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Domenico Finiguerra
Fermiamo l’invasione dei cartelloni pubblicitari
9 Marzo 2015
Beni culturali
Basterebbe un po' di buonsenso per risparmiare qualche residuo della bellezza del nostro territorio. E' vero, il guaio è che il buon senso è stato sostituito dal senso comune, per il quale tutto si può vendere, anche quello che non è nostro.

Il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2015

Tra una villa palladiana e l’altra non ci sonosolo le scatole in cemento di insignificanti centri commerciali ad interromperelo stupore per la bellezza architettonica disegnata dal genio veneto. Tra unpendio coltivato a vite e il castello piemontese all’orizzonte non ci sono soloi soliti anonimi condomini ad inquinare l’armoniosità della collina astigiana.Tra l’acropoli e la spiaggia siciliana in fondo alla provinciale nonincontriamo solo case abusive cresciute tra fichi d’india e piante di capperi spontanei. No. A deturpare il paesaggio in modo tantodisordinato quanto invadente ci sono anche le centinaia di migliaia di cartellipubblicitari disseminati lungo tutte le strade italiane.

Le banchine delle vie panoramiche che talvoltaseguono con rispetto e dolcezza la morfologia del nostro territorio sonoridotte a supporto per tralicci in metallo di ogni forma e dimensione. Pizza altaglio, camerette, ricambi auto, veggenti. C’è scritto di tutto sui cartellipubblicitari che si susseguono spesso sovrapponendosi l’uno sull’altro. Senzacontare le promozioni: 3x2, svuota tutto, svendita per cambio gestione, scontifino al 90% causa rinnovo locali.

Una delle forme più basse di degrado delnostro territorio è proprio quella creata dei cartelloni stradali. Siamoletteralmente bombardati da colori scelti a caso, lettere cubitalifosforescenti, immagini ammiccanti e display kitsch a luci intermittenti.

Ormainoi non ce ne rendiamo neanche più conto e diamo per acquisito l’elementoestraneo. Viaggiamo verso casa o verso l’ufficio e intanto scorrono alla nostradestra e alla nostra sinistra le marche di divani, le catene di supermercati, idécolleté e i glutei photoshoppati. Se poi siamo in campagna elettorale ciscrutano tanti bei faccioni dai pali dei lampioni. Ed ovviamente dobbiamoaggiungere le ordinarie indicazioni stradali!

Ma è così dappertutto? No. Basterebbe andareoltralpe. La Francia, la Svizzera, l'Austria e la Germania non li hanno mailasciati proliferare. Oppure restare in Italia, ma in Trentino, e percorrere laVal Pusteria o altre valli altoatesine, dove lo scempio pubblicitario èvietato.


Il legislatore italiano non ci pensa. Anzi,visto che gli impianti delle altre regioni sono installati ai sensi dellanormativa vigente (quando non sono abusivi), è stato lo stesso legislatore arendere possibile la mutazione in peggio del panorama di cui godel’automobilista.

Eppure ci sarebbero tutti i motivi per far partire unacampagna nazionale per ripulire le strade dalla bruttezza dei cartelloni: perchésono pericolosi per la circolazione; perché possono ostruire le vie di fugalaterali; perché sono illeggibili, con scritte piccole o nudi distraenti;perché si confondono con la segnaletica stradale; perché quelli abusivi, sonospesso pericolanti; perché il nostro paesaggio è tutelato dalla costituzione.Perché, banalmente, un paese più bello attrae più turisti e migliora la qualitàdella vita, di un viaggio quotidiano o di un viaggio di piacere.

Servirebbesolo un po’ di buon senso.
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