua nel grande magazzino, visto che il Canal Grande è vietato ai lancioni turistici». La Nuova Venezia, 1° giugno 2016 con postilla
I turisti-clienti del nuovo Fontego dei Tedeschi «targato» Dfs, in particolare orientali, sbarcheranno in bus al Tronchetto, smistati in un’area di accoglienza a loro riservata. Saranno poi “caricati” in barca e portati in tour per qualche ora a San Marco e naturalmente nel grande magazzino del lusso che aprirà dal 30 settembre di fronte a Rialto. Poi, riportati indietro al Tronchetto, riprenderanno il loro bus turistico per la prossima meta. Dovrebbe essere questo il core-business di «T (che sta non a caso per traveller, viaggiatore) Fondaco», il grande magazzino del gruppo francese per assicurare un congruo flusso di visitatori-clienti, in grado di giustificare i costi importanti dell’operazione.
Come aveva già anticipato il vicepresidente di Dfs Italia Roberto Meneghesso, infatti, la società si è dotata di una lounge - un’area di accoglienza – al Tronchetto, al momento ancora vuota ma che sarà allestita nei prossimi mesi. Come documentiamo con le foto pubblicate in questa pagina, l’area di accoglienza per i turisti del Fontego si trova alle spalle del garage del Tronchetto e vicino al parcheggio dei bus turistici, in uno stabile al piano terra che ospita ai piani superiori la sede di Alilaguna e in quello sottostante i magazzini delle Poste Italiane. Un’area di circa 350 metri quadrati perfettamente funzionale alla necessità di Dfs, perché i turisti-clienti potranno arrivare in bus proprio di fronte ad essa, entrare e sostare nell’area di accoglienza - dove saranno probabilmente proiettati anche video o filmati che riguardano Venezia per un’infarinatura di base sulla città - e poi uscire lunga la riva del Tronchetto per imbarcarsi per l’inizio del tour commercial-turistico. Al ritorno faranno il percorso inverso. Il grosso della clientela del nuovo grande magazzino del lusso sembra destinato dunque a fermarsi solo poche ore a Venezia, aumentando il flusso dei turisti “mordi-e-fuggi”.
La loro sosta naturale al Fontego - per la breve durata della visita veneziana - sarà probabilmente soprattutto il piano terra del grande magazzino, dove non a caso sono previste le boutique di souvenir, con la vendita di vetri, maschere, prodotti gastronomici e la caffetteria. La chiave di riuscita dell’operazione dal punto di vista di Dfs sono gli accordi con i grandi tour operators internazionali, puntando appunto a far inserire la «tappa» del Fontego nei giri turistici veneziani dei “giornalieri” organizzati. Dfs punta soprattutto sul rapporto con l’Oriente, perché su quella di Venezia sarà la prima “Galleria” europea del gruppo, in Asia i punti -vendita del gruppo sono numerosi, in collegamento con gli aeroporti e nelle grandi città come Hong Kong, Singapore, Okinawa tra le molte.
Sarà interessate scoprire come i turisti del Fontego sbarcati al Tronchetto arriveranno via acqua nel grande magazzino, visto che il Canal Grande è vietato ai lancioni turistici. Lo stesso vicepresidente di Dfs ha anticipato che una delle quattro entrate al grande magazzino sarà appunto quella d’acqua, usata come pontile per i lavori, per i clienti vip che vorranno arrivare in taxi sino allo store del lusso. Ma qui non stiamo parlando di qualche coppia di facoltosi turisti orientali, ma di gruppi che arriveranno in massa per visitare con l’area marciana, anche l’area commerciale. Non resta che aspettare per sapere.
postilla
In estrema sintesi: il furto continua. Prima hanno tolto alla collettività uno spazio pubblico, centrale quanto altri mai nella vita quotidiana della città, per dedicarlo alle attività commerciali al top della globalizzazione; hanno trasformato l'antico Fòntego dei Tedeschi, privandolo anche del suo plurisecolare nome, in un "non luogo" della "infrastruttura globale" descritta da Saskia Sassen. Poi lo estraggono dall'aera urbana e dai suo flussi pedonali e lo collegano direttamente con un hotpoint localizzato in connessione con la rete autostradale. Fra qualche mese proporranno al sindaco di costruire un poeple mover, o un pezzetto di tunnel sublagunare, per facilitare l'accesso, magari con un percorso che comprenda piazza San Marco.